Eusebio Di Francesco ha chiesto più determinazione vista dell’impegno in casa del Bologna.
“Pretendo da tutti qualcosa in più e dobbiamo farlo con maggiore continuità. Il Bologna è una squadra che tende a difendersi compatta, è difficile entrare ma dovremo essere bravi e senza avere fretta. Dobbiamo dimostrare di essere una squadra forte, che nel passato è stata in grado di andare in tante trasferte a vincere”.
Il Bologna non ha ancora segnato un gol: domani che partita si aspetta?
“Credo che sarà una partita insidiosa. Il Bologna, nonostante l’assenza di risultati, ha dimostrato di essere quadrato e di saper tenere testa all’Inter per larga parte della partita. Andremo a cercare la vittoria, ma le partite contro le squadre che lottano per la salvezza vanno approcciate con determinazione”.
Come sta Pastore?
“È disponibile, sulla possibilità di giocare devo ancora decidere”.
In primavera abbiamo visto cose straordinarie da questo gruppo: perché la squadra attuale sembra lontana parente?
“È vero, attualmente sembriamo i lontani parenti ma siamo in tempo per tornare. Deve scattare qualcosa dentro di noi, ritrovare il fuoco dentro. Vi assicuro che io ce l’ho e la squadra deve ritrovarlo il prima possibile e io sono il primo che deve tirarglielo fuori. Domenica dobbiamo dimostrare di essere una squadra determinata e cattiva”.
La tribuna di Kluivert a Madrid era un segnale per lui?
“In Europa ci sono 18 posti a disposizione, qualcuno doveva andare in tribuna. Per quanto riguarda lui, poteva anche essere un segnale, ma domani partirà titolare. Questa è la dimostrazione che si può passare dalla tribuna al campo: abbiamo bisogno di tutti”.
L’inizio di stagione di Kolarov non è stato brillante: può esserci spazio per Luca Pellegrini?
“Potrebbe esserci spazio, sono valutazioni che devo fare, sarebbe anche lui un debuttante nella Roma. In una di queste gare Kolarov riposerà, ma non vi dico quale”.
Il segnale Zaniolo è stato recepito dal gruppo? Può esordire anche in Serie A?
“Potrebbe ma la mia scelta non era un segnale, questo ragazzo ha delle qualità importanti. Non era una partita facile. Quando si fa una scelta così si passa o per coraggioso o per pazzo. Ma quando faccio le mie scelte lo faccio solo per il bene della Roma: porterò questa maglia con onore fino alla fine in tutte le scelte che farò. È un messaggio che mando a chi critica costruttivamente o per distruggere, ma non accetto chi offende. Accetto l’ironia, ma sono molto arrabbiato per qualcosa che ho sentito, ma voglio trasferire questa rabbia in modo positivo, dobbiamo dimostrare che non siamo quelli di inizio stagione”.
Si è parlato molto dell’aspetto mentale; ma si può allenare la testa?
“Sicuramente si può. Quando c’è la disponibilità a interpretare le cose sì, poi si può anche sbagliare. Non sono la verità assoluta, io che faccio l’allenatore e che capisco qualcosina, dico che entrare nella testa è fondamentale. In questo momento è il lavoro principale da fare. Se ci sono riuscito poco finora non lo so, ma ci devo riuscire d’ora in poi”.
A che punto è Olsen?
“Con il Chievo lo abbiamo impegnato più noi che gli altri. A Madrid ha giocato un’ottima gara. Ha grande disponibilità e voglia di dimostrare che i pregiudizi non sono giusti. Mi auguro che la prestazione di Madrid gli dia ancora più forza per mettere a frutto il grande lavoro che sta facendo e per la sua grande disponibilità nonostante non conosca ancora bene la lingua e questo campionato”.
Nelle precedenti partite hai escluso i problemi fisici: sei ancora di questo parere?
“Ognuno può dire la sua sui problemi. Io devo trovare le soluzioni. Sull’aspetto fisico faccio un esempio: se faccio uno scatto ma partendo un attimo dopo, lo scatto l’ho fatto, ma cos’è che conta? È l’attenzione che va alzata, il vivere la partita, l’essere ‘pessimisti’ e pensare che un compagno possa sbagliare. Agli occhi di tutti può apparire che questa squadra non corra, o corra male, in maniera poco costruttiva. Poi se ne può discutere a lungo ma posso dimostrare quello che penso solo portando i risultati”.
Come si spiega un calo così da parte dei giocatori su cui lei faceva più affidamento? Ci dà le sue impressioni sul Bologna?
Si può riproporre il centrocampo De Rossi, Nzonzi e Zaniolo? Sente che i giocatori siano compatti attorno alla sua idea di calcio?
“Penso che abbiamo dimostrato che la mia idea di calcio abbia portato a degli ottimi risultati. Sono convinto che questi ragazzi credano ancora di più in quello che stiamo facendo. Le scelte che ho fatto erano legate alla tattica, non posso pretendere da Nzonzi che faccia la mezzala a tutto campo. Anche io volevo qualcosa in più dalla mia squadra, sapendo però che abbiamo dimostrato in questo caso di essere inferiori al Real Madrid. Ma se non abbiamo la determinazione giusta si fatica con tutti”.
Schick non è sembrato che avesse il fuoco dentro nella mezzora di Madrid: quali sono le sue impressioni sul ragazzo?
“Qui abbiamo bisogno di tutti. Patrik poteva fare meglio, ma tanti altri potevano fare meglio. Nei momenti di difficoltà dico sempre che i ragazzi vanno sostenuti. Bisogna sostenerlo ancora più forte, ha dei grandi mezzi. Anche lui deve dare di più, mettere tutte le sue qualità in campo. Abbiamo bisogno di lui, non possiamo far leva sulle spalle di Edin Dzeko per tutti gli impegni che abbiamo”.
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