Per Stephan El Shaarawy la Roma è consapevole delle sua qualità e sottolinea come sia in primis proprio il tecnico Spalletti a dare fiducia ai giallorossi.
“Ci rendiamo conto che siamo forti. Anche perché siamo quasi tutti quelli dello scorso campionato nel quale abbiamo dimostrato di essere forti e di poter lottare per lo Scudetto” ha detto l’attaccante a Roma Radio all’indomani del successo sul Crotone, gara da lui stesso sbloccata al minuto 26.
“Ma, ripeto, bisogna dare continuità e avere una gestione migliore durante la partita” ha continuato El Shaarawy. “Stiamo migliorando su questo, ma è la parte fondamentale. Il mister è esigente perché sa quanto siamo forti. Ci sprona a dare sempre di più. Il primo che crede in noi è lui”.
Come stai tu e come sta la squadra?
“Io sto bene, quando si vince si sta sempre bene. Anche come gruppo penso che adesso siamo in crescita. E' chiaro che le vittorie portano sempre fiducia ed entusiasmo. Ieri è stata una bella partita, affrontata nel modo giusto. E abbiamo portato a casa i 3 punti. A questa squadra serve continuità nei risultati. D'ora in poi cercheremo di vincere tutte le partite. Credo che siamo sulla buona strada”.
Rispetto allo scorso anno il mister ti chiede cose diverse?
“Sì, mi chiede cose un po' diverse tatticamente. Quando giochiamo con il trequartista e due punte in fase difensiva mi dice di stare un po' più dentro al campo, di andare sui mediani e di non stare sul mio terzino. Mi chiede tanto lavoro difensivo e di fare tutte e due le fasi. E di cercare più la prestazione che il gol”.
E comunque i gol arrivano.
“Per un attaccante il gol è importante, sono felice di averlo ritrovato”.
Da attaccante esterno ti sacrifichi sempre tanto in campo. Ogni tanto ti viene voglia di giocare un po' più centrale magari per dover correre un po' meno?
“No. La corsa è nelle mie caratteristiche. Ho sempre fatto l'esterno a tutta fascia. Mi sono messo a disposizione in questo senso anche in Nazionale per fare il quinto e chiudere le diagonali fino all'area di rigore. Sono ben felice di farlo”.
Ieri sera dopo la partita si parlava della tua non esultanza al momento del gol.
“E’ stata una reazione istintiva. Uno sfogo personale. Perché nelle ultime due partite avevo cercato il gol e non ci ero riuscito. Stavolta è arrivato. Quella non esultanza non è niente di che”.
Sei molto esigente con te stesso e critico.
“Sì, vero. Sono molto critico. Pretendo tanto. Cerco sempre di fare il massimo per me e per la squadra. Quando riesco a fare una buona prestazione sono contento, quando faccio gol ancora di più”.
Ieri a un certo punto hai fatto quel giochino con suola e tacco. A volte ti trattieni in campo dal fare certe giocate?
“Sì, dipende dai momenti della partita. Bisogna fare cose più concrete quando c'è da farle. La cosa più importante è dare continuità alla prestazione, non isolarsi e stare sempre dentro la partita. Che poi è quello che mi chiede il mister”.
Domenica c'è il Torino. Una partita tosta, concordi?
“E’ sempre stata una partita difficile quella con i granata, su un campo duro. Come andrà la gara dipende comunque da noi, da come entriamo in campo, dall'approccio che abbiamo. Ma sono sicuro che faremo una grande partita perché siamo pieni di entusiasmo”.
In questo senso aiuta giocare ogni tre giorni?
“Per me sì, è importante non rimanere fermo. Una partita ogni tre giorni è forse fisicamente penalizzante ma dal punto di vista mentale ti tiene molto su e può essere molto positivo”.
Ieri all'ingresso in campo di Juan Jesus c'è stato qualche fischio ma anche un coro per lui…
“Il supporto credo sia la cosa fondamentale. Ci aspettiamo questo dai nostri tifosi anche quando le cose non vanno bene. Ci sta che un giocatore possa fare qualche partita sottotono ma lui è un gran giocatore, giovane, di grande prospettiva. Può migliorare ma avere la fiducia dell'ambiente è importantissimo. Ti dà forza”.
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