“Quando vedi Francesco Totti non puoi non ammirarlo. È un giocatore “operaio”, come diciamo qua negli Stati Uniti. Lui c’è sempre, è molto fedele, lavora sodo ed è orgoglioso di sé e di quello che rappresenta. È uno dei giocatori migliori nella storia, che ha sempre avuto gran continuità in tutta la sua carriera e che, anche adesso, trova sempre il modo per fare la differenza nelle partite per la sua squadra".
"E questa differenza la fa grazie al suo carico di lavoro, ai suoi gol e alla sua leadership. Penso che si sia ampiamente guadagnato il rispetto di chi, in ogni parte nel mondo, giochi e abbia giocato a calcio”.
Alla domanda relativa ai suoi primi ricordi relativi all’AS Roma e al suo nuovo ruolo di membro del Consiglio d’Amministrazione, Hamm ha risposto su @ASRomaEN: “Non ricordo esattamente la data della prima partita ma i miei genitori hanno vissuto a Roma tra il 1989 e il 1993 e ricordo di essere venuta qua e che in televisione c’erano sempre delle partite. Mi sedevo accanto a mio padre e le guardavamo, poi passeggiando per Roma, i colori giallo e rosso erano molto ricorrenti: mi hanno sempre colpita. Il calcio è una parte importante dell’anima di questo paese e di questa città. Passeggiando per strada o prendendo un taxi ci si accorge che tutti sono tifosi, questo sport coinvolge tutta la società”.
“Parlando del presente, avere l’opportunità di far parte di un club così storico e di poter imparare da Jim Pallotta e dal resto dello staff è come un treno che passa e che non ci si può permettere di perderlo. Lavorare con queste persone e dare una mano a costruire questa squadra per renderla migliore è davvero un onore per me. Sono un membro del CdA e la mia responsabilità è quella di essere sempre a disposizione per condividere le mie conoscenze e la mia esperienza per il club in qualsiasi forma. Sono qui per aiutare questa squadra a continuare a crescere e ad andare avanti. Personalmente, continuerò a tentare di costruire un legame tra la gente negli USA e l’AS Roma. In America abbiamo già un grande bacino di tifosi della Roma e il mio scopo è quello di continuare a far sì che l’AS Roma rimanga nel linguaggio calcistico statunitense”.
“Il fatto che Jim sia il proprietario ci fa notare un’unione tra vecchio e nuovo creando un insieme davvero unico. Lui rispetta la storia del club e cosa è stato fatto in passato, tuttavia, desidera anche connettere al meglio il club con il pubblico. So bene che parte del mio lavoro sarà quello di portare la Roma nei salotti delle famiglie statunitensi che forse non conoscono ancora benissimo questo club. Per Jim questo non è un hobby, è una passione, lui vuole che la Roma sia la squadra numero uno: non solo in Italia, ma nel mondo”.
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