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    De Rossi: "Per provare a ribaltarla dovremo essere perfetti"


    Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Bayer Leverkusen-Roma, semifinale di ritorno di Europa League.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.


    Dybala come sta? Verrà preservato in vista di Bergamo?

    “Nessuno verrà preservato in vista di Bergamo. Le valutazioni che farò le decideremo con i giocatori, il dottore, lo staff sanitario: ma non in vista di Bergamo, bensì solo in considerazione della prestazione che potrà fornire. Dobbiamo valutare bene come sta lui, come stanno gli altri. Sono solo passati un paio di giorni. Non faremo scelte in vista di domenica. Questa è una partita così importante per noi, non possiamo sottovalutarla o dare la precedenza ad un’altra gara che verrà dopo. Ne voglio parlare bene con lui, con il dottore, qualche altra cosa non ve la voglio dire…”.

    Il Bayer Leverkusen ha dato indicazioni ai propri tifosi per i biglietti della finale di Dublino. Come avete reagito?

    “Sono errori che vengono fatti non dallo staff tecnico o dai giocatori. Sono cose che appartengono all’ufficio ticketing o a chi gestisce queste cose qui. E penso che il Bayer squadra, staff, sia ben concentrato per la seconda semifinale. Non ci snobberà. Comunque, lo abbiamo visto tutti quanti, non ci leva il sonno, non avevamo bisogno di ulteriori provocazioni”.

    Ha letto le parole di Gasperini sul codice giallo?

    “Cerchi la polemica te, eh? (ride, riferendosi alla giornalista, ndr) Due domande le hai scelte bene… Mi ero preparato anche io a questa domanda. Ne parleremo quando affronteremo l’Atalanta. Non ne parliamo oggi che di calcistico ha poco a che fare. Ne parleremo più avanti se ne avrete voglia, altrimenti nemmeno ne parleremo”.

    Rispetto alla partita di andata, che cosa non bisogna ripetere e cosa si può ripetere?

    “Prima di tutto la continua applicazione, la ricerca del gol. Quando non abbiamo ricercato il gol loro sono stati bravissimi a farci perdere le distanze con il pressing, ma siamo stati bravissimi dall’inizio a cercare di pressare gli avversari. È una squadra che costruisce molto, noi abbiamo creato qualcosa, soprattutto quando l’umore, l’inerzia si erano un po’ spenti, noi abbiamo interpretato il match al meglio, come vanno interpretate le semifinali. E questa è un’ottima cosa per questa nuova partita, la parte finale della prima è il miglior antipasto per la seconda.

    Il risultato è pesante, non hanno mai perso, ma crederci, provarci, come abbiamo fatto fino all’ultimo secondo della gara di andata creando occasioni abbastanza nette, ci porterà a giocarci la partita anche qui. Poi il risultato sappiamo che è difficile portarlo a casa, ma siamo venuti qui per questo”.

    Ripensando alle grandi imprese della Roma, tipo Roma-Barcellona, ai ragazzi che cosa dirai prima della partita?

    “Non lo so. Ogni tanto preparo qualcosa, altre volte mi viene a braccio. Se prima del Barcellona dissi ai miei compagni, da capitano, che mi fidavo di loro, posso essere sicuro di ripeterlo anche a loro. Mi hanno portato fino a qui con le loro prestazioni individuali e collettive, con le loro qualità umane. Mi fido di loro, sono sicuro che faremo la partita giusta per cercare di fare una piccola impresa.

    Sai, con il Barcellona era in casa, eravamo talmente tanto spacciati che a cuor leggero era quasi più semplice portarla da impossibile a possibile. Il livello della squadra è assoluto, il Bayer Leverkusen è fortissimo, ma il Barcellona erano considerati dei marziani. Tutto mi fa pensare che abbiamo le carte per andare in campo e ricreare quella sorta di atmosfera. Da lì a dire che passeremo non è automatico, ma siamo pronti per fare una partita vera e riaprire la questione”.

    Sul sistema di gioco, questo 4-4-2 in fase di non possesso sta diventando una struttura su cui costruire le partite?

    “A volte le idee che non sono così tanto strane o geniali prendono forza guardando le prestazioni dei giocatori. A volte si fa anche di necessità virtù. La cosa di Stephan nasce per proteggere meglio la fascia a dispetto di Leao e Hernandez, in più avevamo visto alcune partite di Zalewski in nazionale che aveva giocato sul lato del piede forte, non a piede invertito, ci ha fatto pensare che avevamo degli esterni che potevano avere la loro utilità anche sulla parte opposta. Noi non abbiamo una vera e propria ala che gioca con i piedi sulla linea.

    Abbiamo Paulo che vogliamo che venga tanto dentro, ma a volte si lascia un po’ sguarnita quella parte di campo, si perde ampiezza, e allora mandiamo altissimo il terzino. È una cosa che hanno fatto bene i ragazzi: Rick, Zeki, Rasmus. Però, a volte, mettere uno di ruolo, che è abituato a fare l’ala e dall’altra parte avere Spina, che quel ruolo lo sa fare - l’ho visto in nazionale trovarsi così bene in quella zona così alta di campo - potrebbe essere una cosa che potrà tornarci utile non solo in futuro, ma anche nel presente”.

    Quali possono essere tre componenti, se ne bastano tre, per ribaltare la partita?

    “Forse tre non bastano. A volte ne basta magari una o due. Forza mentale sicuramente, un po’ di pazienza e tanta attenzione. Senza andare a parlare dei gesti tecnici. Non abbiamo più margine di errore, non possiamo più sbagliare. A questi livelli gli errori si pagano. Per fortuna non siamo in una finale, abbiamo ancora margine per rimediare agli errori commessi, in alcuni momenti della partita in cui eravamo – secondo me – alla pari con loro.

    Abbiamo ancora margine, ma è l’ultima volta che avremo margine. Fosse stata una finale avremmo già perso e fatto i complimenti agli avversari. Glieli abbiamo fatti, ma abbiamo un’altra chance per provare ad essere perfetti. Loro in 48 partite sono rimasti imbattuti e in queste 48 partite ci sono anche quelli che ieri sera sono andati in finale di Champions e anche chi stasera si gioca la finale. Significa che è una squadra speciale. E questo glielo riconosciamo. Ma dentro queste partite c’è chi li ha messi in difficoltà, chi ha rischiato di vincere e ha giocato bene, anche in Europa League hanno rischiato di andare fuori. Torniamo al discorso di prima: bisogna essere perfetti, sono molto difficili da affrontare. E per essere perfetti bisogna essere forti di testa, avere pazienza, un grande cuore”.

    Ti aspetti un Bayer senza punte come all’andata?

    “Come all’andata non lo so. All’andata avevamo preparato due partite, pensavamo che avrebbero giocato con una punta di peso perché nel 90% delle volte avevano giocato così. Ma avevamo pure tenuto conto che in alcune occasioni, tipo contro il Bayern, avevano giocato con il falso nove e con i piccolini davanti, con Frimpong più alto e Stanisic dietro. Questo è il bello di questo lavoro, preparare le partite.

    Quando hai due giorni il primo giorno fai scarico, il secondo poi fai preparazione gara un po’ al video e un po’ in campo. Cerchi di dare quelle nozioni che i ragazzi possono portarsi dietro, non cento cose, ma quelle più probabili, cercando di metterci mano quando arrivano le formazioni e spiegare loro come andare a prenderli. Se poi cambiano in campo, devi comunicare dalla panchina”.