La stagione 1998-99 della Roma è stata un punto di partenza verso la gloria tricolore. Otto giocatori della formazione tipo saranno campioni d’Italia nel 2001. È una squadra forte, lo sta cominciando a capire. Il presidente è Franco Sensi, l’allenatore Zdenek Zeman.
A fine campionato è quinta con 54 punti in 34 gare, 15 vittorie, 9 pareggi e 10 ko. Inoltre, ha il miglior attacco con 69 reti segnate.
Ecco 5 partite indimenticabili di quella stagione.
Una vittoria da leggenda. Nel vero senso della parola. Perché su questa partita nasce la leggenda “popolarromanista” dei “due gol di Bartelt alla Fiorentina”. In realtà, l’attaccante argentino ex Lanus – arrivato a Roma in estate dopo tanti nomi di centravanti spesi durante il mercato, da Inzaghi a Montella passando per i brasiliani Dodò e Christian – non segnerà mai in questa partita. Ma sarà l’ispiratore dei due gol giallorossi.
Il primo per un assist diretto a Alenitchev, il secondo per aver creato scompiglio dopo una serie di tiri ribattuti dalla difesa viola, con Francesco Totti a ribadire in rete. La squadra di Zeman vince in 9 contro 10 in rimonta. Il successo arriva tra il novantesimo e i minuti di recupero. Un tripudio romanista, avvenuto sotto curva Sud.
È la partita in cui Francesco Totti è per la prima volta capitano designato della Roma. Ottiene i gradi da Aldair nella settimana che porta alla partita, dopo la trasferta di Milano con il Milan particolarmente sfortunata. 3-2 per i rossoneri e tantissimi rimpianti per gli uomini di Zeman. La squadra è chiamata al riscatto nella sfida interna contro l’Udinese, valido per la settima giornata. E il riscatto arriva, grazie anche al talento numero 10 che la prende per mano.
Totti realizza una doppietta, gli altri due gol sono realizzati da Eusebio Di Francesco e Paulo Sergio. Particolarmente bello il primo gol del capitano, sotto Curva Sud, davanti lo striscione del Commando Ultrà Curva Sud. Rilancio del portiere Chimenti, sponda di testa di Marco Delvecchio a servire Totti in profondità, sinistro al volo sotto il sette sul primo palo, impossibile da prendere per Turci.
Non solo una partita di calcio, questo Roma-Juventus valido per la nona giornata di campionato. Le dichiarazioni di Zeman in estate sulle farmacie e sugli uffici finanziari avevano avuto come destinatari principali proprio i bianconeri. E tutto l’ambiente romanista si stringe alla sua squadra e al suo allenatore per vincere sul terreno di gioco. Sugli spalti diversi sono gli striscioni di scherno dei tifosi della Roma, l’Olimpico è un catino.
Sul campo la Roma dimostra di essere superiore dei bianconeri. Nonostante la squadra di Lippi sia senza l’infortunato Del Piero, può schierare Filippo Inzaghi e Zinedine Zidane, con l’ex Daniel Fonseca che farà il suo ingresso al 44’ del primo tempo. La Roma passa in vantaggio in chiusura di primo tempo con Paulo Sergio, servito da uno scavetto delizioso di Totti da calcio di punizione. Il brasiliano impatta di prima intenzione superando Peruzzi.
Nella ripresa, Montero si fa buttare fuori e la Roma ne approfitta. Candela dalla sua fascia sinistra porta palla, entra in area e, invece di servire al centro, tira direttamente in porta realizzando il 2-0. Non solo tre punti in più in classifica. Tanto godimento. Anche nelle parole dell’attore Valerio Mastandrea uscendo dallo stadio: “Non godevo così dall’ultimo derby vinto”.
Non solo un derby, un romanzo di 90 minuti e oltre. 6 gol segnati, emozioni a fase alterne, emozioni mozzate sul più bello e tanta altra roba ancora. Lazio-Roma 3-3 ispirerà negli anni successivi anche un monologo teatrale dell’attore romanista Giuseppe Manfridi. La partita è delicata per la squadra di Zeman non solo perché è una stracittadina, ma anche perché la Roma viene da 4 ko di fila con la Lazio. Psicologicamente non è semplicissimo.
Stavolta la storia sembra diversa. La sblocca quasi subito Marco Delvecchio, servito da un assist al bacio dell’esterno sinistro camerunense Pierre Wome. Ma poi i fantasmi tornano a manifestarsi sinistramente. La Lazio di Eriksson pareggia tre minuti dopo con Mancini e poi nel secondo tempo arriva fino al 3-1. Sembra un’altra notte maledetta. Oltretutto la Roma resta anche in dieci per un’espulsione di Fabio Petruzzi. Ma ad un certo punto scocca una scintilla.
La riscossa la guida Eusebio Di Francesco con un gol in mischia a circa dieci minuti dalla fine. E due minuti dopo, su suggerimento di Delvecchio, Totti firma il suo primo gol nei derby superando Marchegiani con un piatto sporco, ma efficace da entrare in porta docile. La squadra esulta sotto la Sud. Franco Sensi esulta in tribuna come un ossesso: “Gooooool”. 3-3. E non è finita, perché tre minuti più tardi Delvecchio svetta di testa da calcio di punizione, realizzando un 4-3 clamoroso. Ma l’arbitro Farina annulla. Forse per fuorigioco, che però non c’era.
Giornata numero 28 di campionato. La Roma non vince un derby dal 3-0 con Mazzone allenatore del 1994. Sono cinque anni senza un successo in una stracittadina. È ora di cambiare il verso delle cose, anche perché i biancocelesti sono in piena lotta per lo scudetto con il Milan di Zaccheroni. Serve vincere anche – e soprattutto – per credere ancora nel quarto posto finale che significherebbe qualificazione in Champions League.
La Roma si presenta in campo più prudente del solito, con Gautieri al posto di Paulo Sergio in attacco per dare libero sfogo in mediana al fantasista Alenitchev. Il russo è l’unico in grado di dare qualità e cambio di passo a centrocampo vista la squalifica di Luigi Di Biagio. A fare il perno centrale è Damiano Tommasi, con ai lati proprio Alenitchev e Di Francesco. Zeman la prepara bene e i risultati si vedono subito. Al 13’ Delvecchio porta la Roma in vantaggio con una finta delle sue a rientrare, a beffare Mihajlovic. Entra in area e spara sul primo palo, sotto il sette, imparabilmente per Marchegiani. È una serata di grazia per il centravanti giallorosso, al 43’ replica con un tocco sottomisura su assist perfetto di Totti. 2-0 Roma dopo i primi 45 minuti di gioco.
Nella ripresa la formazione di Zeman sembra amministrare al meglio il doppio vantaggio, ma al 34’ Vieri accorcia le distanze. Un po’ di timore subentra, ma la paura dura poco. Circa dieci minuti. Al novantesimo, Totti realizza il definitivo 3-1 sotto curva Nord. Vince la Roma il derby, vincerà il Milan lo scudetto con un punto di vantaggio sui biancocelesti.
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