Luciano Spalletti ha incontrato la stampa alla vigilia della sfida contro il Cagliari di domani sera.
Ecco tutte le parole del tecnico giallorosso.
“Visto che oggi non ci sono infortunati, solo Florenzi che farà differenziato, aprirei con un pensiero a tutta la gente e a tutte le persone che stanno attraversando momenti difficilissimi in Italia e a tutte le persone che li stanno aiutando. Quello che sarà il nostro lavoro di oggi e di domani, dopo questo pensiero sarà sicuramente più facile per tutti”.
Si rende conto di aver compiuto un percorso al livello mentale nei suoi giocatori con la sua comunicazione?
“Io non ho fatto niente. Sono i calciatori che sono professionisti seri e delle persone che lavorano in maniera corretta. Devono saper riconoscere i momenti del loro lavoro. Questo è un momento importante, come lo è giocare nella Roma. Sanno anche che si chiamano momenti perché passano velocemente e per farli rimanese importanti bisogna comportarsi in un certo modo. Bisogna dare seguito a questa serietà e professionalità che stanno facendo vedere”.
Il pareggio a Cagliari rimpianto più grande de girone d’andata?
“Ce ne sono stati di momenti e di risultati dei momenti da cui prendere e trovare cose da migliorare. Anche quando si vince. È un lavoro continuo quello di migliorarsi. Vogliamo far vedere al Cagliari che non siamo quelli del girone di andata. Troveremo una squadra in salute. Il Cagliari ha vinto contro il Genoa 4-1, ha costretto il Milan a vincere alle ultime battute. Rastelli è un allenatore emergente, come tanti in Serie A e fa della sue qualità di quando era calciatore, il modo di far giocare della sua aquadra, con aggressività e velocità. Ci sono giocatori di valore internazionale. Come Bruno Alves, Borriello, Isla. Ma vogliamo fare vedere loro che siamo migliorati”.
Proprio in quella partita è rimasta impressa la sua immagine dei pugni battuti a terra.
“Quella immagine l’ho rivista: era sui due gol sbagliati. Sono state due occasioni che non abbiamo concretizzato e mi dispiaceva. Nonostante tutto avremmo putto portare la partita a casa ugualmente. Ma riguardandola tutta, è stato un pareggio giusto e noi ne abbiamo tratto insegnamenti. Da quella partita siamo cresciuti”.
Senza Salah la Roma ha vinto cinque partite su cinque senza prendere gol: è sintomo della crescita del gruppo? Questa crescita ha modificato anche gli obiettivi di mercato?
“È un po’ tutto. Lo diciamo sempre: non è fondamentale un solo giocatore nella squadra. Se è solo uno a determinare i risultati, diventa difficile condurre campionati di alto livello. Non siamo pochi nella nostra rosa, se si riesce a farli funzionare siamo sufficienti. Il rischio è averne troppi e non riuscire a farli funzionare. Poi ci sono dei momenti in cui se capitano tre o quattro infortuni nello steso reparto, diventa più difficile. Siamo nella condizioni di poter affrontare anche il periodo difficile. Dice bene il presidente quando dice ‘Invece di parlare sempre degli altri, facciamo i complimenti ai nostri per quello che stanno sviluppando’. Stanno facendo grandi cose. Se poi accadrà qualcosa non è meglio fare qualcosa ora per prepararsi al pericolo? Ma allo stesso tempo, se non succede niente siamo più che sufficienti. Bene se capiterà qualche opportunità per dare un contributo alla qualità. Non dobbiamo portare solo un numero che poi magari al momento del bisogno non è pronto. La nostra è una grande squadra. Se capiterà, si prendere un giocatore di livello per noi. Se non capita, rimaniamo così, competitivi sotto tutti gli aspetti. In questo periodo siamo anche comodi a livello di giocatori a disposizione”.
Cosa ne pensa delle parole di Sabatini in un’intervista, secondo cui ci sarebbero quattro centri di controllo nella Roma?
“Se la Roma sta facendo questo campionato è perché la gente che è dentro ha lavorato bene e lui è uno di questi. È quello che dobbiamo fare. Poi gli altri riconoscono se hai meriti o no. Noi dobbiamo fare quello che stiamo facendo adesso. È quello che tutti si aspettano e che ci è imposto per la nostra professione. Il centro di importanza è uno solo: è quello della squadra, della partita, del campo, dello spogliatoio. Il resto è tutto dovuto per i vantaggi professionali che abbiamo. Se la squadra fa bene è anche merito di sabatini che ci ha messo molto de suo per costruire questa squadra”.
La difesa si sta dimostrando solida. A che punto è la ripresa Vermaelen che era arrivato come ciliegina sulla torta del mercato?
“È sempre nelle nostre valutazioni. Ora siamo un po’ tutti Vermaelen. Tutti giocatori del suo livello. Lui venendo dal Barcellona poteva sembrare quello che ci dava qualcosa in più. Noi siamo saliti tutti al suo livello. Quando lo userò, vi farò vedere che è un giocatore importante. È una valutazione che va fatta correttamente perché anche tutti gli altri stanno facendo bene. C’è bisogno di tanti calciatori alla pari in questa squadra. Più volte abbiamo dibattuto sull’importanza di avere più di un giocatore importante. Oggi in difesa, dei cinque, sei centrali che abbiamo si potrebbe anche pescare a sorte. Tutti sono in condizione eccezionale e danno un contributo eccezionale. Lasciamo andare le cose così, vigilando sempre ma abbiamo dei giocatori veramente seri”.
Se Pogba è costato quanto è costato al Manchester United, secondo lei quanto vale Nainggolan?
“Mi ha bruciato la risposta. Avrei detto: ‘Radja vale quanto Pogba’. Radja è un calciatore completo, forte, una razza forte che è abbastanza diffusa nella nostra squadra. La forza è diffusa nei calciatore della nostra squadra, magari con altre caratteristiche ma tutti di pasta importante. Ovviamente tra loro c’è qualche anno di differenza ma a livello di valore in campo e sostanza espressa in tutto quello che fa, secondo me il confronto regge”.
Dei 41 gol segnati finora in campionato, nessuno è arrivato daun difensore.
“È qualcosa da migliorare. Se subisci pochi gol hai difensori forti su palla aerea e in bassa. Se sei forte nel gioco aereo puoi sfruttarlo anche nell’area avversaria. Soprattutto sulle palle inattive come i calci d’angolo. Li dobbiamo battere e sfruttare meglio, dando valore alla nostra forza fisica, a livello i altezza, chili, centimetri. Manolas, Rudiger, Fazio, Jesus, Vermaelen, sono fortissimi di testa. Dobbiamo migliorare, ne abbiamo parlato”.
Ha la sensazione che la Roma sia più vicina alla Juventus? La rincorsa è possibile?
“Ho sola una sensazione fondamentale: noi facciamo sul serio, i nostri calciatori vogliono fare sul serio. La gente si è accorta che facciamo sul serio. Questa cosa si respira. Lo conferma anche il fatto che i nostri tifosi erano al loro posto nell’ultima partita, ma anche se non ci saranno nelle prossime, loro lasciano alzare un vento che arriva e ti può risollevare. Ti costringe a fare tutto per lei, per la Roma. Squadra seria che fa le cose serie”.
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