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    De Rossi: “Siamo rimasti dentro la partita fino alla fine, avevamo bisogno di questo entusiasmo”


    Grazie a uno strepitoso gol di Llorente, la Roma acciuffa all’ultimo soffio un pareggio d’oro sul campo della Fiorentina.

    Ecco come mister De Rossi ha commentato la prestazione dei giallorossi.


    Quanto ha scombinato i piani quel giallo a Mancini dopo 5 minuti? Ma al di là del giallo, come mai è andata così in difficoltà la Roma, con l’assetto del primo tempo?

    “Penso che non sia stata colpa del giallo a Mancini: un po’ è stato il nostro atteggiamento, il fatto che loro vincessero tante seconde palle, tanti duelli aerei, e un po’ è stata anche qualche scelta mia che non ha aiutato al 100%.

    Non abbiamo fatto un bel primo tempo, è stato moscio sotto tutti i punti di vista. Il secondo è andato molto meglio, anche se, pur avendo preso il pallino in mano, abbiamo calciato troppo poco per quanto abbiamo tenuto la palla. Quindi, dobbiamo lavorare anche su questo”.

    A cosa si riferisce quando parla di scelte sue?

    “Intanto, un’analisi uno se la deve fare, quando le cose non vanno bene. Abbiamo fatto tre partite dopo le gare di Coppa: dopo le sfide con il Feyenoord e con il Brighton, abbiamo fatto tre brutti tempi, con il Frosinone, con il Torino e oggi con la Fiorentina. 

    E ogni volta, dopo quelle partite (di Coppa, ndr), ho messo la difesa a tre per dare più sicurezza alla squadra. Si vede che i giocatori non ne hanno bisogno, e forse più avanti dovremo analizzare questa cosa. Quando li vedo stanchi, magari ritorno a un sistema che li ha fatti sentire sicuri per tanto tempo e dove riuscivano a essere quasi insuperabili, perché era difficilissimo fare gol alla Roma quando giocava a 5. Almeno, così mi ricordo. E invece, si vede che sono un po’ nella fase di rigetto di quel modulo, e ci dovrò pensare bene la prossima volta”.

    Quando hai sostituito Mancini, hai mandato a scaldare anche Karsdorp: avevi in mente di passare subito a 4? E poi: la Roma ha vinto tante partite con la qualità del gioco, quanto è importante non averne persa una anche da un punto di vista della personalità?

    “Sì, avevo mandato a scaldare sia Karsdorp, sia Celik, perché volevo mettermi subito a 4, ma poi ho pensato che fosse un cambio che avrei potuto fare anche successivamente. Non avevamo una squadra con tantissimi centimetri, e lo abbiamo visto: abbiamo sofferto sia sui calci piazzati, sia sulle palle lunghe. Tenere Dean (Huijsen, ndr) in campo, che è un ragazzo alto e può fare il terzino, mi permette di non sprecare un cambio se volevo rimettermi a 4. Sì, quindi, avevo pensato di fare quel tipo di cambio, ma ho deciso di mettere Dean. 

    Il discorso di non perdere una partita del genere è fondamentale, ma non solo per la classifica ma anche per l’entusiasmo che si respirava nello spogliatoio. A me non piace festeggiare i pareggi, ma abbiamo pareggiato contro una grande squadra, che ha giocato molto bene, in uno stadio difficile dove tante squadre perdono. Siamo rimasti dentro la partita con un atteggiamento giusto fino alla fine. 

    A volte, in un campionato lungo, in una corsa lunga, ci stanno anche serate così, ma tra perderle e pareggiarle ci passa il giorno e la notte: non solo per il punto in classifica, ma per quei tre minuti con i ragazzi sotto al settore. È un entusiasmo di cui noi abbiamo bisogno”.

    La Roma ha fatto il 68% di possesso palla, e di solito è la Fiorentina che ha questi numeri. Con il 4-3-3 del secondo tempo avete alzato il baricentro di 20 metri, avete cominciato a comandare il gioco, e soprattutto giocavano tutti con serenità nelle posizioni. Ci ha impressionato questo secondo tempo, rispetto al primo.

    “Nelle ultime partite mi aveva lasciato delle belle impressioni questa squadra, per come giocava, per come si muoveva senza palla. Secondo me, anche nel secondo tempo abbiamo tirato troppo poco per quanto abbiamo tenuto la palla, ed è la cosa che dobbiamo risolvere.

    Però, ripeto, ci stanno anche gli avversari. Abbiamo preso il 2-1 proprio nel momento in cui stavamo giocando meglio, avevo anche la sensazione di poterla vincere, per come si è girata la partita. Il gol del 2-1 ci ha un po’ ammazzato. 

    Poi, ci sono le individualità: sia quelle che hanno creato il gol del 2-2 e il portiere, che ha parato il rigore e ci ha tenuto in vita”.

    A proposito di quel gol, Llorente ha messo in mostra questi colpi in allenamento? E Mancini ha capito il senso di quel cambio?

    “Diego è un giocatore di una qualità impressionante, è quasi sprecato come difensore, è un calciatore con un piede e delle letture importantissime. È uno che secondo me in carriera qualche gol già lo ha fatto. Ed Evan gli dà una palla d’oro, non facile: su un crosso teso, riesce a smorzare questa sponda. Un gol bellissimo, provato e riprovato in allenamento (il mister scherza, ndr). È stato veramente bello.

    Quanto al Mancio, è un discorso che non abbiamo bisogno nemmeno di affrontare con lui. Era totalmente chiaro… Lo stadio chiedeva questo secondo giallo quasi più un gol. Non un discorso tattico, ma tecnico, per prevenire un’espulsione, perché, al di là del regolamento – io non ho rivisto gli episodi –, si respirava forte allo stadio la protesta della gente, e per me di lì a poco l’arbitro l’avrebbe buttato fuori”.

    Come sta Dybala? E che partita ha fatto per lei Aouar?

    “Dybala ha fatto una grande partita, si è venuto a prendere la palla anche in posizioni meno consone a quello che fa di solito: non solo nel suo spicchietto di campo, è venuto tanto spesso a dare una mano e a cercare di costruire, perché quell’uomo-uomo lo soffrivamo, per uscire dalla pressione. Mi è piaciuto. È uscito, ma lui dice di non avere niente di particolare. Era solo un po’ affaticato. E ci sta, dopo avere giocato tantissime partite, tantissimi minuti.

    Quanto ad Aouar, per me è un giocatore molto forte. Ha fatto un bel gol, e sono contento perché gli darà morale. Ha fatto fatica anche lui nel primo tempo, come tutti quanti, però sono contento che abbia fatto 90 minuti perché, al di là delle sue qualità, è un ragazzo che si merita di stare dentro questo gruppo: si è sempre allenato grande attenzione. 

    Capisce che mi piace l’evoluzione che sta avendo in queste ultime settimane, mentre quando sono arrivato era un giocatore un po’ diverso. Sono contento di lui e che abbia fatto gol, perché penso che lui, con il morale alle stelle, possa darci una mano”.

    È bello l’atteggiamento di Aouar, che ha dato il suo contributo (DAZN mostra le immagini di un suo recupero palla, ndr): in un momento in cui la Roma sta soffrendo, fa una corsa di venti metri. È un atteggiamento positivo: penso che sia quello che tu vuoi vedere.

    “Assolutamente. Sono piccole clip che mi fate vedere, ma che poi io farò vedere a loro. Perché sono quelle che fanno la differenza. Non basta quello. Specie nel primo tempo, abbiamo perso tante seconde palle, tanti duelli aerei. 

    Il loro gioco era molto diretto sulle punte, e se hai quell’atteggiamento, quella rabbia che ho visto nella clip, magari il possesso palla l’avremmo tenuto ancora di più, per non parlare dei calci piazzati.

    Analizzeremo tutto, ma questa clip di Aouar mi è piaciuta. Mi è piaciuto tantissimo il fatto che la partita fosse praticamente finita, il calcio d’angolo era stato battuto basso e l’anticipo di Zalewski ci ha permesso di fare l’ultimo tentativo. 

    E ci portiamo a casa un punto importante, perché hanno fatto una grande sponda, un grande cross, un grande gol, ma anche perché qualcuno è andato lì, ha anticipato, ha corso dall’altra parte del campo e ci ha permesso di avere l’ultima chance”.