Nome: Enzo Giordani
Età: 40
Città: Auckland
Paese: Nuova Zelanda
Dove sei cresciuto?
“Sono nato ad Auckland, la città più grande della Nuova Zelanda. Quando avevo tre anni la mia famiglia si è trasferita in una cittadina nella regione di Waikato, dove ho vissuto fino a 18 anni, quando ho trovato lavoro. Ora sono di nuovo ad Auckland, dove vivo ormai da 20 anni”.
Perché hai scelto Roma?
“Mio padre è nato e cresciuto a Sermoneta, una cittadina collinare e medievale 86km a sud di Roma, in provincia di Latina. Era molto fiero delle sue origini tanto da darmi “Romano” come secondo nome. Ho molti parenti in Italia, paese che amo molto, che generalmente tifano o per la Roma o per la Lazio. Per me sarebbe stata o l’una o l’altra. A essere sincero, la scelta iniziale è stata di tipo politico. Sono attivo nel centro sinistra e non volevo fare parte di un club che ha legami con l’estrema destra come la Lazio. Quello è stato il motivo iniziale ma mi sono poi innamorato della Roma per moltissime altre ragioni!”.
Qual è il tuo primo ricordo della Roma?
“La finale di Coppa dei Campioni del 1984. La TV non mostrava la Serie A in Nuova Zelanda quando ero giovane. La prima volta che la pay tv l’ha proposta è stato alla fine degli anni ’90. Prima, nemmeno i giornali scrivevano i risultati, quindi non c’era modo, che io sapessi, di seguire il calcio italiano, tranne, ovviamente, le partite della Nazionale nei diversi Mondiali – ed è qui che mi sono “affermato” come tifoso di calcio. Ma qui il calcio inglese l’ha sempre fatta da padrona e quando il Liverpool ha disputato la finale contro la Roma a Roma, beh, era sulla bocca di tutti. All’epoca avevo solamente otto anni ma me la ricordo bene, per via dei “balletti” di Grobbelaar durante i calci di rigore – mi ricordo di aver pensato ‘che idiota’ ”.
Chi è stato il tuo primo idolo e perché?
“Come gran parte dei tifosi romanisti, è sempre stato Totti. Essendo anche un grande tifoso degli Azzurri, per me Totti non è sempre stato solamente il capitano della Roma e il nostro miglior giocatore sin dalla giovane età, ma anche il miglior alfiere dei colori giallorossi in Nazionale fino al 2006”.
Chi è stato fino ad ora il tuo allenatore preferito e perché?
“Luciano Spalletti. Non solo per i risultati ma anche per il suo stile di gioco e la sua personalità. Mi piace molto. In seconda posizione c’è Zeman, per gli stessi motivi. È un folle! E a me piacciono le persone particolari”.
Qual è stato il punto più basso toccato dalla squadra da quando sei tifoso?
“Domanda difficile. Dovrei scegliere tra tre episodi. Il recente esonero di Zeman innanzitutto, perché ha diviso i tifosi e non è stato comunque facile da digerire, indipendentemente dalla propria posizione. Credo non gli sia stato concesso il tempo e il sostegno necessario che devi mettere in preventivo quando decidi di chiamare un allenatore come Zeman.
La sconfitta per 7-1 contro il Manchester United ha fatto MOLTO male.
E un altro episodio che mi ha particolarmente segnato a livello personale è stata la sconfitta ai rigori contro l’Arsenal in Champions League nel 2009. Quell’anno la finale si è tenuta a Roma, ci sarei andato, ero davvero nell’ordine delle idee che la Roma l’avrebbe disputata. E credo che il prossimo ritiro di Totti sarà un altro duro colpo…”.
Sei mai andato a una partita della Roma? Se sì, cosa ti ricordi della tua prima esperienza?
“Sì e mi ritengo fortunato vista la distanza che devo percorrere! La mia prima esperienza è stata una gara di Champions League nel 2007 contro lo Sporting Lisbona, vinta per 2-1. Con me c’erano anche mia moglie e mia madre, abbiamo condiviso assieme quell’esperienza. Mirko Vucinic ha segnato il più bel gol che abbia mai visto dal vivo e quando siamo tornati in Nuova Zelanda, un mese più tardi, ESPN continuava a proporlo durante i break pubblicitari. Io continuavo a indicare la TV esclamando “IO C’ERO!!!” Ero davvero contento. Qualche giorno più tardi ero al derby con la Lazio, vinto per 3-2, e anche quella è stata un’esperienza indimenticabile…”.
Dov’eri quando la Roma ha conquistato il suo ultimo Scudetto?
“A casa, davanti alla TV, e guardavo la partita a bocca aperta…avrei davvero voluto essere lì ma ci sarò senz’altro per il prossimo…”.
Ci sono altri tifosi giallorossi nella tua città?
“Ad Auckland non ce ne sono moltissimi, ma li trovi se sai cercare. A Wellington, la capitale, ci sono più immigrati italiani rispetto ad Auckand, la comunità italiana è più numerosa e, di conseguenza, ci sono anche più tifosi della Roma. Mi piacerebbe poter gestire un vero Roma club qui in Nuova Zelanda, così potrei smettere di guardare le partite a casa e festeggiare solo con il gatto! Ne ho già parlato con altre persone ed è sicuramente nella lista delle cose da fare”.
Quali squadre ti piace battere di più?
“Ce ne sono due. Sicuramente la Lazio, anche perché metà della mia famiglia in Italia tifa per la Lazio. Quando perdiamo un derby ricevo inevitabilmente i loro messaggi e mi tocca sempre sopportare la situazione quindi preferisco davvero quando vinciamo noi così sono io a mandare messaggi a loro!! Mi piace anche battere l’Inter viste le sfide quando entrambe lottavamo per lo scudetto qualche anno fa. Anche la gara dello scorso weekend non è stata per niente semplice. Il calcio sulla testa di Pjanic riassume bene il perché l’Inter sia una delle squadre che mi piacciono di meno”.
Cosa rende la Roma speciale?
“È una domanda importante. Ma in fin dei conti credo che la Roma sia il mio modo per mantenere viva la mia identità italiana. Roma e la sua regione sono la mia dimora spirituale, ereditata da mio padre. Purtroppo non ho avuto modo di passare del tempo con lui quando ero giovane (è venuto a mancare molto presto) quindi non sono stato cresciuto in una famiglia italiana e il calcio è diventato il modo per farmi sentire italiano e per mantenermi legato alle mie origini”.
Cosa significa Totti per te?
“Uno dei motivi per cui mi sento particolarmente legato a Francesco Totti è il fatto che più o meno abbiamo la stessa età. Più invecchiamo più posso dire “sì, starò anche invecchiando e avrò meno capelli ma sai cosa? Ho la stessa età del capitano della Roma!”. Purtroppo non durerà per sempre, ma Totti sarà sempre il miglior giocatore che abbia mai visto giocare. Ho letto di recente l’articolo di Four Four Two dedicato a lui, circa una settimana fa, e mi sono reso conto di come molte persone nel mondo anglosassone non riescano veramente a comprendere cosa significhi Totti. Mi dispiace per loro perché non sanno che cosa si perdono. Quando impari ad apprezzare i suoi tocchi veloci, i suoi colpi raffinati, il modo in cui riesce a vedere un’opportunità come nessun altro sa fare e come riesce a servire il pallone in maniera perfetta, non puoi non riuscire a vedere queste cose. È una leggenda, non c’è nulla da aggiungere. Il miglior giocatore italiano di sempre, credo. E quando un giocatore di questo calibro gioca nella tua squadra per tutta la carriera, è davvero un motivo di orgoglio”.
Chi è attualmente il tuo giocatore preferito e perché?
“A parte Totti, devo dire Alessandro Florenzi. Mi piace tutto di lui! I gol, la sua duttilità, il suo essere romano, il suo atteggiamento bizzarro, i suoi capelli, sua nonna! Tutto!!!”.
Se potessi incontrare una persona legata alla Roma – presente o passata – chi sceglieresti e perché?
“Mi piacerebbe incontrare James Pallotta. Credo stia facendo un lavoro incredibile e mi piace il suo approccio diretto – credo sia proprio quello di cui la società ha bisogno. Non abbiamo bisogno di personaggi romantici (sebbene io sia uno si quelli!), non possiamo più accampare scuse, dobbiamo agire e io penso che Pallotta sia una persona che bada solamente ai fatti. Mi piacerebbe esprimergli la mia opinione e ascoltare il suo parere circa la direzione intrapresa dal club”.
Cosa ti rende orgoglioso di essere un tifoso della Roma?
“Il fatto che la società rappresenti la città di Roma, che, a mio parere, è la città più bella del mondo. La storia, la cultura e, per me, le mie radici italiane. Sono veramente fiero delle mie origini e Roma ne fa parte”.
Per concludere, cosa renderebbe la tua giornata perfetta, da tifoso romanista?
“È il giorno della finale di Champions League, che si gioca a Roma. Mi alzo dal letto, faccio colazione con espresso e brioche e mi dirigo verso Piazza Colonna dove compro una nuova sciarpa e magari una t-shirt per ricordare la giornata. Mi incammino per Trastevere dove è in corso una grande festa. Mi aggrego ai festanti. Mangio del cibo fantastico per pranzo e per cena, quindi mi dirigo verso lo Stadio Olimpico. La Roma si rende protagonista di un’incredibile rimonta, vince la partita 3-2 e alza al cielo la coppa! Più tardi, raggiungo gli altri tifosi alla Fontana di Trevi per festeggiare la vittoria”.
Twitter: @EnzoGiordani