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Addio a Severino Lojodice, leader della Roma Anni 50


Addio a Severino Lojodice. È morto ieri, 18 settembre, ala della Roma degli Anni 50. Ha vestito la maglia giallorossa 96 volte, segnando 24 gol.

Arrivò alla Roma quasi come una scommessa. Nella stagione 1955-56, Severino Lojodice era stato il giocatore rivelazione del campionato di Serie B, al punto tale da entrare subito nel giro della Nazionale militare. Che fosse un calciatore di alto livello, la Roma se ne accorse subito. 

Il suo primo impegno in giallorosso fu la tournée in Venezuela del 1956. Neanche il tempo di presentarsi ai nuovi compagni, salutare Giacomo Losi che era stato con lui alla Cremonese, che, prima di giocare col Real Madrid, gli viene recapitato un telegramma che gli annuncia la nascita della figlia. Il tecnico Sarosi gli dice che, se vuole, può anche non giocare. Lui gioca, la Roma batte 2-1 i campioni d'Europa del grande Alfredo Di Stefano con una doppietta di Severino Lojodice. 

Non è stata certo quella la sua unica giornata di gloria, dato che nei tre anni in giallorosso ha sempre assicurato un ottimo rendimento. Andò in gol in Serie A già alla sua seconda presenza, un rasoterra fortissimo con cui la Roma vinse 2-1 col Palermo. Nelle successive stagioni il rendimento sarà sempre in crescendo, andrà molto bene anche in fase realizzativa, segnando 10 gol nel campionato 1957-58 e 11 in quello dopo, risultando il secondo miglior realizzatore della squadra. 

Giocatore molto istintivo e dotato di un ottimo tocco di palla, nelle sue giornate migliori sapeva essere un vero e proprio leader tecnico. Divenne definitivamente un idolo il 19 gennaio 1958, quando disputò probabilmente la migliore partita della sua carriera. La Roma batté la Juventus capolista 4-1 e lui segnò una doppietta. 

Spettacolare il secondo gol, accompagnato da un Olimpico tutto in piedi con già alcune fiaccole accese per festeggiare la vittoria: raccolse un pallone lanciato con le mani da Panetti, volò sulla sinistra per poi accentrarsi una volta raggiunto il limite dell'area e dribblare il portiere. Una fuga solitaria e un'emozione che gli impedì di rilasciare interviste a fine partita, quando era l'uomo più ricercato. 

Troppa, troppa emozione. "Non ha parlato perché piangeva", riportarono i giornalisti. La Juventus ne rimase così colpita che nel 1959 riuscì ad acquistarlo, ma lui non ha mai dimenticato la Roma. "Amo i suoi tifosi e finché campo sarò vicino a loro", disse in un'intervista di qualche anno fa. 

“Ogni volta che gioca la Roma, spero che vinca, per vederli felici”. Basterebbe questo per sentirsi sempre vicini a Severino Lojodice.