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Roma-Juventus 5-0: la partita della leggenda compie 90 anni


Il 15 marzo 1931, la Roma travolgeva 5-0 la Juventus, ispirando un film e la "Canzona di Testaccio"

Novant'anni. Il 15 marzo, fa cifra tonda uno degli eventi più celebrati della nostra Storia: Roma-Juventus 5-0. La partita entra subito nella leggenda: dà infatti i natali alla pellicola di Mario Bonnard "Cinque a zero". E quella Roma così gagliarda ispira "La Canzona di Testaccio": Campo Testaccio, ciai tanta gloria...

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In assoluto, c'è qualcosa di speciale nel 15 marzo. Il 15 marzo sono le Idi di marzo: nel 44 avanti Cristo, Giulio Cesare viene pugnalato a morte da un manipolo di senatori.

Il 15 marzo è un giorno speciale per Roma, ma lo è anche per la Roma. Il 15 marzo 1931 i giallorossi, allenati dall'inglese Herbert Burgess, devono riscattare la sconfitta per 3-0 subita a Napoli. È un ko pesante, perché la Roma è in lotta con la Juventus per lo Scudetto. L'occasione per rifarsi è dietro l'angolo: è lo scontro diretto con i bianconeri. Si gioca a Campo Testaccio.

Segna Lombardo dopo sei minuti. Nel secondo tempo, la Roma dilaga. Dopo un minuto Volk insacca di testa per il 2-0, Bernardini triplica su rigore, un rapace Fasanelli approfitta di una sbavatura difensiva e cala il poker. Ci pensa "Fuffo" a firma all'88' la sua personale doppietta: Roma-Juventus 5-0.

Quel successo riporta i giallorossi a -3 dalla Juventus capolista. I bianconeri vinceranno comunque il campionato, davanti alla Roma. Quella goleada, di dimensioni sorprendenti considerato il calibro dell'avversario, ispira però il regista romano Mario Bonnard: nel 1932 esce nelle sale cinematografiche "Cinque a zero".

Bonnard, però, non è l'unico a essere rimasto folgorato da quella squadra, capace di insegnare calcio ai potenti club del Nord. Il paroliere Antonio "Toto" Castellucci le dedica una canzone. Anzi, la "Canzona". Con la "a".

Castellucci non incide qualcosa di nuovo, ma riadatta il tango argentino "Guitarrita". Ne prende le note e le plasma con i nomi dei calciatori romanisti scesi in campo quel 15 marzo: Masetti, De Micheli, Bodini, Ferraris IV, Bernardini, D'Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Lombardo, Chini. Nasce "La Canzona di Testaccio".

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Sfortunatamente, la pellicola di Bonnard va persa. Viene rinvenuta una copia in francese negli anni Novanta.

Anche de "La Canzona di Testaccio", eredità di quella leggendaria sfida, non c'è più traccia. Non ci sono dischi. Non esistono registrazioni dell'epoca. Non resta che la tradizione orale: i romanisti più anziani continuano infatti a declamarla, come se fosse una poesia.

E tra quei romanisti c'è un Campione d'Italia del 1942: Aldo Donati.

Nel 1979 Sandro Ciotti narra la storia della Roma nel long playing "La Roma racconta". Per farlo al meglio, il guru dei radiocronisti incontra anche Donati. L'ex centrocampista gli canticchia la "Canzona di Testaccio": "C'è Masetti ch'è primo portiere...".

Ciotti scopre in quel momento che del brano non esistevano registrazioni. Per poterla includere nel suo documentario sonoro sulla Roma, ha bisogno di un'incisione. Si rivolge quindi al romano Vittorio Lombardi, un musicista che si era affermato negli anni Sessanta. Lombardi canta e Ciotti registra con il suo magnetofono. L'effetto è sorprendente. "La Canzona di Testaccio" sembra essere stata incisa proprio negli anni Trenta.

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Grazie alla felice intuizione di Ciotti, quel riadattamento di Castellucci è diventato una colonna sonora della nostra vita romanista. La "Canzona di Testaccio" consente alle giovani generazioni di conoscere i miti di una Roma bellissima, spesso presa a modello di tenacia e gagliardia.

Quella Roma che il 15 marzo 1931 scrisse una pagina epica del calcio italiano.