Genova per lui sarà la trentottesima partita in campionato dal ritorno nella Capitale (e la cinquantesima contando pure le coppe). 38 gare sono un torneo intero, anche se queste non valgono per titoli tricolori o piazzamenti Champions. 38 sono comunque i turni di una Serie A a 20 squadre, un girone di andata e un altro di ritorno. O meglio, prima di ritorno e poi di andata.
Già, perché quando Luciano Spalletti siede per la seconda volta sulla panchina giallorossa è il 17 gennaio 2016 e la Roma si appresta a giocare all’Olimpico con il Verona la prima giornata di ritorno. L’incontro si conclude in pareggio, 1-1, con gol di Nainggolan e Pazzini su rigore. La squadra è ancora convalescente dopo l’esonero di Garcia, ma l’uomo di Certaldo sa come risollevare il gruppo dalla crisi di risultati. “Dobbiamo lavorare in allenamento, cercando di raspare fino in fondo, non conosco altri modi per vincere”.
Dopo il Verona perde allo Stadium contro la Juventus, ma è l’ultima volta. Da quel momento la Roma non conoscerà più sconfitte in Italia fino alla fine. Prima mette in fila otto successi consecutivi con Frosinone, Sassuolo, Sampdoria, Carpi, Palermo, Empoli, Fiorentina, Udinese, poi continua a vincere con tre pareggi in mezzo. Non le undici vittorie del primo mandato 2005-2006, ma comunque una striscia che permette di migliorare la classifica e di tornare in zona Champions League.
Alla fine della corsa la Roma è terza a due punti dal Napoli secondo e a meno undici dalla Juventus campione d’Italia. La rimonta è importante: 46 punti fatti (14 vittorie e 4 pareggi), 80 in totale. Roba che con certe cifre in altre stagioni si sarebbero vinti gli scudetti. Prima dell’avvento di “Lucio” la zona Champions era lontana 5 lunghezze. Il podio non permetterà di giocare la massima competizione europea per via del Porto nei preliminari di agosto, ma restituisce alla Roma una dimensione di alto spessore.
La Serie A 2016-2017 inizia con un 4-0 all’Udinese in casa. Ne seguono altre 17, 11 vittorie, 2 pareggi e 4 ko. Alla diciottesima sono 38 punti. E all’Olimpico è percorso netto, nove su nove. “Il rammarico deve essere soprattutto per i punti persi con le piccole”, il pensiero dell’allenatore. La Roma impatta 2-2 a Cagliari facendosi rimontare e pareggia 0-0 in casa dell’Empoli dopo un dominio palese. Poi perde a Firenze per un gol irregolare, a Torino con il Toro e a Bergamo con l’Atalanta. La sconfitta con la Juventus fa meno notizia. Strootman in estate lo aveva detto: “Con la Juve giochiamo due volte l’anno, le altre le possiamo battere”.
Ricapitolando, le 37 giornate hanno prodotto 84 punti (media di 2,27): 26 vittorie, 6 pareggi e 5 sconfitte. 86 gol fatti, 37 subiti. Quarto punteggio d’Europa dopo Juventus, Real Madrid e Barcellona. Una percentuale di vittoria del 59,18%. Dovesse pareggiare a Marassi eguaglierebbe gli 85 punti di Garcia del 2013-2014. Dovesse vincere supererebbe la quota del francese, che rappresenta il record societario. È bene ricordare che le due ipotesi non farebbero statistica, ma sarebbero comunque “tanta roba”. Per dirla proprio come Spalletti.
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