Ecco le sue parole.
Terza vittoria consecutiva e il terzo posto sempre più nelle vostre mani.
“Era importante vincere. Avevamo avuto la possibilità di vedere i risultati delle altre squadre. E poi è tanto che lavoriamo per essere lì. Oggi penso che sia una bella giornata.
Adesso ci saranno altre partite davanti, una gara giovedì con una rimonta da fare, a cui inizieremo a pensare da adesso. E poi ci concentreremo di nuovo sul campionato. Penso che questa squadra abbia fatto dei miglioramenti dal punto di vista mentale”.
Quando hai visto la palla in rete del 2-0, come ti sei sentito?
“Libero. Era da un pochino che non riuscivo in questo ed era una cosa che tanto mi mancava. Un po’ di persone che mi vogliono bene mi hanno detto di ritrovare un po’ di serenità e di leggerezza. Oggi era il mio obiettivo e ci sono riuscito”.
Quel cuoricino dell’esultanza aveva un destinatario particolare o era per questo stadio che ti sostiene sempre?
“Quel cuoricino è un’esultanza che viene da mia figlia, ma è sicuramente per tutto questo stadio. Lo sapevo già, ma oggi è stata una conferma.
Come hanno scritto loro, nel bene e nel male, i tifosi sanno che possono contare su di me, perché darò sempre il massimo per loro e per la Roma".
La decisione di non presentarti sul dischetto è stata una scelta da capitano, di responsabilità?
“Quella è stata una decisione del mister. Fosse stato per me avrei battuto il rigore. Ma lui mi ha detto per quello che era successo, non per il rigore di giovedì, ma un po’ per il momento e la spensieratezza di cui parlavo prima, che era importante ritrovare, lui mi ha detto: “Non voglio che hai nulla per la testa”.
Ma se fosse stato per me, avrei preso il pallone e avrei calciato. Ora ci voglio parlare e gli dirò che la prossima volta, o io o Paulo, vorrò essere pronto”.
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