Di cognome fa Salvioni. Classe 1953, è stato un calciatore professionista tra la metà degli anni 70 e la fine degli 80. Tra Serie A, B e C conta 424 presenze con oltre 50 gettoni nel massimo campionato tra Foggia e Brescia.
Nella squadra lombarda è stato compagno di squadra anche di Tullio Gritti, attuale vice di Gasperini nella Roma: “Ci sentiamo ancora, gli ho fatto fare qualche gol…”, dice scherzando lui che in campo ricopriva il ruolo di ala. Appesi gli scarpini al chiodo, Salvioni è diventato allenatore. E anche in questa veste ha collezionato diverse esperienze nelle categorie professionistiche arrivando a totalizzare 270 panchine (non contando i 6 anni da tecnico della Primavera del Parma, “dove ho sfidato diverse volte Gasperini con i pari età della Juventus”).
Tra le varie tappe della carriera è stato allenatore del Nizza tra il 2000 e il 2002 nel periodo della presidenza di Franco Sensi, portando la squadra francese in Ligue 1 dopo tanti anni. E dalla promozione di Salvioni, il Nizza – primo avversario della Roma di Gasperini in Europa League – non è più sceso di categoria, “anzi si è strutturato anno dopo anno e ora è stabilmente nelle prime posizioni del campionato francese. Anche se all’inizio…”.
Cosa successe all’inizio?
“Beh, diciamo che noi italiani del Nizza non eravamo visti benissimo dai nizzardi. Eravamo tanti. La società era composta da Federico Pastorello, l’uomo di riferimento del club. Il direttore sportivo era Franco Grillo, campano di Pozzuoli. Poi c’ero io, che ero accompagnato da uno staff tecnico composto da altri italiani come il preparatore atletico e quello dei portieri”.
E come andò?
“All’inizio facemmo un po’ di fatica, la prima stagione in campionato stentammo abbastanza, restammo a metà classifica. Ma l’anno successivo – la stagione 2001-2002 – fu trionfale. Centrammo la promozione in Ligue 1 e da quel momento cambiò anche l’atteggiamento dei cittadini di Nizza”.
Racconti.
“Io ho sempre abitato in centro a Nizza, è un posto bellissimo. E mi è capitato di tornarci anche altre volte negli anni successivi. Quando passeggiavo nei dintorni di casa mi salutava il fornaio, che era lì nelle vicinanze dell’appartamento. Ci passavo tutti i giorni. Per il resto camminavo sempre tranquillamente. Dopo l’exploit in campionato, iniziarono a fermarmi tantissime persone. Piano piano è nato un bellissimo rapporto con tutti loro”.
Dopo la promozione in Ligue 1?
“Ci furono diversi cambiamenti. La società passò di mano prima della fine del campionato, Sensi decise di vendere nonostante gli consigliammo di tenerla. E quando il sottoscritto stava per iniziare la pianificazione per il massimo campionato francese, la squadra fu affidata ad un altro allenatore dalla nuova società. Una scelta che ancora oggi non riesco a capire”.
Con Sensi ebbe mai un rapporto diretto?
“Il mio interlocutore principale restava Pastorello. Il presidente lo incontrai una sola volta a Montecarlo. Da quello che appresi all’epoca, lui contava di costruire un nuovo stadio in accordo con il comune di Nizza, ma le cose andarono per le lunghe e lui decise di vendere. Fu un peccato. Anche se Sensi all’epoca era coinvolto soprattutto dalla Roma che aveva vinto lo scudetto nel 2001 e si affacciava alla Champions League”.
Oggi il Nizza che squadra è?
“Parliamo di una delle migliori squadre della Ligue 1. Lo stadio nuovo l’hanno fatto ed è un impianto molto bello. Lo scorso anno è arrivata quarta, due anni fa quinta e regolarmente fa campionati da parte sinistra della classifica. Mi fa piacere aver contribuito con quella promozione. Da quell’anno non sono più scesi retrocessi. Qualcosa ho dato. E grazie a voi che vi siete ricordati di me”.
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