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    Giuseppe Tamborini racconta la tournée australiana del 1966

    Archivio Storico AS Roma/DuFoto

    Corre l'anno 1966. La Roma, a fine campionato, partecipa ad una tournée in Australia.

    La comitiva giallorossa tocca vari punti del continente per arrivare anche a Perth, dove la squadra di De Rossi tornerà – a 58 anni di distanza da quel primo viaggio – per giocare il prossimo 31 maggio un’amichevole contro il Milan attesissima dal pubblico locale.

    Tra i protagonisti di quella prima spedizione, che i media locali salutarono con il motto “The Romans are coming”, c’era un giovane Giuseppe Tamborini, autore di una rete nel pareggio per 1-1 con la rappresentativa australiana e di un gol nella vittoria per 3-0 contro la selezione South Australia.

    Archivio Storico AS Roma / Collezione Biancone-Risi
    Archivio Storico AS Roma / Collezione Biancone-Risi

    Centrocampista di ruolo, con un discreto feeling con la porta avversaria, Tamborini ha collezionato 104 partite e realizzato 8 reti tra il 1964 e il 1967, lasciando un piacevole ricordo tra i tifosi giallorossi.

    “Io per la Roma ci sono sempre, ritornare con la mente a quegli anni per me è sempre bellissimo”.

    Tamborini, che ricordo ha di quel viaggio?

    “Porto ancora con me il bel ricordo di quella lunga permanenza in Australia. Andammo con tutta la squadra, fu una tournée molto interessante. Si facevano spesso dei viaggi dopo il campionato per far sì che le società guadagnassero dei soldi in più. Girammo diverse città come Melbourne, Sidney, Perth ed altre. Chi c’era mai stato?”.

    Vi spiegarono i motivi per cui il Club scelse di andare in Australia?

    “L’obiettivo di quella nostra visita fu quello di far conoscere il calcio in quelle zone, che all’epoca stava venendo su come movimento, ma era ancora parecchio indietro rispetto a quello europeo. Dopo, con il passare degli anni, abbiamo visto diversi giocatori venire a giocare nelle nostre leghe, anche elementi forti. All’epoca mia, invece, il livello non era eccelso, tanto che vincemmo praticamente tutte le partite organizzate. Però… un però me lo fate dire?”.

    Prego.

    “Fu un viaggio lunghissimo. Lunghissimo davvero. Poco meno di 50 giorni. La prima partita la giocammo a fine maggio, l’ultima – l’ottava – a inizio luglio. E quando tornammo a Roma eravamo in prossimità dell’inizio della stagione successiva, per andare a fare la preparazione estiva. Ci lasciarono due giorni di riposo assoluto perché ne avevamo bisogno…”.

    Archivio Storico AS Roma / Collezione Angelo Onofri
    Archivio Storico AS Roma / Collezione Angelo Onofri

    Delle partite giocate in Australia che ricordo ha?

    “Sono passati diversi anni, ma ricordo bene i gol che segnai: entrambi da inserimenti da dietro, con diverse dinamiche. Mi piaceva creare problemi ai difensori che non si aspettavano di vedermi da quelle parti… Mi sembra pure che gli arbitri che diressero le nostre gare non sempre furono simpatici, ma vabbè, ormai è acqua passata”.

    L’allenatore della Roma di quella spedizione fu Guido Masetti, che sostituì solo per quella parentesi Oronzo Pugliese.

    “Sì, il mister in quel periodo doveva fare un intervento chirurgico, così la guida tecnica in quella circostanza fu affidata a Guido. Lui è sempre stato un grande personaggio nella storia della Roma, lo conosciamo tutti. In quella tournée contava molto sul gruppo ed in particolare si confrontava spesso con il capitano, Giacomo Losi, per prendere le decisioni tecniche”.

    Che capitano fu per voi Giacomo Losi, soprattutto in un’occasione del genere?

    “Meraviglioso. Giacomino è sempre stato meraviglioso con me e con tutto il gruppo. Se io ho giocato nella Roma tre anni, lo devo anche a lui che consigliò il mio acquisto ai dirigenti. Era una figura di riferimento e nessuno gli andava contro, mai. Stare insieme tanto tempo con lui non poteva che essere un privilegio ed un’occasione per imparare, io avevo solo 23 anni”.

    Archivio Storico AS Roma/DuFoto
    Archivio Storico AS Roma/DuFoto