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    Mourinho: "Ci siamo meritati di giocare questa finale"


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa a Budapest alla vigilia della finale di Europa League contro il Siviglia.

    Il tecnico giallorosso ha incontrato i giornalisti nella sala stampa della Puskas Arena.

    Ecco le sue parole.


    Che percorso è stato quello della Roma in Europa League finora?

    “Tragitto lungo, diverso rispetto a quello del nostro avversario che viene dalla Champions. Noi abbiamo fatto 14 partite in questa competizione, per arrivare qui. Senza dubbio lo meritiamo. Per questo che dalla settimana scorsa, durante il media open day della UEFA, che ripetiamo di voler giocare questa finale.

    È così, vogliamo giocare questa finale, sta arrivando l’ora. Abbiamo lavorato su questo negli ultimi due o tre giorni per cercare di stare in condizione e lottare per questo titolo”.

    Lei ha detto che la storia non gioca. Come si contiene l’emozione, la pressione, l’entusiasmo?

    “Io penso lavorando. È quello che abbiamo fatto in questo poco tempo. È una squadra che negli ultimi due mesi ha giocato quarti di finale, semifinale, partite di campionato, viaggi. Non abbiamo avuto molto tempo per lavorare, ma più di recuperare e stare al meglio possibili. Ma negli ultimi due giorni abbiamo avuto questa possibilità.

    Più saranno tranquilli i giocatori che vanno in campo, meno sarà la pressione. Io dico la storia non gioca. Il mio collega Mendilibar la pensa diversamente. E io ho tanto rispetto per lui. Lui pensa che il Siviglia sia favorito per la storia.

    Noi siamo in una finale perché lo abbiamo meritato. Loro hanno una storia che noi non abbiamo. Un’esperienza che noi non abbiamo. Per loro giocare una finale di Europa League è diventato quasi una cosa normale, per noi è un evento straordinario. Per i loro tifosi viaggiare per una finale europea è quasi la stessa cosa che viaggiare in Spagna per partite di campionato, mentre per i nostri tifosi è qualcosa di storico, di indimenticabile. Ma domani, quando la partita inizierà, vorremo stare lì. E saremo lì”.

    Tredici anni fa a Madrid vinse la Champions con l’Inter completando il triplete, ma poi se ne andò. Visto che con i tifosi della Roma si è creato un gran rapporto, qualcuno pensa non è che Mourinho ci regala un’altra gioia e poi se ne va? Così, magari, diventa una gioia a metà.

    “Io penso che se qualcuno ha una domanda del genere può farla a Mendilibar, che non ha contratto. E sembra che la sua situazione sia più complicata della mia.

    Io ho parlato con i miei due capitani, che mi hanno fatto una domanda simile alla tua, a loro ho risposto in modo molto obiettivo, loro sanno perfettamente quello che penso io. Ed è una cosa tra me e loro. C’è una differenza molto grande con la situazione dell’Inter. All’epoca era praticamente fatta con il Real Madrid, mancava solo la firma. Ora io non ho contatti con altri club. Stiamo parlando di una situazione molto diversa. Ma l’io non è importante. Conta il noi, noi, noi.  E domani saremo noi. Così vogliamo giocare, noi vogliamo giocare”.

    Mister, ho parlato con alcuni amici e colleghi di Madrid. Le porto un messaggio da parte loro: “Il Siviglia è una grandissima squadra, ma la Roma ha qualcosa in più e quel qualcosa in più si chiama José Mourinho”. Glielo volevo riportare, a Madrid le vogliono ancora tanto bene.

    “Io voglio tanto bene al Madrid. C’è una situazione unica. Voglio tanto bene al presidente e tanto bene all’allenatore. Figurati com’è il rapporto tra me, il club e i madridisti. Ma l’allenatore non gioca, lavora tanto prima della partita, durante la partita lavora poco. Ho detto ai miei ragazzi, agli assistenti, agli analisti, ho detto oggi che il nostro lavoro è finito. Siamo qui per aiutare un pochino, ma ora la storia la fanno i ragazzi. 

    I colleghi di Madrid dicono bene. Il Siviglia non è solo una grande squadra, sono due grandi squadre. Hanno 25-26 giocatori di altissimo livello. Hanno un bambino, Bueno, l’unico della Primavera, che ha giocato contro il Real Madrid. Poi hanno esperienza, qualità, tante opzioni. Quello che dicono i colleghi di Madrid lo condivido.

    Però loro non conoscono i miei ragazzi, non conoscono la mia squadra in quanto squadra. E domani noi saremo lì”.

    In questa partita pesa di più l‘esperienza di un allenatore, in questo caso la sua è superiore a quella di Mendilibar, o il curriculum della squadra, e qui quella del Siviglia in Europa è superiore? Oppure, il monte ingaggi del club, con quello della Roma che è più alto? 

    “Non dirmelo che non ci credo. È vero questo? È curioso, visto i giocatori che ha il Siviglia, se il monte ingaggi della Roma è più alto allora i giocatori del Siviglia guadagnano poco. Stiamo parlando di giocatori tutti di alto livello. Noi abbiamo anche ragazzini che fino allo scorso anno giocavano nelle giovanili. 

    Se giocatori come Zalewski, Bove, Tahirovic guadagnano di più di Lamela, Montiel e En Nesyri allora questi sono sottopagati. Non credo che sia così. Sull’esperienza mia e di Mendilibar la differenza è che io ho avuto più opportunità di giocare in Europa, parliamo di due allenatori della stessa generazione, con gli stessi anni di esperienza e con gli stessi capelli bianchi. Siamo in una situazione molto simile. Per i giocatori è lo stesso, ovvio che i loro hanno un’età più alta, più esperienza, più finali ma non è che i miei arrivino qui senza nulla. Abbiamo due anni di lavoro insieme, 29 partite europee accumulate in due anni”.

    Nella Roma, in questi due anni, cosa ha avuto di diverso rispetto all’esperienza al Tottenham?

    "La Roma mi ha dato la possibilità di giocare le due finali che abbiamo conquistato, a Tirana e quest’anno, il Tottenham no".

    La conferenza finisce qui, mentre il tecnico guadagna l’uscita della sala stampa, i giornalisti gli chiedono insistentemente notizie sulle condizioni di Dybala. E Mourinho risponde così: “Dybala? 20-30 minutini ce li ha”.