UEFA Europa League, Giovedi, 9 MAG, 21:00 CEST
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    De Rossi: “Non possiamo pensare solo a non prendere gol, dobbiamo segnare”


    Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa alla viglia di Brighton-Roma, ritorno degli ottavi di finale di Europa League.

    Che tipo di partita sarà domani? Voi siete andati bene quando dovevate governare la partita, come sarà gestirla in questa occasione? Si cresce anche gestendo le gare… Sei curioso di vedere questa prova di maturità?

    “Penso che la gestione per un calciatore o per un allenatore sia il pane. Gestire i momenti, i risultati, il proprio corpo, tutto. Però sbagliamo se diamo alla parola gestione un significativo negativo, speculativo.

    Gestire non vuol dire chiudersi in area e sperare che non ne facciano quattro anche loro. Gestire vuol dire riconoscere le fasi della partita, riconoscere le fasi psicofisiche calcistiche dell’avversario e proprie. E se c’è stata una partita dove abbiamo gestito veramente bene le forze è quella dell’andata.

    Dove loro nel secondo tempo hanno preso il pallino in mano, che è una cosa che succede anche quando giocano contro squadre tra le più forti della Premier, e noi siamo stati bravi a stare un po’ più coperti e fare male in contropiede.

    È una qualità della squadra, viene dopo tanto lavoro insieme, dopo un percorso di crescita, di conoscenza tra me e i giocatori, ma anche tra i giocatori stessi tra di loro. Io posso fare dei cambi che possono gestire un certo momento, ma loro devono gestire ogni pallone. E ogni pallone è una storia a sé”.

    Vorrei chiederti lumi sulle condizioni di Lukaku e Dybala. L’eventuale doppia assenza dei due dalla squadra titolare, potrebbe dare un messaggio alla squadra del tipo: “Siamo quasi arrivati alla fine dell’opera”.

    “Sarebbe un messaggio sbagliatissimo. Non siamo quasi alla fine dell’opera, ma solo a metà strada, al 100%. Paulo sta bene, sta con noi come gli altri giocatori.

    Lukaku ha questo problema all’anca che si porta dietro da molto tempo, mesi, forse anni e ogni tanto gli rispunta fuori. E quando gli spunta fuori, deve gestirlo con un po’ di riposo.

    Ora non chiedermi quanto riposo, non lo so, ma un po’ di riposo che non gli permetteva di stare qui, quindi negli ultimi due giorni mi ha detto che non ce la faceva a venire.

    Qualsiasi formazione noi schieriamo, ce lo impone il nostro lavoro, l’amore per questa professione, amor proprio e orgoglio, a maggior ragione se mancano giocatori che giocano più spesso, vado a fare una grande partita.

    Dimostro che se ci sono o non ci sono per noi non cambia niente. Sarebbe la gioia più grande, anche iniziare a cambiare questo concetto, che senza Dybala e Lukaku non si possa giocare a pallone.

    Anche perché io penso che ci siano giocatori molto forti in questa rosa e penso che si possa andare a giocare anche senza di loro, qualora non giocasse Paulo, questo ancora lo devo decidere. Ma sono proprio tranquillo con i giocatori che ho a disposizione oggi”.

    Hai giocato tante sfide europee con la Roma, alcune anche con risultati negativi eclatanti. Cosa si può trarre da partite o serate del genere? C’è un rischio che, secondo te, si può correre domani?

    “Tutti ogni partita corrono il rischio di prendere più gol di quelli che si immaginavano. Nemmeno il Brighton pensava di prendere quattro gol all’andata. Non bisogna andare forse così tanto lontano per preparare una partita così, per spaventarci ed essere pronti.

    Basta tornare alla gara di andata, dove abbiamo fatto un primo tempo secondo me eccezionale, meritatamente finito in vantaggio. E loro avevano rischiato di andare in vantaggio con un tiro deviato per sfortuna sul palo da Ndicka.

    Un gol dopo sei minuti, anche se sfortunato, potrebbe cambiare la partita. Naturalmente, prendi un gol dopo sei minuti, continui a giocare da squadra vera, non è un dramma. Però, insomma, dobbiamo essere consapevoli che il Brighton all’andata ha avuto 4 o 5 occasioni da gol.

    È una squadra che di solito segna, noi stiamo segnando parecchio penso. Se dovessimo fare uno o due gol, che è la media da quando sono arrivato io, e loro farne sei, sarebbe tanta roba per il Brighton. Noi dobbiamo pensare ad essere pronti e fare un’altra grande partita.

    I numeri ci dicono che segniamo un paio di gol a partita e farli significherebbe, magari, chiudere il discorso come è successo all’andata. Dobbiamo prepararla così.

    È chiaro che un po’ ti ronza in testa il risultato, sono stato calciatore, forse un millimetro di rilassatezza ce lo puoi avere, ma pure loro potrebbero stare in ansia a guardare il cronometro ogni due secondi. Il calcio è così, c’è anche un aspetto mentale, passionale, che ci portiamo tutti dentro e, ovviamente, fa parte di quella che è la partita che andiamo a vedere”.

    Lei nelle sue migliori previsioni si aspettava questa parabola e questo impatto nella Roma? 

    “Io penso che, fisiologicamente, tutte le grandi squadre, come è la Roma, hanno dei momenti di calo, ma poi si ritirano su, a prescindere da chi sia l’allenatore. Proprio perché hanno dei giocatori fisicamente spesso e volentieri più forti di quelli che affrontano. Le partite alla fine le vinci, io sono contento del percorso che stiamo facendo.

    È ovvio che nei miei migliori auspici c’era questa partenza, non solo come risultati, ma anche come feeling che si è creato. Non solo umano, ma anche calcistico. Come già detto in un’altra conferenza, mi sembra che loro credano in maniera forte quello che io provi a trasmettergli.

    E niente, sono soddisfatto. Partita dopo partita vedo cose che mi piacciono sempre di più. A volte poi ci sono gli avversari, ci sono degli intoppi, ma arrivare alla sosta con un grande risultato domani sera e domenica sarebbe forse una delle migliori partenze che potevamo sognare”.

    Nella fase difensiva dovete migliorare per questa partita? E che Brighton ti aspetti rispetto all’andata?

    “Non lo so perché hanno tanti giocatori davanti, alcuni con caratteristiche simili, altri con caratteristiche diverse. Mi aspetto che Roberto ci stupisca, come ha sempre fatto quando prepara le partite. Stupisca dal punto di vista delle scelte, non che ci colga impreparati.

    Se parliamo dei loro risultati di un po’ di tempo fa, bisogna dire con onestà che hanno perso due o tre calciatori molto importanti per loro, soprattutto nel reparto offensivo tra centrocampo e attacco. Però la squadra che ho visto a Roma è una squadra assolutamente competitiva, che può far gol a tante squadre, ma ovviamente noi ci stiamo preparando per fare noi dei gol a loro e per non concederne.

    Non so quanto cambieranno. De Zerbi, come ho detto, è un allenatore geniale, sorprendente, ma non mi aspetto che cambi modulo anche perché lui prepara sempre le partite per fare gol, sempre per attaccare, non credo che si dovranno snaturare più di tanto. Non è una squadra difensiva che dovrà fare una partita offensiva per la prima volta.

    È venuta a Roma per fare gol e quando hai questa mentalità, questi giocatori, questo allenatore, rischi di farne. Hanno avuto qualche occasione, rischi anche di prenderne come ne hanno presi e magari potevano prenderne anche di più.

    È stata una partita molto bella dal punto delle occasioni, ma siamo stati più bravi a concretizzarle. Sarà una bella partita, ma speriamo anche un po’ più noiosa… Per dire, uno 0-0 non ci farebbe schifo. A parte le battute, noi dobbiamo fare una partita pensando a fare gol. Se pensiamo solo a non prenderne, dopo 10 minuti ci abbassiamo, ci abbassiamo e rischiamo di non uscire mai”.

    Tra le varie valutazioni che farà sulla partita di domani, peseranno anche i giocatori diffidati?

    “No, vanno in campo i migliori. Faccio tante valutazioni, ma non sui diffidati. E non dirò ai giocatori diffidati di stare attenti, di non prendere il giallo, sarebbe il modo peggiore di iniziare la partita. Sarebbe il messaggio peggiore.

    È ovvio che non devono prendere, nessuno di loro, gialli per scemenze, ma devono giocare, devono giocare normale. Perché, se giochi per non prendere il giallo, prendi il rosso”.