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22 anni fa l'unico gol romanista di Bartelt


22 anni fa l'unico gol romanista di Bartelt

Viene nominato dai tifosi giallorossi soprattutto per una partita, quel Roma-Fiorentina del 17 ottobre 1998 vinta 2-1. Non trovò la gloria personale, ma contribuì ai due gol della rimonta (firmati Alenitchev e Totti), facendo letteralmente “scendere” i settori dello Stadio Olimpico.

Ne è nata una sorta di leggenda, anche se non fece gol. “Se mi chiamano dall’Italia, lo fanno spesso prima di quella partita con i viola”. Gustavo Javier Bartelt – anno 1974 – in realtà ha una sola rete all’attivo con la maglia romanista. E la realizzò al ChievoVerona, in Coppa Italia, nella prima partita ufficiale della Roma contro la formazione gialloblù, il 9 settembre 1998. Per il resto, il suo curriculum recita 25 presenze complessive tra il 1998 e il 2000.

Vi proponiamo un estratto dell’intervista concessa due anni fa dall’argentino al Match Program del Club.

Ricorda quel giorno al Bentegodi?

“Come no, indimenticabile. Segnai, presi una traversa e creai qualche altra occasione. I giornali elogiarono la mia prestazione. Tutti parlarono bene di me, tranne uno…”.

Chi?

“Zeman, il mio allenatore. Mi prese da parte e mi disse che non era contento della prova, nonostante avessi fatto gol. Mi invitò a partecipare di più al gioco di squadra e ad entrare maggiormente nei suoi schemi offensivi. Io ero un attaccante di movimento, dribblavo, non davo punti di riferimento. Il sistema, invece, prevedeva meno tocchi e più profondità. Avessi trovato maggior sintonia con lui …”.

Cosa sarebbe successo?

“Sarebbe andata diversamente la mia esperienza nella Roma, credo. Dopo quella partita con il Chievo feci benissimo con la Fiorentina in casa, ma poi giocai sempre meno e non trovai lo spazio necessario per mettermi in evidenza. Avrei avuto bisogno di maggiore protezione e di qualche bella parola. Venivo da un altro continente, ero completamente spaesato. Un peccato, ora invece apprezzo tanto la tattica italiana da semplice osservatore esterno”.

Con Capello come andò l’anno dopo?

“Non fui convocato per il ritiro a Kapfenberg, alcuni dirigenti della società mi fecero sapere che non rientravo nei piani del mister. Io rimasi perplesso, per un motivo: Capello non mi aveva mai visto giocare. Poteva valutarmi. Successe qualche giorno dopo, a Trigoria. Facevo parte della rosa e fu costretto a vedermi in allenamento. E come notò i miei movimenti in campo, cambiò subito idea. Mi chiese: “Ma perché non ti sei allenato con noi finora?”. Io replicai e gli riportai la versione a me nota: “Perché non mi vuole lei, mister, così mi hanno detto”. Lui rispose che non era vero e che mi avrebbe tenuto in considerazione. Mi impiegò sei volte, tre in Serie A e tre in Coppa Italia. Con lui ci fu solo un problema tattico…”.

Quale?

“Mi vedeva centrocampista, come alternativa di Di Francesco o Tommasi. Ma io facevo l’attaccante e volevo giocare attaccante”.

Lo sa che qualche tifoso dopo quel Roma-Fiorentina andò a comprarsi la sua maglia?

“Ascoltare queste parole mi fa piangere, lo dico con il cuore. Roma e i romanisti mi hanno sempre trattato bene. Avrei voluto regalargli qualche gioia in più, ma quel poco che ho fatto se lo ricordano bene. E mi basta così”.

"Avrei voluto regalare qualche gioia in più ai romanisti. Ma quel poco che ho fatto se lo ricordano bene"

- Gustavo Javier Bartelt