
Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Che squadra è il Lille?
“È ovviamente un’ottima squadra, una squadra dinamica, organizzata, che gioca in un modo anche offensivo. Ha avuto un inizio di campionato con alcuni risultati non favorevoli, ma le prestazioni sono sempre state positive. Sarà una partita in cui bisognerà essere molto attenti, preparati, incontriamo una squadra di ottimo livello”.
Si è parlato della crescita di Dovbyk. Questi segnali li sta ricevendo anche da Ferguson? E domani può giocare?
“Ferguson è un giocatore giovane, è un 2004, ha 21 anni, ha fatto molto bene due anni fa. Lo scorso anno ha avuto delle difficoltà per infortunio, ha cambiato squadra a gennaio, ha giocato poco. Il tentativo è di riportarlo sul livello di come era partito sul quale si riponevano tante speranze. È un ragazzo che si sta applicando, sta facendo bene, lui e Dovbyk si stanno alternando, l’importante è che entrambi abbiano una crescita prima di tutto sul piano fisico, poi sul resto”.
Come sta andando questo processo di uscire dalla zona di comfort, come ha dichiarato lei stesso alcuni giorni fa?
“Per zona di comfort intendo delle abitudini, delle consuetudini acquisite negli anni. Poi ti ritrovi magari ad affrontare situazioni diverse. Tanto per essere chiari, non è usuale per me finire le partite con due centrocampisti messi come attaccanti, come successo nel derby e a Nizza, ma è una situazione che ti costringe a fare anche questo e quindi bisogna pensarci”.
Andiamo incontro a due partite ravvicinate come giovedì e domenica, questo può spingerla a fare un turnover più marcato?
“La fatica degli ultimi impegni non è fisica, ma può essere stata sulle motivazioni. Non è facile uscire da partite come il derby, che ti toglie tante energie. La prima di Europa League e poi il Verona. Squadra, quest’ultima, che aveva una reattività superiore alla nostra. E anche il fatto forse di aver fatto gol in fretta può aver condizionato. Ma non ho mai pensato che sia stato un problema fisico. Tra Nizza e domenica c’era anche un giorno in più di riposo. Bisogna pensare anche all’avversario. Magari uno pensa che sulle tre partite, il Verona può essere la squadra meno ostica, invece poi si rivela difficilissima. Queste sono le abitudini che dobbiamo acquisire. Oggi a calcio giochi tre partite sempre. Deve diventare la normalità e non qualcosa di eccezionale”.
Ziolkowski e Ghilardi possono giocare domani?
“Dietro stiamo facendo molto bene e c’è già un grande turnover. 19 giocatori della rosa hanno giocato già 3 partite e noi ne abbiamo fatte complessivamente 6, con quella di coppa. Con Hermoso, con Ndicka, con Mancini, con Celik sono quelli che hanno giocato di più. Domenica ha esordito Ziolkowski, Ghilardi arriverà, sono entrambi di prospettiva, faranno bene. Il rendimento della difesa è molto alto, ci sarà tempo anche per i ragazzi”.
Su una domanda a Ndicka, sulla sua posizione in campo, interviene Gasperini con una battuta: “Io voglio provarti a destra… Ci ha giocato Hermoso, puoi farlo anche tu… Devi correre, non è un problema correre (ride, ndr)”, dice il mister.
A che punto è l’inserimento di Wesley?
“Parliamo di un ragazzo di 22 anni, che ha fatto 30 partite consecutive con il Flamengo. Dovrebbe essere a fine stagione, invece per lui la stagione ricomincia. È un ragazzo che non era mai uscito dal Brasile, ora sta in Italia e il campionato italiano è diverso, si deve inserire. Quello che ha dimostrato subito è di aver un bel motore, una bella capacità di inserimento. Poi è chiaro che ha dei margini sugli inserimenti con la squadra, i tempi, sembra che siamo qui da tanto, ma in effetti sono poche partite che giochiamo. Lui ha avuto qualche problema, prima di viaggio, poi una gastroenterite. Per età, per motore, può crescere e può diventare un giocatore importante”.
Soulé come sta? Pensa di riproporlo anche domani?
“Come ho detto prima, per me non c’è un problema fisico. L’unico problema di giocare con così tanta frequenza possono essere gli infortuni, per fortuna finora non c’è toccato. Giochiamo anche a temperatura diversa, stavolta, le precedenti le abbiamo fatto a temperature alte. Possono capitare accenni di crampi, ma poi recuperare. Forse davanti abbiamo davanti meno alternative con Bailey e Dybala fuori. E questo ci costringe ad usare gli stessi giocatori, se dall’inizio o a gara in corso”.
C’è la possibilità di vedere un centrocampista in più domani?
“È una delle opzioni, oggi prepararemo la partita. Come sempre abbiamo un paio di opzioni almeno da adottare dall’inizio o a gara in corso quando andiamo ad affrontare gli avversari. Soprattutto se sono avversari contro dei quali non abbiamo mai avuto parametri diretti. Prepareremo dunque più di una cosa per cercare di fare bene”.
Kone in un’intervista ha dichiarato che lei mister quando vive le partite sembra che stia in campo. Dunque le chiedo qual è il suo sentimento durante i 90 minuti? Ed è contento che Kone sia rimasto?
“Indubbiamente Kone è un giocatore molto forte, lo sta dimostrando. Sta giocando anche con la nazionale francese, è un grande risultato. Come vivo le partite? Ho questa partecipazione molto forte con la squadra, con i giocatori, perché ogni partita ha una storia a parte. Sono tutte gare equilibrate, difficili. Abbiamo fatto risultati molto positivi, ma sudati fino all’ultimo. È una mia caratteristica di partecipare così alle gare”.
C’è un piano tattico per arginare Giroud?
“L’importante è non portarlo in area di rigore, principalmente, perché è un giocatore che si muove bene ovunque. Due-tre anni fa ha fatto qualcosa di straordinario con il Milan, è stato determinante per quello scudetto. Ci sono una serie di giocatori che sono ancora competitivi a questa età. La capacità di allenarsi, la qualità degli allenamenti, rendono competitivi, molto forti, alcuni elementi, nonostante fino a qualche anno fa fosse molto più complicato restare ad alti livelli”.
A che punto è l’assimilazione dei suoi principi da parte della squadra?
“Vedo già chiarezza, partecipazione da parte dei giocatori. Ho incontrato calciatori evoluti dal punto di vista calcistico, non ho incontrato delle grandi difficoltà. Ora è importante lavorare sui particolari, sugli atteggiamenti, sulle piccole cose. Abbiamo già una buona predisposizione a come stare in campo, a come affrontare le partite, poi dopo sono i dettagli, le esperienze, le partite che giocheremo, che ci porteranno ad avere maggiori risorse da mettere in campo”.
Per voi è più importante la coppa o il campionato?
“Dico che è importante tutto. Non bisogna mai scartare. Il campionato è fondamentale, l’Europa altrettanto, così come la Coppa Italia. Abbiamo tre competizioni, dobbiamo affrontarle per essere più competitivi ovunque e andare più avanti possibile”.