Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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Opta Focus – Appuntamento con la storia


Il destino chiama, la Roma è pronta a rispondere presente: mercoledì 31 maggio, a Budapest, i giallorossi si giocano la loro seconda finale europea consecutiva.

Un traguardo storico per la Roma, arrivato dopo un percorso lungo e tortuoso nel quale non sono certamente mancate le difficoltà, sempre tuttavia insabbiate da momenti esaltanti. Gli uomini di José Mourinho sono attesi dalla quinta finale di una grande competizione europea nella storia del club, dopo quella del 1961 (Coppa delle Fiere), 1984 (Coppa dei Campioni), 1991 (Coppa UEFA) e 2022 (UEFA Conference League). L’avversario è forse la squadra che più di ogni altra sa come si fa ad arrivare in fondo in questa competizione: il Siviglia ha infatti raggiunto per la settima volta la finale della Coppa UEFA/Europa League, due più di ogni altro club. 

Gli spagnoli hanno vinto la competizione in ognuna delle precedenti occasioni in cui hanno raggiunto la finale (2006, 2007, 2014, 2015, 2016 e 2020). Tra Roma e Siviglia si conta, in generale, un unico precedente risalente agli ottavi di finale dell’Europa League 2019/20: ad imporsi furono proprio i biancorossi con le reti di Reguilón ed En-Nesyri.


Le somiglianze tra Siviglia e Leverkusen

Dal suo arrivo al Siviglia, José Luis Mendilibar ha trasformato l’assetto e la concezione di calcio stessa del club, insistendo molto su un approccio meno estetico e ben più aggressivo. Ci sono peraltro diversi punti di contatto con il Bayer Leverkusen, avversaria superata proprio dalla Roma nella semifinale di questa Europa League: nella fase finale dell’Europa League 2022/23, ovvero dall’inizio dei playoff il 16 febbraio scorso, gli andalusi sono la squadra che conta più recuperi alti (80), davanti proprio ai tedeschi (64), che invece sono la formazione con più tiri effettuati (15) e gol (tre) in questa particolare situazione di gioco, graduatorie in cui al secondo posto troviamo il Siviglia stesso (10 conclusioni e due reti all’attivo). 

Più in generale, la formazione spagnola è seconda nel periodo anche per palloni recuperati nella fase finale della competizione (504) alle spalle dello stesso Leverkusen (554). Numeri che delineano un atto conclusivo che, specialmente in avvio di gara, assomiglierà non poco alle due sfide di semifinale proprio per le evidenti congruenze di approccio. 

La Roma sarà attesa da una partita estremamente fisica, sensazione che scaturisce soprattutto dal primato del Siviglia nel numero di duelli vinti nella fase a eliminazione diretta del torneo (974): una formazione orgogliosa, che quando è necessario non tira mai indietro la gamba.


Rakitic-Navas, l’esperienza al potere

Esperienza, qualità e pedigree internazionale. Ivan Rakitic sa certamente cosa vuol dire giocare partite così importanti, come dimostra anche la Champions League conquistata con il Barcellona nel 2014/15. Nella fase a eliminazione diretta di questa Europa League il centrocampista croato è letteralmente salito in cattedra: a dimostrarlo i 23 tiri tentati (primato assoluto nel periodo) nonché le 19 occasioni da gol create, meno soltanto di Florian Wirtz (25). 

Impossibile poi non tenere in fortissima considerazione Youssef En-Nesyri, il faro offensivo di questo Siviglia che dai playoff in avanti è capocannoniere degli andalusi con quattro reti ed è in generale secondo soltanto ad Angel Di Maria (11) per conclusioni che hanno centrato lo specchio della porta avversaria. 

Il marocchino, inoltre, in questa fase a eliminazione diretta condivide con i centravanti della Roma Andrea Belotti e Tammy Abraham il primato per duelli aerei ingaggiati (49 ciascuno). Infine, menzione speciale per Jesus Navas, che insegue un record storico: lo spagnolo avrà 37 anni e 191 giorni e potrebbe quindi essere il più anziano giocatore di movimento a partire titolare in una finale della Coppa UEFA/Europa League dai tempi di David Weir dei Rangers contro lo Zenit nel 2008 (38 anni e 4 girni). Navas ha peraltro già vinto la Coppa UEFA nel 2006 con il Siviglia contro il Middlesbrough, quando aveva appena 20 anni e 170 giorni. 

Iacopo Erba - Redazione Opta