Home Notizie

La prima intervista di Wesley da giallorosso


Wesley ha rilasciato la prima intervista da giocatore giallorosso ai media ufficiali del Club.

Ecco le parole del calciatore brasiliano.

Questo contenuto è fornito da una terza parte. A causa delle tue scelte riguardo la policy dei cookie sul nostro sito, questo contenuto esterno non può essere visualizzato.
Se vuoi vederlo modifica le tue impostazioni sui cookie premendo uno dei due tasti seguenti.


Quali sono le tue prime impressioni?

“Sono molto felice, anche per l’accoglienza dei tifosi all’aeroporto. Mi hanno dimostrato grande affetto, alle 6 di mattina c’erano 100 persone ad aspettarmi, ne sono felice. Il centro sportivo della Roma è straordinario e ora non vedo l’ora di conoscere anche lo stadio”.

Arrivi alla Roma con quali sogni, con quali speranze?

“Spero di vincere l’Europa League e conquistare un posto in Champions League, sarebbe un sogno”.

Quanto è stato difficile lasciare il Brasile? E qual è la cosa che ti dà più responsabilità?

“È stato molto difficile lasciare il Brasile, ma venire in Europa è sempre stato un sogno mio. Ora sono in un grande club come la Roma, sono felicissimo e sento la responsabilità. Lo sta facendo per la mia famiglia, sono davvero contento di essere qui e sceglierei ancora di lasciare il Brasile per venire qui”.

Sei curioso di conoscere Gasperini?

“Sì, Gasperini è un allenatore eccellente, non vedo l’ora di conoscerlo e di parlare con lui. Lui sa qual è il mio modo di giocare. Sono un calciatore molto offensivo, devo lavorare molto e devo crescere sotto molto aspetti. Mi piace giocare largo, posso giocare sia in una linea a 4, sia esterno in un 3-4-3. Come dico sempre, riuscendo a fare bene la fase offensiva, di conseguenza posso fare bene anche quella difensiva e viceversa. Per questo spero di offrire un buon contributo”.

Come nasce Wesley calciatore?

“Sì, ho iniziato a giocare a calcio tardi, nel 2017, quando ho iniziato a provarci seriamente nelle giovanili. Gioco da quando avevo 8 anni, ma ho iniziato a provare a diventare un professionista intorno al 2017-18. È in quel periodo che ho iniziato a fare provini e non li ho superati per 4-5 volte al Figueirense, al Tubarao. Alla fine ho superato il provino con il Figueirense, ma il club non era in buone condizioni dal punto di vista finanziario. Per cui venni informato che se avessi trovato un’opzione migliore, avrei dovuto avvisare il club che mi avrebbe lasciato libero. In quel momento il Tubarao stava crescendo, per cui parlai con i miei procuratori e passai al Tubarao nel 2019, ma poco dopo arrivò il Covid. In quel momento pensai di smettere a giocare e di cominciare a lavorare. Iniziai a lavorare con mia mamma e con mia sorella in un ristorante dove mia mamma era chef. Là lavoravo come parcheggiatore. Nel momento in cui avevo provato a diventare professionista, tutto era andato storto, anche a causa del Covid, per cui pensavo che il calcio non fosse nel mio destino. Mia sorella continuava a mandarmi messaggi su Instagram. Erano dei testi motivazionali, voleva spingermi a riprendere con il calcio. Alla fine del 2019, scusa, alla fine del 2020 decisi di tornare a giocare dopo un anno di stop, in cui non mi ero mai allenato. Alla fine del 2020 decisi di riprendere e nel 2021 il Tubarao mi contattò, chiedendomi se fossi disposto a giocare 5 partite con loro. Io accettai, visto che non stavo facendo nulla. Contattai il mio procuratore, gli dissi che volevo tornare a giocare, e lui mi disse che poteva essere una buona opportunità. Di queste 5 partite nel 2021 ne disputai 3, registrai un video e il mio procuratore lo mandò a tutti i suoi amici. Da quel momento cominciarono a contattarmi per farmi fare provini, poi arrivò la chiamata del Flamengo nel 2021. Da quel momento in poi, è iniziato tutto”.

Raccontami, invece, la storia del numero 43. 

“Il 43 è il numero che indossava un grande giocatore come Dejan Petkovic, ma quando arrivi in prima squadra dalle giovanili non scegli il numero, è il Flamengo che estrae a sorte e te ne assegna uno. Il mio primo numero è stato il 46, ma l’anno successivo sono passato al 43. Dopo aver preso il 43, ho iniziato a crescere costantemente, per cui ho continuato ad usarlo e ce l’ho persino tatuato sul collo e sulla gamba, insieme a un simbolo della fortuna. Per me è un numero portafortuna”.

Ti ha scritto Paulo Dybala, cosa ti ha detto?

“Paulo mi ha mandato un messaggio, mi ha chiesto come stavo, mi ha detto che mi aspettava qui e di inviargli un messaggio se avessi avuto bisogno di qualcosa. Quando l’ho letto un fatto un salto e ho iniziato a gridare in giro per casa, a mia moglie: “Dybala mi ha mandato un messaggio”. Lui è un campione, sono un suo grande fan. Ho parlato con lui, mi ha detto di scrivergli in caso di bisogno al mio arrivo. L’ho ringraziato”.

Come immagini i tifosi della Roma?

“In Brasile si usa molto il termine “pazzi appassionati”. La tifoseria della Roma mi ricorda molto quella del Flamengo, i tifosi hanno una grandissima passione e l’ho visto in aeroporto. Ripeto, alle 6.10 di domenica mattina, c’era così tanta gente, gente che ama questo club e che vuole il meglio per questo club. Per questo il messaggio che posso mandare ai tifosi della Roma è che darò sempre il massimo. Quando non ci arriverò con la qualità, ci metterò la voglia e la corsa, è questo che ho imparato. Forza Roma!”.

Prima di te, la Roma ha avuto diversi esterni brasiliani come Cafu, Maicon. Per te è un onore indossare la maglia giallorossa?

“Sì, è un onore indossare la maglia che hanno indossato questi giocatori. Gente come Cafu e Maicon è fonte di ispirazione per me, per cui sono molto felice di vestire questa maglia e spero che un giorno qualcuno possa ispirarsi anche a me”.

Hai dei ringraziamenti da fare?

“Sì, ringrazio Dio prima di tutto, per l’opportunità che mi sta dando di realizzare un sogno. Ringrazio anche la mia famiglia, mia moglie, mia figlia, tutti i miei amici, i miei compagni, mia madre anche lei è molto importante. Ringrazio inoltre la Roma, che sta facendo tutto questo per me. Sto realizzando un sogno che avevo fin da bambino e che ha ogni calciatore, quello di giocare in Europa. Per cui ringrazio tutti dal profondo del cuore, a partire dal presidente, che ha lottato per acquistarmi. Oggi sono qui e sono molto felice”.