L’attenzione di oggi è rivolta per la numero 11, scelta da Pedro Rodriguez per la stagione 2020-21. Nell’immaginario collettivo una maglia dedicata più agli attaccanti che ad altri ruoli. È stato così prima del 1995, ma non è solo così nel passato romanista.
Arrivò nel 1994 dal Napoli per essere la spalla ideale di Abel Balbo. Attaccante uruguayano di indubbio talento, un po’ frenato da infortuni e discontinuità. Indimenticabile il gol del derby il 27 novembre 1994, la rete del 3-0 finale su assist di Giannini.
Terzino sinistro di spinta, non impeccabile nella soluzione al cross per gli attaccanti, però prezioso nelle due fasi. Nella stagione 1996-97, oltre a vestire la 11, è anche capitano designato della Roma dopo l’addio di Giannini.
“Turbo” a centrocampo, giocatore generoso, ma anche di qualità. Nonostante un lungo infortunio, anche lui è campione d’Italia nel 2001. “Nello spogliatoio, Di Francesco fu fondamentale nell’anno dello scudetto”, parole di Fabio Capello.
La sua storia con la Roma è finita male, ma iniziò come una fiaba. E con la maglia numero 11. Versò lacrime dopo l’infortunio, ma con voglia di tornare subito protagonista nella stagione del terzo scudetto. Centrocampista totale, capace di interdire e suggerire con la stessa qualità.
Soprannominato “Vierone” dal vice di Fabio Capello, Italo Galbiati. Ricordava Bobo Vieri per fisico e movenze in campo da prima punta, ma non confermò fino in fondo le premesse della Primavera. L’unico gol in prima squadra lo segnò a Siena in Coppa Italia nel 2005, con l’11 sulle spalle.
Il depositario più longevo del numero 11 della Roma, indossato per nove stagioni di fila. Anni in cui ha ricoperto ruoli in tutti i reparti del campo, dalla difesa all’attacco, passando, ovviamente, per il centrocampo. Segnò di testa alla Pruzzo a Madrid in una notte magica di Champions (2008).
Non ha mai indossato la maglia numero 11 della Roma in una gara ufficiale. Risultò in lista nella prima giornata della Serie A 2014-15 con le due cifre sulle spalle, ma non entrò in campo. Venne ceduto pochi giorni dopo in prestito, alla Sampdoria.
“Un campioncino”, secondo Luciano Spalletti. Tecnico, veloce, prolifico, il tecnico toscano lo portò persino a esempio in sala stampa per sottolineare il suo sacrificio in fase difensiva. Attaccante di movimento con tutte le caratteristiche giuste, al punto giusto. Un numero 11 da vecchio calcio.
Dopo Amedeo Carboni, un altro terzino sinistro con la maglia numero 11 sulle spalle. Giocatore di esperienza e livello internazionale, abile come il connazionale Mihajlovic sui calci da fermo. Indimenticabile uno dei due gol al derby. Il primo, quello su punizione.
Arrivato dal Chelsea, si presenta a Roma con credenziali di primordine. Attaccante veloce e talentuoso, il suo curriculum è lungo e dettagliato, soprattutto alla voce “titoli vinti”. Campione del mondo nel 2010, campione d’Europa nel 2012, poi Champions, Europa League, titoli nazionali.
Confermo di aver preso visione della privacy policy.
© 2018/2024 Soccer S.r.l. – P.IVA 09305501000 - tutti i diritti riservati. I nomi AS Roma, i loghi e le immagini sono marchi registrati o non registrati di Soccer S.r.l. Tutti gli altri marchi possono essere di proprietà dei rispettivi titolari.