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    De Rossi: “Sono orgoglioso dei ragazzi, hanno fatto una partita da giocatori veri”


    Queste sono state le parole di mister De Rossi dopo la sfida casalinga con l’Inter.

    Il messaggio principale è che la via della Roma è questa, è giocare a pallone?

    “Sì, giocare a pallone. E quindi dobbiamo giocare a pallone. Penso che ci siano tante risposte positive da questa partita e anche qualche risposta che ci fa capire che, se vogliamo giocare alla pari di queste squadre grandissime, non possiamo abbassare mai il livello, perché poi sono tanto bravi e ti castigano.

    Credo che sia stata una partita sostanzialmente pari, con dei momenti un po’ più favorevoli a loro, soprattutto a inizio secondo tempo, e momenti un po’ più favorevoli a noi, però io sono orgoglioso dell’atteggiamento e della partita dei miei ragazzi. Penso che abbiano dato tutto e anche lo stadio glielo lo ha riconosciuto, e quando lo stadio te lo riconosce, non è mai per caso, non è per darti il contentino.

    Sono orgoglioso di loro perché hanno fatto una partita da giocatori veri, contro una squadra molto forte. E io penso che quello che ho visto sia la strada giusta”.

    Ha parlato di livello: quanto hanno pesato i singoli? Nel senso che ci sono stati un quarto d’ora di Thuram che strappa e ribalta la partita e le due occasioni di Lukaku. 

    “È tanto facile mettere solo gli episodi negativi sulla bilancia, è tanto facile accollarla a un giocatore. Io penso che gli episodi nel calcio siano tutto. Penso che le partite si vincano tutti insieme. Undici giocatori, me compreso, abbiamo abbassato un po’ il livello nella prima parte del secondo tempo. Se lo fai contro il Verona e a Salerno, vinci la partita perché sei più forte delle altre squadre; se lo fai contro l’Inter, ci sta che la perdi.

    Se poi vogliamo andare a cercare colpevole, io sono il meno adatto a questo giochino, perché non mi piaceva quando giocavo e non mi piace adesso. Tutti hanno fatto la loro partita. E se la Roma ha fatto una partita che io considera buona, è per merito di tutti quanti, e se abbiamo perso, è perché tutti siamo stati al di sotto dell’Inter, ma neanche troppo”.

    Partenza forte della Roma, che è riuscita a fare due gol a una squadra che ne aveva presi dieci in ventidue partite. Qui si capisce la tua mossa tattica: stringevi Angelino e si abbassava un po’ El Shaarawy, che ha fatto la differenza in questo primo tempo fantastico, dove difendeva e ripartiva in campo aperto con la qua qualità. 

    “Noi abbiamo proprio deciso di giocare, di difendere a cinque, di metterci a specchio, un po’ anche per rispetto della squadra avversaria, perché sapevamo che erano molto forti e non volevamo dare loro tutta quella ampiezza che trovano sempre con le sponde di Lautaro, ma anche solo con il giro-palla. E quindi avevamo detto di difendere a cinque.

    L’unico rischio era che Angelino non avesse la classica fisicità del centrale difensivo di sinistra, però volevamo sfruttare le sue doti di uscita dalla pressione e penso che, per certi versi, lo abbiamo fatto anche bene.

    Siamo stati bravi, è stato bravo Stephan. Sapevamo che dovevamo ripartire, che avremmo dovuto fare una partita coraggiosa, giocando, che ci sarebbero stati dei momenti nei quali avremmo sofferto e in quei momenti avremmo dovuto giocare, tra virgolette, da provinciale, ripartire, andare in contropiede, perché poi le partite si risolvono anche così”.

    Cosa lascia questa sconfitta?

    “Lascia una partita da analizzare, una condizione da analizzare, un gioco da analizzare, delle scelte da analizzare.

    Io sono figlio calcistico di Luciano Spalletti: quando ci facevano i complimenti perché avevamo perso ma avevamo giocato bene, lui diceva: ‘Nessun complimento, hai perso in casa e devi lavorare su qualcosa’. Raramente le sconfitte sono totalmente immeritate.

    Questa non lo è, l’Inter non ha rubato niente. Sarebbe potuta finire in pareggio, abbiamo visto anche un po’ di dati nello spogliatoio. Sarebbe potuta finire in pareggio, ma l’Inter non ha rubato nulla. Se vogliamo competere al livello di questa squadra, che è molto forte, dobbiamo salire e diventare perfetti, analizzando la sconfitta.

    Se siamo contenti, tra virgolette, perché abbiamo giocato una buona partita ma abbiamo perso, vuol dire che la direzione è la mediocrità e noi non possiamo permettercelo”.

    È successa un po’ la stessa cosa capitata con il Verona: a inizio ripresa si è abbassato il baricentro, ed è venuta fuori la squadra avversaria, per poi fare un finale a una metà campo. Perché questo saliscendi mentale? Forse, ci sono tante partite all’interno di una gara: forse questo è l’aspetto sul quale migliorare?

    “Sì, dobbiamo migliorare. Devo migliorare, devo lavorare in questa direzione. Evidentemente, nello spogliatoio non abbiamo toccato i tasti giusti. Abbiamo preparato la partita sapendo che ci sarebbero state tante partite all’interno.

    Penso che venire a giocare contro l’Inter, e pensare di non soffrire mai, di non venire schiacciati un po’ per novanta minuti, sia quasi utopistico ora come ora. Però, penso che in quei momenti, quando si soffre, bisogna fare legna, come si dice in gergo: bisogna continuare a dare pressione alla palla, e mai lasciare il portatore di palla libero, perché sennò questi iniziano a ruotare tra di loro e non li prendi mai.

    E poi dobbiamo essere perfetti: su quelle scalate che abbiamo fatto bene per tutta la partita, in occasione dell’autogol di Angelino ci siamo confusi. Ci siamo trovati con Paulo Dybala che ha fatto settanta metri di allungo per venire a difendere su un cross dentro l’area. Questo è uno dei piccoli tasti sui quali dobbiamo lavorare. La perfezione contro questa squadra è necessaria, altrimenti ti fanno gol”.

    L’Europa League è una priorità? Pensate di poter essere all’altezza?

    “Noi dobbiamo essere all’altezza di tutti. Non siamo inferiori a nessuno. Se guardi alla griglia di tutte le squadre che partecipano all’Europa League, ce ne sono alcune con dei nomi, con delle rose importanti. Però noi siamo una squadra altrettanto forte. Bisogna lavorare.

    Non dobbiamo giocare contro tutte quante, abbiamo solo il Feyenoord da battere. Il nostro obiettivo è questo. Abbiamo due gare, la prima la andiamo a giocare in uno stadio molto caldo. Dobbiamo essere pronti sia di gambe, sia di testa, perché sarà una sfida difficile”.