Chissà se William Bianda sarà al corrente di aver già fatto la storia della Roma senza aver ancora indossato la maglia giallorossa per almeno un minuto ufficiale.
Stavolta non c’entrano questioni tecniche o tattiche, non è un gol salvato su una linea di porta o un colpo di testa vincente al derby alla Yanga-Mbiwa (ancora no, magari nel futuro…). Il motivo è anagrafico e riguarda l’anno di nascita del difensore centrale proveniente dal Lens. Bianda è nato nel 2000. Si tratta del primo giocatore comprato dalla società per la prima squadra nato nel nuovo millennio. Non si era ancora verificato e nel computo non entrano i giovani calciatori del settore giovanile delle diverse categorie.
È stato lo stesso Monchi in sede di conferenza stampa a spiegare il ruolo del diciottenne francese, nato a Suresnes. “È un ragazzo di prospettiva, ha fatto solo cinque partite con il Lens. Si allenerà con la prima squadra e penso che con il nostro staff e i nostri calciatori crescerà”.
Bianda vede la luce il 30 aprile del 2000 e quel giorno la Roma scende in campo a Bari contro la formazione di Fascetti. Ne viene fuori uno scialbo 0-0, con poche emozioni. Questo giusto per il resoconto.
La Roma dal 1927 e fino ad oggi ha avuto tra le proprie fila 712 calciatori che abbiano disputato almeno un minuto ufficiale tra campionato e le diverse coppe. Giocatori di tutti i tipi, di diverse nazionalità, con molteplici date di nascita, di cui 74 classificabili nelle annate “tonde”. Dal 1900 con Giovanni Degni al 2000 con Bianda.
Degni è l’unico nato nel 1900: mediano per quattro stagioni dal 1927 al 1931 e una Coppa Coni da vantare nel palmares. È uno degli undici che scende in campo nel match numero uno del corso romanista in contesti riconosciuti. È il 25 settembre 1927, si gioca Roma-Livorno al Motovelodromo Appio. Questi gli undici che fanno epoca: Rapetti, Mattei, Corbyons, Ferraris IV, Degni, Rovida, Ziroli, Fasanelli, Bussich, Cappa, Chini. Finisce 2-0 con sigilli di Ziroli e Fasanelli.
Tra i tanti del 1910 spicca un mostro sacro del gol come Enrique Guaita (43 marcature in 63 apparizioni, media realizzativa altissima pari a 0.68), due campioni d’Italia come Donati e Mornese, un omonimo dell’attuale presidente Pallotta (Leonida, 2 gettoni totali) e Alfredo Welby. Curiosa la vicenda di quest’ultimo. Una sola partita con la Roma, non abbastanza da farsi ricordare per le gesta sul terreno di gioco. Tuttavia, il cognome passerà comunque agli onori della cronaca per vicende politiche e non solo. Alfredo è il padre di Piergiorgio. Classe 1945, diventa militante del Partito Radicale e impegnato per il riconoscimento legale del diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico in Italia e per il diritto all'eutanasia. Si ammala adolescente di una grave distrofia muscolare che lo porta alla morte nel 2006.
Del 1920 sono i due Cesare Benedetti. Non fratelli, solo omonimi. Cesare Benedetti di Alessandria si laurea campione d’Italia nel 1942 con la Roma. Cesare Benedetti di Treviso si farà conoscere meglio da pittore affermato con il soprannome di “Benè”, allievo di De Chirico e Annigoni.
Tra quelli del ’30 spicca Amos Cardarelli, scomparso nella giornata di oggi, difensore che contribuisce a riportare la Roma in Serie A dopo la parentesi in B del 1951-1952.
Del 1940 è Jair, ala brasiliana funambolica, uno dei calciatori più talentuosi passati da queste parti.
Di metà 900 (1950) sono l’estremo difensore Paolo Conti – quello che difendeva la porta con i baffoni prima di Tancredi – e Valerio Spadoni. Quest’ultimo cristallino e sfortunato talento (per tanti testimoni, aveva mezzi da fuoriclasse assoluto), finito a vendere fumetti una volta appesi gli scarpini al chiodo.
Alla voce 1960 risultano Gianluca Signorini e Paolo Giovannelli. Signorini arriva ventisettenne nella Capitale per poi affermarsi al Genoa come capitano storico. Tra il 1999 e il 2000 scopre di essere affetto dalla SLA, sclerosi laterale amiotrofica o morbo di Lou Gehrig. La malattia lo condurrà fino alla fine dei giorni (scompare nel 2002). Giovannelli viene ricordato per essere il risolutore del derby datato 2 marzo 1980 (Lazio-Roma 1-2).
1970, in Brasile nasce un campione d’Italia del 2001. È Marcos Cafu, terzino destro conosciuto come Pendolino e ricordato a vita da Pavel Nedved.
Del 1980 sono alcuni detentori di Coppe Italia e Supercoppe Italiane in momenti diversi: Mancini, Cristian Chivu, Ivan Pelizzoli, Rodrigo Taddei.
Infine, 1990. In Olanda si iscrive all’anagrafe tale Kevin Strootman. Mediano attualmente in rosa e tra i punti di forza del centrocampo.
Al raduno troverà William Bianda, il primo 2000 della storia della Roma acquistato per la prima squadra.
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