Si trova davanti la Tevere e sotto Curva Nord. La Roma conduce il derby per 2-0. Qualche cellulare si accende per immortalare il momento. Il capitano giallorosso parte sicuro, calcia di interno verso il primo palo, la traiettoria vola magicamente e inesorabile verso la porta, finendo sotto l’incrocio dei pali. È gol. Strakosha non ci arriva. Il 7 la mette sotto al sette. È il 3-0 Roma.
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Non è il primo gol giallorosso su punizione al derby. Prima di Pellegrini, negli ultimi 30 anni, ci sono stati altri 5 grandi gol.
Riviviamoli tutti.
È un derby complicato, per la Roma di Ottavio Bianchi. Non solo per il fatto che si giochi Lazio-Roma, quindi con una teorica maggioranza di tifosi biancocelesti. La squadra di Zoff parte forte e al 5’ del primo tempo trova il vantaggio con Sosa. Un gol che la Lazio cerca di replicare nei minuti successivi, ma non ci riesce. Si va così al secondo tempo e si arriva al 25’.
La Roma beneficia di una punizione poco oltre il limite dell’area, sotto curva Sud. Si incarica del calcio diretto lo specialista, il tedesco Thomas Haessler, soprannominato “Tommasino Haessler go’”. E il piccolo fantasista fa go’. Calcia basso, non la solita traiettoria a giro che aveva già beffato diversi portieri avversari. Tant’è. Haessler la indirizza all’angolino dove Fiori non può arrivare. 1-1. Finisce così.
Un derby magico, quello dell’aprile del 2010. La Roma è prima e in piena corsa per il tricolore, la Lazio è impelagata nelle zone basse della classifica. Non un testa-coda, ma quasi. Comunque, una partita per cuori forti. La Lazio va avanti nel primo tempo con un gol di Rocchi. La Roma non riesce ad esprimersi, è tesa e nervosa. Ranieri all’inizio della ripresa sostituisce sia Totti, sia De Rossi.
Entrano Taddei e Menez. Ma la musica, almeno inizialmente, pare la stessa. Tagliavento fischia un rigore alla Lazio per fallo di Cassetti su Kolarov. I biancocelesti possono andare sul 2-0. Sul pallone va Floccari. L’attaccante, però, si fa ipnotizzare da Julio Sergio. Parato. È l’episodio che scuote definitivamente la Roma. Taddei si riversa in area laziale e stavolta è Kolarov a fare fallo. Penalty. Dal dischetto Vucinic non sbaglia, 1-1.
Ma per renderla eterna serve vincerla. Verso il quarto d’ora Menez viene steso poco prima del limite dell’area. Vucinic – che non è uno specialista di calci di punizione – va sul pallone. Il 9 romanista parte dritto, calcia forte sotto la traversa, Muslera nemmeno la vede partire. Gol. Doppietta per Mirko. È il delirio. Vanno tutti sotto la Curva Sud. Lazio 1, Roma 2.
La Roma di Montella si gioca le ultime carte per entrare in Europa. Per la Champions forse è troppo tardi, ma c’è sempre un posto di Europa League da conquistarsi. La Lazio di Reja scende in campo con una maglia a righe orizzontali bianche e blu scuro, vuole invertire la tendenza negativa delle ultime 4 stracittadine perse. Subire un’altra sconfitta significherebbe la quinta. Una manita per dirla alla spagnola. Una manata, per usare un termine più capitolino.
Nel secondo tempo, sul risultato di 0-0, la Roma ha una punizione dai venti metri. Sul pallone va Totti. Il capitano giallorosso calcia spesso a giro, cercando di piazzarla. Stavolta no. Con la pioggia che cade incessante, il 10 va di potenza anche per sfruttare qualche rimbalzo in più con il terreno scivoloso. La scelta si rivela giustissima.
Muslera è ingannato dalla traiettoria potente di Totti. La palla schizza veloce come un raggio laser. È gol, è l’1-0. Arriverà anche il secondo, sempre di Totti, ma su rigore. 2-0 Roma, è il quinto derby vinto di fila. De Rossi a fine gara dichiara: “Neanche il Real vince 5 derby di fila col Rayo Vallecano”.
Non è un derby felice per la Roma. La squadra giallorossa allenata da Zeman va in vantaggio al 9’ con Lamela. Ma la Lazio recupera presto, segnando e andando persino sul 3-1. Nella ripresa, quando sul cronometro mancano 5 minuti escluso recupero, Pjanic cerca il colpo della riscossa.
Il centrocampista bosniaco poco dopo la linea di centrocampo, sotto la Monte Mario, calcia in modo delizioso. Una punizione capolavoro, che sorprende Marchetti. È il 3-2. La Roma cerca il forcing nei minuti finali, ma non basterà. Resta il colpo di classe di Pjanic da casa sua.
Roma-Lazio 3-1, 29 settembre 2018
Nel giorno divenuto celebre per la canzone degli Equipe 84 (“Seduto in quel caffè, io non pensavo a te…”), la Roma ospita la Lazio. Il mercoledì prima aveva affrontato e battuto nettamente il Frosinone per 4-0. Tre giorni dopo, di sabato, si resta in ambito regionale con i biancocelesti. Nel primo tempo la Roma passa in vantaggio con Pellegrini al 45’, con un colpo di tacco sotto la Nord.
Lorenzo era subentrato al 37’ al posto dell’infortunato Pastore, dando subito un’impronta alla partita. Nella ripresa, la Lazio pareggia con Immobile bravo a sfruttare un’incertezza di Fazio. Ma è solo un sussulto. Al minuto 71, arriva perentorio il gol dell’ex.
Lo segna Kolarov, al limite dell’area, con una punizione delle sue di sinistro. La palla beffa Strakosha alla sua sinistra e si insacca. È il momentaneo 2-1. Ma la Roma di Di Francesco segna anche il terzo con Fazio di testa, che si fa perdonare l’errore di prima. 3-1.
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