Il cammino giallorosso nella competizione inizia con l'eliminazione agli ottavi dei belgi dell'Union St. Gilloise. Poi la Roma si sbarazza dei tedeschi del Colonia, vincendo per 4-1 lo spareggio disputato il primo marzo 1961 al Flaminio. Già, uno spareggio. Qualora infatti il risultato della gara di ritorno fosse stato identico a quello maturato all'andata, all'epoca non si tiravano i rigori. Non solo.
Non esisteva neppure la regola dei gol in trasferta che valgono doppio. Per questo, sebbene in semifinale la Roma abbia pareggiato 2-2 in Scozia contro l'Hibernian e al ritorno all'Olimpico fosse finita 3-3, si rende necessario un altro spareggio.
E in quella terza partita, giocata il 27 maggio 1961, i giallorossi sono incontenibili: l'Hibernian viene travolto 6-0 e Manfredini firma un poker. Nel frattempo finisce la stagione e la Roma cambia guida tecnica. L'argentino Luis Carniglia prende il posto di Alfredo Foni.
L'ultimo ostacolo che si palesa tra la Roma e il trofeo è la formazione inglese del Birmingham City. Dopo aver pareggiato 2-2 in Inghilterra con una doppietta di Manfredini, i giallorossi vincono la gara di ritorno all'Olimpico con un secco 2-0, nonostante le intimidazioni dei rudi difensori inglesi.
Capitan Losi alza la Coppa al cielo davanti a 55 mila spettatori. "La Roma è... Fiera", titola un giornale.
Ecco gli undici protagonisti di quel match storico.
Fabio Cudicini: portiere, nella Roma diviene titolare succedendo nel ruolo a Luciano Tessari, che anni dopo lo allenerà al Milan come preparatore. 191 centimetri di altezza, è stato uno degli interpreti del ruolo migliori in Italia. 210 presenze in giallorosso.
Alfio Fontana: arriva alla Roma nel giugno 1960 voluto da Alfredo Foni, dopo essersi affermato nel Milan in cui aveva rilevato Nils Liedholm nel suo stesso ruolo durante un infortunio. Nello stesso affare con i rossoneri rientra anche Schiaffino. 164 gare.
Giacomo Losi: nel gradino più basso del podio dei calciatori romanisti di tutti i tempi per presenze complessive tra Serie A e coppe. 455 partite, che senza la diarchia Totti-De Rossi sarebbero bastate per essere il più presente di tutti dal 1927. Core de Roma. 455 gare, 2 gol.
Giulio Corsini: terzino, per sua stessa ammissione uno dei primi terzini fluidificanti in Italia. Manfredini lo considerava un professionista esemplare, al pari di un professore universitario. Agli inizi degli anni Duemila, Corsini raccontò: “Quando guardo in tv la Roma con i miei nipoti, dico loro: 'Questa è la squadra di nonno'. Nella Capitale ho vissuto i migliori anni della mia vita”. 168 presenze, 1 gol.
Sergio Carpanesi: emerge nel calcio professionistico nella Fiorentina, dove trova un certo Fulvio Bernardini che ne nota per primo le doti di centrocampista di quantità e qualità. La Roma lo prende dalla Spal e in giallorosso si impone velocemente. Al primo anno vince la Coppa delle Fiere, poi bisserà i suoi successi nel 1964 con la Coppa Italia. 193 presenze.
Paolo Pestrin: centrocampista, abile in regia e nei compiti di copertura. Giocatore con il vizio del gol, almeno nella Roma. Non a caso entra nel tabellino dei marcatori nella finale di ritorno di Coppa delle Fiere contro il Birmingham, nel successo giallorosso per 2-0 contro gli inglesi, contribuendo al trionfo. 230 presenze, 23 gol.
Alberto Orlando: attaccante, capace di fare più cose in campo. Ma, soprattutto, di amare la Roma nella vita. “Per la Roma mi sono adattato a ricoprire un ruolo non ideale. Io ero un centravanti, ma l'arrivo di Manfredini e il declino di Ghiggia mi costrinsero a spostarmi all'ala destra. Sono un figlio della Roma. La Roma mi ha insegnato ogni cosa. La romanità è un valore incredibile. La Roma è tutto”. 177 presenze, 42 gol.
Antonio Valentin Angelillo: preso dall’Inter nel 1961, l’obiettivo della Roma era quello di creare un trio lussuoso con Lojacono e Manfredini. Fantasista argentino, qualità purissima nei piedi. Al primo anno nella Capitale vince la Coppa delle Fiere. Poi replicherà nel 1964 con la Coppa Italia. 138 presenze, 31 gol.
Pedro Waldemar Manfredini: bomber, numero 9 atipico. Rapido, amante dell’uno contro uno, ma anche altruista. Con 104 gol in 164 presenze nelle competizioni ufficiali è il sesto miglior marcatore della storia della Roma dopo Francesco Totti, Roberto Pruzzo, Edin Dzeko, Amedeo Amadei e Rodolfo Volk. Impressionante la sua media-gol: 0,63 reti a partita, solo Volk (0,66) ed Enrique Guaita (0,68) hanno fatto meglio.
Francisco Ramon Lojacono: attaccante con tanta qualità nei piedi. Argentino di nascita, fu anche naturalizzato italiano. Arriva in giallorosso nel 1960, mettendo subito la sua impronta sulle partite della Roma. Segna 5 reti nelle prime 6 apparizioni. La sua media realizzativa sarà quasi di mezzo gol a partita. Contribuisce alla Coppa delle Fiere del 1961. 74 presenze, 36 reti.
Giampaolo Menichelli: attaccante, romano, tira i primi calci al San Giuseppe al Trionfale. Il suo scopritore nella Roma è Guido Masetti. Compie tutta la trafila in giallorosso, toccando anche la nazionale italiana. Nel 1963 passa alla Juventus, dove resta sei anni. 100 presenze, 20 gol con la Roma.
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