“Rivoluzione Di Francesco? Il Mister ci ha messo il suo”: Diego Perotti sottolinea come i risultati della Roma sono anche conseguenza diretta dell’applicazione in campo dei dettami dell’allenatore giallorosso.
“Avevamo una maniera di lavorare diversa da quella che lui voleva quando è arrivato. Di Francesco ci ha messo la sua maniera di lavorare, il suo modo di pressare e il suo gioco” ha proseguito l’argentino in una intervista a SkySport. “Non è facile cambiare modo di giocare passando da un allenatore all’altro, ci vuole tempo, ma adesso penso che i risultati adesso si stiano vedendo”.
Ti aspettavi una vittoria così netta sul Chelsea?
“Magari non un 3-0, ma sapevamo però di poter vincere. Avevamo già fatto una grandissima partita a Stamford Bridge e ribaltare lì il 2-0 iniziale è stato più difficile che vincere 3-0. All’Olimpico dopo il primo gol immediato è stato tutto più facile. Non ci aspettavamo un risultato così largo, ma pensavamo di farcela. Alla fine abbiamo anche fatto divertire i nostri tifosi e abbiamo dimostrato che la squadra c’è”.
Qual è la principale differenza fra Spalletti e Di Francesco?
“Prima di tutto con Spalletti passavamo da una difesa a tre a una a quattro, Di Francesco invece non cambia, vuole il 4-3-3 e gioca sempre così, almeno fino ad ora. A me chiede molto di prendere palla e buttarmi dentro tra le linee e questo invece con Spalletti non lo facevo quasi mai”.
È una sorpresa la solidità difensiva?
“Io dai miei compagni mi aspetto sempre il meglio. Dico sempre che gioco nella migliore squadra al mondo. Per me non è una sorpresa. Questa solidità è tutta merito loro e anche di Allison. La linea di pressing è più alta? Si, il Mister vuole una squadra sempre corta e stretta. Con il passare delle partite abbiamo iniziato a fare questo sempre meglio e credo che questa strategia stia dando dei buoni risultati”.
Parliamo di te: ti senti migliorato rispetto al recente passato?
“Sì, giocare 15 minuti non è facile. Giocare con continuità aiuta. Ovviamente non si può nemmeno sempre giocare 90 minuti e io l’ho capito. L’anno scorso da gennaio a febbraio non ho giocato tanto, anche perché in quel periodo avevano alzato la posizione di Radja e la squadra andava bene. Io non potevo che allenarmi e aspettare. In questa stagione il punto chiave è poi che mi sento bene fisicamente. Ho fatto un buon ritiro e prima mi ero allenato anche in Argentina, visto che a 29 anni devi prepararti al meglio anche prima di iniziare l’anno. Ora arrivo con energie anche a fine partita”.
Senti aria di Mondiale?
“Dopo 6 anni mi hanno richiamato quindi vuol dire che qualcosa hanno visto di me. Me la gioco adesso, in queste due amichevoli dopo la Fiorentina mi gioco il 90% delle possibilità di andare al Mondiale. Perché se non faccio bene non ci saranno poi tante altre partite, le qualificazioni sono finite. La mia chance è adesso e me la giocherò al 100%”.
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