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"Io, testimone della nascita della Roma: il 7 giugno 1927"


La ricostruzione della nascita della Roma, la sera del 7 giugno 1927, nelle parole del grande giornalista sportivo Alberto Marchesi

Alberto Marchesi non è stato solo una delle più grandi firme del giornalismo sportivo. Fu anche uno dei testimoni della nascita della Roma, avvenuta il 7 giugno 1927 a seguito della fusione tra Alba-Audace, Fortitudo-Pro Roma e Foot Ball Club di Roma, meglio noto come Roman. Esattamente 94 anni fa.

Come racconta lui stesso in una splendida ricostruzione pubblicata l'8 giugno 1977 dal Corriere dello Sport per celebrare i 50 anni del Club, quella sera Marchesi si trovava nella sede del Roman, in via Uffici del Vicario 35. Faceva infatti parte del Roman: "Militavo nella squadra ragazzi (Boys, a quel tempo), una delle più forti di Roma, campione regionale (...)".

E nel suo pezzo, Marchesi ricorda così quegli storici momenti: "Ero intento a una partita a boccetta con Ghigo Liberi, terzino sinistro della prima squadra. Ma ero distratto. Più che alle palle, pensavo a quei signori rinchiusi in un'altra stanza. Sapevo che stava per nascere la Roma e mi preoccupavo soprattutto di un particolare, a mio giudizio estremamente importante. Quali colori avrebbe avuto la maglia della nuova società? Quelli biancoverdi dell'Alba, quelli rossoblù della Fortitudo o quelli giallorossi del mio club, il Roman?".

"Confesso che per me sarebbe stato inconcepibile scegliere biancoverde o rossoblù. C'era solo una maglia possibile per l'A.S. Roma che stava nascendo, quella giallorossa, e infatti fu così. Me lo disse Italo Foschi quando la porta si aprì, dandomi un buffetto sulla guancia" (...). Così la Roma era nata il 7 giugno 1927, a tarda ora. Diciamo un parto difficile". (...).

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"L'inizio dell'A.S. Roma fu alquanto difficile, ma era bello gridare forza Roma! perché in squadra c'erano dieci romani su undici che vinsero la Coppa Coni (nel 1928, ndr). Il boom avverrà qualche anno dopo, al nuovo campo di Testaccio. Campo Testaccio ciai tanta gloria, nessuna squadra ce passerà". (...)

"Molti si domandano il perché della enorme popolarità della Roma, della quasi schiacciante supremazia sulla Lazio in fatto di tifosi. Ma è molto semplice, cari amici. La Roma è nata dalla unione di tante società che non sono solo quelle tre menzionate dal comunicato apparso sui giornali l'8 giugno 1927, e cioè Alba, Fortitudo, Roman".

Marchesi ripercorre brevemente le vicende delle tre società fondatrici e delle altre che a loro si erano unite, fino a comporre "un coacervo formidabile, che aveva le sue solide diramazioni in tutti i vecchi rioni e i quartieri di Roma".

"Ognuno quindi ritrovava qualche cosa della sua vecchia società nell'A.S. Roma che scendeva in campo tra l'altro con la maglia ispirata ai colori della città. I padri hanno trasmesso questo amore ai figli, e questi ai nipoti dei pionieri e così fino ai nostri trepidi giorni con la Roma abitatrice della bassa classifica, quasi in pericolo di retrocessione".

Quella Roma che tre anni dopo vincerà la sua terza Coppa Italia, che segnerà l'inizio di un ciclo trionfale, culminato con il tricolore del 1982-83.

"Detto tra noi, anche se retrocedesse, la Roma - come del resto ha già dimostrato in quell'unico anno in cui ha disputato il campionato di Serie B - nessuno dei suoi supporters mollerebbe. La Roma non è una società, è una setta religiosa, è immortale".