Jim Pallotta, Presidente AS Roma: “È stata una decisione relativamente facile da prendere, considerata la serie di partite senza vittorie e l’ottima squadra che avevamo a disposizione, sebbene molte persone pensassero che avremmo dovuto aspettare la fine dell’anno. Credo che la squadra stesse subendo un rapido calo dal punto di vista psicologico. Se non avessimo fatto nulla, non saremmo mai potuti arrivare tra le prime cinque, figuriamoci qualificarci per la Champions League al termine della stagione”.
Antonio Rudiger, difensore AS Roma: “Ero abituato ai cambi di allenatore visto che nella mia ex squadra, lo Stoccarda, ho cambiato qualcosa come sei allenatori in quattro o cinque anni. Quindi ero abituato ad affrontare il cambiamento. Quando sono arrivato alla Roma l’allenatore era Garcia, una persona molto alla mano e un ottimo professionista”.
Wayne Girard, tifoso della Roma: “All’inizio di gennaio 2016 ero davvero scontento. Era una buona squadra che veniva da una buona stagione sotto la guida di Rudi, ma sembrava che i giocatori si fossero dimenticati cos’erano in grado di fare. Le altre squadre avevano preso le misure al gioco della Roma. Eravamo ormai una squadra monodimensionale, quello che si vede quando in panchina siedono allenatori molto validi ai cui schemi, però, gli altri allenatori riescono ad adeguarsi dopo un paio di stagioni. Gli allenatori professionisti sanno perfettamente come controbattere agli schemi disegnati dagli avversari e con Rudi Garcia è successo esattamente questo”.
Mauro Baldissoni, Direttore Generale AS Roma: “È sempre molto difficile cambiare allenatore perché significa che non si sta facendo bene e che c'è quindi hai un problema da risolvere. E non puoi essere sicuro di riuscire a cambiare le dinamiche che stanno creando il problema in quel momento.
"Cambiare potrebbe sembrare la cosa giusta da fare, ma entri in una situazione di incertezza: devi prendere la persona giusta e ti trovi a metà stagione, non avendo molte opzioni, perché i tecnici che vorresti valutare probabilmente potrebbero essere già con altre squadre. È veramente una decisione critica: non hai molto tempo e devi considerare i pro e i contro. Con l’incertezza di avere un nuovo allenatore gettato nel bel mezzo della stagione senza che lui abbia abbastanza tempo per instaurare un rapporto con i giocatori e insegnare loro la propria visione di calcio, oltre al cambio di dinamiche all’interno dello spogliatoio. Hai necessità di fare la scelta corretta e devi essere fortunato, probabilmente è quello che è successo a noi.”
A gennaio scorso si vedeva che qualcosa non andava più con Garcia e che era giusto cambiare
- Tommaso Guccione, tifoso giallorosso
Jim Pallotta: “Non ero soddisfatto di come andavano le cose in termini di prestazioni durante gli allenamenti. A dicembre, quando i giocatori ti confessano che non riescono a entrare in forma, qualcosa deve pur voler dire. I calciatori dovrebbero dirti “Sono distrutto, non ce la faccio più”, ma invece sostenevano di “non riuscire a entrare in condizione”.
Mauro Baldissoni: “Naturalmente non è piacevole optare per un cambiamento. Tu hai stabilito un rapporto a livello personale con un essere umano prima ancora del livello professionale. Quando devi interrompere il suo lavoro, non è un messaggio piacevole da trasmettere. Dall’altra parte, quando ciò accade, è ovvio e chiaro che le cose non stanno andando bene, quindi è un qualcosa che non arriva inaspettatamente.
Rudi in quel momento poteva vedere che non stava riuscendo nel tentativo di cambiare le dinamiche. Era tutto molto negativo all’interno dello spogliatoio e la squadra non reagiva. Quindi, quando un allenatore perde la forza e la possibilità di cambiare il pensiero dei calciatori dentro lo spogliatoio, deve lasciare. Gli allenatori sanno quando è così”.
Wayne Girard: “In quel momento pensavo avessimo bisogno di una personalità forte che potesse togliere pressione ai giocatori e spostarla su di lui. Qualcuno forte mentalmente che capisse cosa stesse succedendo”.
John Solano, tifoso della Roma: “Credo che avremmo dovuto cambiare dieci mesi, un anno prima, quando faticavamo in Europa League, ma non è successo. Per fortuna alla fine il cambiamento c’è stato ed è arrivata la persona giusta. Ora giochiamo molto meglio a calcio e la squadra è molto più forte”.
Jim Pallotta: “Credo che avrei dovuto farlo prima. Già la stagione precedente avevo notato alcuni segnali. Le cose stavano cambiando dal primo al secondo anno e ce n’erano ancora due, quindi non era così semplice. Provi a far arrivare persone che credi possano essere d’aiuto, ma c’è stata l’incapacità di accettare ogni tipo di aiuto. Io credo che la squadra debba lavorare insieme e che ci debba essere collaborazione a tutti i livelli ma si stava andando verso il “io lavoro così e basta”. Non c’era la volontà nemmeno di ascoltare alcune delle persone che erano lì per dare una mano. Noi non vogliamo rappresentare questo tipo di organizzazione”.
Mauro Baldissoni: "Guardando indietro, dopo la seconda metà della stagione, è ovvio dire che sarebbe stato meglio fare prima questa scelta. Ma ripeto, è troppo facile dirlo “a giochi fatti”. Abbiamo dovuto pensarci con molta attenzione, perché dovevamo fare la giusta sostituzione. Il sostituto doveva essere la persona con cui continuare per il futuro. Ciò non può funzionare se scegli qualcuno soltanto per sei mesi, perché potrebbe non avere la credibilità e la forza nei confronti dei giocatori. Per fare la scelta giusta con poche opzioni e in fretta non è sicuramente la situazione migliore in cui trovarsi. Guardando indietro, la decisione probabilmente poteva essere presa prima, ma dovevamo prendere tempo per ponderarla e pensarci bene prima di farlo.”
Kevin Strootman: "Con Garcia abbiamo fatto un buon lavoro, ma avevamo bisogno di cambiare".
“Abbiamo fatto degli errori all’inizio ma credo che stiamo andando nella direzione giusta. Ovviamente, con il cambio di allenatore, con l’importante arrivo del nuovo AD e altre situazioni su cui stiamo lavorando, credo che le persone siano soddisfatte”.
- Jim Pallotta
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