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Spalletti: “Con il Plzen abbiamo la possibilità di arrivare primi”

Spalletti: “Con il Plzen abbiamo la possibilità di arrivare primi”

A pochi giorni dalla gara di Europa League di giovedì contro il Plzen, Luciano Spalletti in una intervista al sito della UEFA sottolinea l’importanza della gara dell’Olimpico in cui i suoi ragazzi possono assicurarsi il primo posto in classifica.

A pochi giorni dalla gara di Europa League di giovedì contro il Plzen, Luciano Spalletti in una intervista al sito della UEFA sottolinea l’importanza della gara dell’Olimpico in cui i suoi ragazzi possono assicurarsi il primo posto in classifica.

“Avendo la prossima gara con il Viktoria Plzeň in casa, siamo nelle condizioni di poter arrivare primi” ha detto il tecnico giallorosso. “Siamo stati bravi a ribaltare la gara di ritorno contro l’Austria Vienna. Quella vittoria ci ha dato la possibilità di essere ora in una posizione di privilegio, perché adesso dipende esclusivamente da noi”.

Spalletti torna poi a dare un giudizio sulle prove fatte finora dai suoi in Europa League, traendo un bilancio in generale positivo: “Non abbiamo fatto benissimo un paio di partite, soprattutto il pareggio in casa con l’Austria Vienna, quando ci siamo fatti raggiungere quando avevamo la partita in pugno. Abbiamo messo tutto in discussione lì, perché dovevamo poi ancora fare la partita di ritorno con loro che successivamente poi abbiamo vinto. Ma non è stato facile, siamo stati bravi a Vienna: queste sono squadre che sanno fare benissimo il loro lavoro e di conseguenza contro di loro non è facile riuscire a portare a casa risultati con facilità”.

Vista da fuori l’Europa League dà l’idea di una competizione difficile, ci sono squadre forti (Manchester United, Inter, Nizza) che faticano…

“Vista da dentro è ancora peggio! Mentre da fuori poi c’è anche la valutazione - ‘ma la Roma è forte, il Manchester United è forte, l’Inter è fortissima’ - poi però ci sono anche gli avversari. Qui vai a giocare su determinati campi dove trovi squadre che proprio in base a quella che è la tua forza hanno reazioni superiori alle proprie normali qualità, che hanno magari l’unica possibilità di confrontarsi che hanno con il calcio che conta e con le squadre che tutti poi tutti etichettano come le più forti”.

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La Roma attuale è attrezzata per tornare a vincere qualcosa di importante?

“Secondo me ha delle possibilità di poter mandare un segnale forte in questo senso. Una vittoria poi non è solo alzare un titolo, ma è anche quello che tu infondi verso tutti quelli che hai intorno come modo di lavorare, modo di pensiero, modo di determinare il proprio futuro. Il modo di partecipare al lavoro quotidiano deve essere una cosa seria. Il calcio è una cosa seria, non è come dicono tutti un divertimento o un gioco. Qui ci sono interessi forti, ci sono fuori delle persone che stanno male per quello che poi è il risultato finale di una squadra, che vivono con amore, passione, sentimento forte quello che è l’andamento della propria squadra. Per cui, non si può che essere professionisti al 100%. Detto questo, poi è chiaro che i risultati possono anche andare diversamente da quella che è la propria volontà. I tifosi si dimenticheranno di alcuni risultati, ma non si dimenticheranno mai del comportamento della squadra, che è un’altra cosa, ben visibile, lì sotto gli occhi di tutti. I tifosi della Roma sanno valutare se noi avremo un buon comportamento, perché loro sanno di calcio, hanno visto calciatori forti. Hanno visto squadre giocare bene a questo sport”.

Quali qualità non devono mai mancare alla sua Roma?

“Abbiamo la necessità di mandare un messaggio ben chiaro ai nostri tifosi. Per fare questo io penso sia fondamentale avere carattere, quello che si dice sempre: uomini deboli, destini deboli. uomini forti, destini forti. Ci vuole gente di carattere, il coraggio di fare le giocate, la furia agonistica, la battaglia sportiva. Io penso che la mia squadre debba sempre lottare forte contro qualsiasi avversario ha davanti. Questo è un po’ il segnale che dobbiamo mandare ogni volta che scendiamo in campo”.

Il suo rapporto con Roma città?

“Il mio rapporto con Roma è bellissimo, perché non sbaglio mai strada: conosco solo quella per arrivare da casa mia a Trigoria. In effetti, qualche volta mi hanno portato a vedere la bellezza di Roma che, se la guardi nella maniera corretta, ti rimane dentro l’anima, perché è qualcosa di meraviglioso. Se poi conosci anche un po’ di storia di Roma e dei romani... Ma in effetti non faccio vita mondana, spesso vado a casa e torno a lavorare e basta. Purtroppo non conosco neanche molte strade di Roma, però è un rapporto intenso perché (Roma) ha visto crescere i miei figli e di conseguenza siamo legati affettivamente come famiglia a questa città”.

Ci racconta anche il suo rapporto con i tifosi della Roma?

“I romani tifosi della Roma sono attaccatissimi alla squadra, la Roma è la seconda pelle dei romani. Ti trasferiscono subito questo sentimento, di conseguenza questo diventa anche un po’ tensione o ansia perché sai quello che è l’interesse che c’è dietro a questa squadra. Sei quasi costretto ad assorbire l’amore verso questa squadra e questi colori. E sei quello che lo deve tradurre dentro il campo e non tutti hanno lo spessore e la personalità per sopportare questo peso. Ad ogni modo, meno male che abbiamo da sopportare questo e meno male che c’è questa spinta alle spalle”.