Come ti immagini il ritorno dopo questo periodo?
“Quando ritroverò le mie compagne sarà una bella sorpresa. Questa distanza ci ha unito in realtà, credo che quando ricominceremo la voglia di stare insieme e di giocare ci potrà dare quella spinta in più che ci aiuterà a fare grandi cose in campionato e in Coppa Italia”.
Come stai vivendo questi giorni?
“Sto bene, in questo periodo mi tengo impegnata studiando e allenandomi. La Roma ci ha dato il programma di esercizi da seguire a casa e mi alleno anche con le altre ragazze. Il resto del tempo lo passo studiando perché tra qualche settimana avrò gli esami all’università. Sto anche guardando molte serie tv: tra queste consiglio la Casa di Carta, assolutamente da vedere. Per ora riesco ancora a vivermi abbastanza bene questa situazione”.
Sei in casa anche con altre compagne vero?
“Sì, a casa ci alleniamo e ci divertiamo insieme, non ci annoiamo mai. Elisa Bartoli non può stare mai ferma, poi ci sono anche Tecla Pettenuzzo, Rosalia Pipitone e Federica Di Criscio. Siamo un bel gruppo e questo ci aiuta a non annoiarci mai nonostante la quarantena”.
Ci parli del tuo arrivo alla Roma?
“È stata una cosa dell’ultimo minuto, non me l’aspettavo neanche io. Dopo una settimana dall’arrivo ci dissero che saremmo state presentate a Piazza di Spagna. È stata davvero una grandissima emozione, poi mi avevano detto che i tifosi giallorossi erano unici e dopo essere stata allo stadio l’ho capito presto. Le emozioni più forti te le danne proprio i tifosi, dentro e fuori dal campo. I tifosi della Roma sono unici”.
Come vivi la lontananza da casa?
“Sono sempre stata abituata a stare lontana dalla famiglia. Ora sono sicuramente più lontana ma sono sempre riuscita a gestire questa cosa, fa parte del mio carattere. Vivo bene da sola, ma ho sempre avuto bisogno dei consigli della mia famiglia. Poi con l’aiuto dei miei compagni di scuola e delle mie compagne di squadra negli anni sono andata avanti. Quando sono arrivata a Roma non conoscevo nessuno ma Roma ti accoglie bene. Quando sono arrivata a scuola mi hanno subito chiesto di che squadra fossi e dopo aver detto di essere della Roma mi hanno tutti aiutato e accolta benissimo. Abitiamo vicine al centro. Roma è imparagonabile con qualsiasi altra città e sto benissimo sotto tutti gli aspetti”.
Sei giovane ma con il Verona hai avuto l’occasione di esordire in Champions League…
“Sì, eravamo in Kazakistan a 16 anni. Ero piccola e non ho subito realizzato bene ma il mio unico pensiero in quel momento era fare il possibile e dare il massimo. È stata davvero tanta roba.
Hai sempre giocato da terzino?
“Con i ragazzi giocavo in attacco, con le ragazze invece da centrocampista finché per varie esigenze ho fatto l’esterno. Alla fine sono diventata terzino perché in una partita delle Nazionale mancavano terzini e durante una partita a Bari contro la Repubblica Ceca ho fatto una grande partita proprio da terzino. Rita Guarino in quell’occasione decise di mettermi terzino. È uno dei ruoli che mi piace fare ma credo di poterne fare anche altri. Mi è sempre capitato di fare più ruoli e mi sento un po’ un jolly”.
Qual è il segreto per essere una grande squadra?
“La cosa più importante in un gruppo è l’umiltà. Se in un gruppo non c’è l’umiltà nessuno è disposto a sacrificarsi per l’altro e il nostro gruppo ne ha tanta, da Bartoli ad Andressa, che potrebbe essere mia sorella per l’atteggiamento che ha. Credo anche che la cattiveria agonistica sia una caratteristica fondamentale per il gruppo e noi in questo stiamo crescendo molto. Siamo un gran bel gruppo e si vede anche in questo momento, ci sentiamo sempre”.
Cosa ti manca di più in questo periodo di isolamento?
“In questo momento mi mancano tanto le mie compagne di squadra, siamo abituate a vederci sempre e a stare sempre insieme. Manca vedersi in spogliatoio, farsi due risate in palestra, manca lo staff e la coach che ci danno sempre tutto per farci stare bene. Manca tutto l’ambiente e l’atmosfera che viviamo tutte insieme. Durante le vacanze ci alleniamo in altri modi e non ci vediamo ma ovviamente non è la stessa cosa. Mi manca il gruppo e tutto quello che facciamo insieme”.
Cosa vuol dire per te indossare la maglia della Roma?
“Ho un bel ricordo per rispondere a questa domanda. Contro la Fiorentina durante il riscaldamento c’era l’inno della Roma e c’erano tutte le ragazze, comprese le straniere, che lo cantavano. Non ho mai visto delle giocatrici prima di una gara così importante e che si sentono cosi unite da cantare a canzone durante il riscaldamento. Quella è stata una partita importante, ma in generale tutte le partite al vertice, ci danno quell’adrenalina in più ma anche quella paura in più. Spesso abbiamo una consapevolezza di partenza, ma ad esempio in alcune partite, come per esempio quella contro la Juventus, la consapevolezza finisci per perderla. Contro la Fiorentina forse questa consapevolezza c’è di più perché ci sentiamo più al loro livello e sappiamo di potercela giocare. Se prendiamo gol lo prendiamo in modo diverso, sappiamo di poter riprendere la partita. Poi ci sono sempre gli episodi, ma non abbiamo ancora quella consapevolezza che può avere in questo momento la Juventus”.
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