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La conferenza di Spalletti in vista Genoa-Roma

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Le parole del tecnico giallorosso in vista della trasferta del Ferraris

Ecco la conferenza di Luciano Spalletti in vista della sfida contro il Genoa al Ferraris.

“Florenzi prosegue il suo recupero. Vermaelen ha un risentimento al soleo, zona rischiosa e per questo motivo si lascia fuori. E Totti ha un’infiammazione al tendine di Achille destro e oggi farà lavoro differenziato a parte e verrà valutata la sua partecipazione o meno alla trasferta”

Come si arriva alla sfida contro il Genoa?

“Quando si gioca una partita si guarda come si sono comportati i nostri avversari con i più forti. E con la Juventus, con la Fiorentina e con il Milan il Genoa ha fatto vedere di essere una squadra forte. Hanno dato seguito alla nostra mentalità e al loro modo di stare in campo con Gasperini. Anche con Juric sono bravi a modellarsi in base all’avversario che hanno di fronte. Questo è un modo di giocare che forse viene stimolato dai tifosi del Genoa. I calciatori in campo fanno una sorta di marcatura a uomo, una battaglia individuale in ogni contrasto, oltre a giocare un bel calcio. La maggiore insidia, però, è quella dello scontro fisico che propongono”.

Sarebbe d’accordo a giocare sotto le feste natalizie?

“Non penso sia un problema. Penso che il discorso sia più legato agli stadi e al conforto che si dà alle gente per guardare le partite. In Italia servono stadi, io vedo tante famiglie che vogliono andare allo stadio. Noi abbiamo la fortuna di essere gestiti dagli americani che ci possono insegnare qualcosa sulla spettacolarità dell’evento: dobbiamo rispettare le famiglie e le persone che vogliono andare allo stadio. Dobbiamo offrire loro una struttura per poter partecipare e godere dello spettacolo che si vive di solito con il calcio. Qualcuno dice che a casa e con le tv è tutto uguale, ma se un giapponese accende una televisione e deve scegliere tra una partita inglese e una italiana sceglie quella inglese. La passione della gente, la partecipazione che c’è nel calcio inglese o tedesco, arriva fino al divano del giapponese che guarda la partita in tv a casa. Anche per gli spettatori è importante avere gli stadi funzionali agli spettacoli. Anche via cavo il calcio italiano viene scelto in funzione dello spettacolo che uno stadio può offrire. Se la Roma fa lo stadio sono contenti anche quelli della Lazio perché saranno stimolati a farne anche uno loro. Bisogna fare gli stadi. Per primo quello della Roma”.

Come sta Manolas?

“Non sta al massimo a livello di preparazione fisica. Non sta al cento per cento. A Genova viene ed è a disposizione, poi sarà una valutazione mia se usarlo per tutta la partita o solo per un pezzi. Per il momento sembra che non ci siano peggioramenti dal punto di vista fisico. È solo una questione di condizione. Lui è dei nostri e valuterò se usarlo subito o a gara in corso in base alle necessità”.

Cosa si aspetta dal mercato?

“Dobbiamo fare chiarezza per gli sportivi della Roma che sono coinvolti sentimentalmente. Per quanto mi riguarda il mercato poteva anche non esserci perché questa è la squadra che ho scelto, è forte e ha tante ambizioni. Mi sta bene. Siccome Salah è dovuto partite e Iturbe ha voluto giocare con continuità, bisogna saper sopperire a queste assenze. Massara sta lavorando in base a quello che c’è sul mercato. Dobbiamo però stare attenti a fare le nostre valutazioni e cercare di capire dove ci si può inserire. La nostra squadra è forte, ma ci si può migliorare. Si può lavorare su certi calciatori. L’attenzione si sta indirizzando verso Feghouli, però c’è bisogno del tempo. Se ne sta parlando. Per quanto riguarda gli altri nomi che stanno girando sono tutte ipotesi che si sono un po’ raffreddate. Ora dobbiamo solo a rimpiazzare i calciatori che sono andati via. I nostri giocatori sanno che io mi fido di loro. E anche la Società. Finora sono stati bravissimi a sopperire alle defezioni in base agli impegni che ci sono stati. Dal punto di vista numerico possiamo trovare l’auto di qualcuno, ma come forza di squadra è difficile inserire qualcosa perché noi siamo già forti”.

“Vorrei un acquisto per il calcio mercato. Il nostro pubblico. Che togliessero le barriere e facessero tornare il pubblico allo Stadio. Gli allenatori e i giocatori si sostituiscono, il pubblico romanista no: è insostituibile. Questo sarebbe il miglior acquisto per questo mercato”.

Che ne pensa di Rincon e Pavoletti che sono andati rispettivamente a Juventus e Napoli?

Sono giocatori mirati e scelti come rinforzi. Rincon piaceva anche a noi e i nostri avversari si sono rafforzati. Parliamo di squadre fortissime e di pari livello alla Roma. Noi siamo forti, lo sono anche loro. Il valore si potrà vedere nella frenesia di partite che ci sarà fra un po’. Gli undici sono già forti, le formazioni sono già consolidate senza il bisogno di metter qualcuno dentro. Nel disputare tante partite diventa però importante avere una scelta in più, trovarsi un titolare aggiuntivo a disposizione.

Un anno dopo il suo incontro con Pallotta a Miami il programma che le propose il presidente è stato rispettato?

“Sì, a me non piaceva dove stava andando la Roma. Non mi piaceva l’andamento della squadra perché era costituita da calciatori forti. Dato il mio passato da romanista, era necessario ricostruire il valore di certi calciatori: dovevano dare di più. Io sono tornato perché mi sembrava una squadra forte, mi piaceva lavorarci e sono contento di essere qui. Non ho da chiedere niente. Anche quest’anno abbiamo consolidato al nostra forza facendolo vedere attraverso il nostro modo di lavorare, la professionalità, l’impegno e il rispetto. Non chiedo niente. Voglio andare avanti con questa squadra. Non ho bisogno di promesse. Il messaggio che Gandini ci ha inviato l’altro giorno è chiaro, quando ha dichiarato che la Società si aspetta di vincere perché qui c’è tutto per vincere. Per continuare a meritare questa società bisogna vincere. Dobbiamo prendere atto di questo dettaglio: la squadra deve sapere che è forte e deve dare il massimo per raggiungere il massimo obiettivo. È in sintonia con quello che ho detto. Se non vinco devo fare spazio a un altro. Io ho giocatori che sono forti, anche a detta loro. Io sono d’accordo e sono in sintonia con quello che dicono. Non dobbiamo scendere al di sotto del nostro massimo. Io sono tornato perché c’era una squadra forte da allenare. Bisogna andare sul campo e dimostrarlo lì che qui ci sono tutti gli ingredienti per vincere, non c’è alternativa.

Lei andrebbe mai a lavorare alla Juventus?

“Ora mi coglie di sorpresa con questa domanda. Io faccio questo come lavoro, sono un professionista. Vado da tutte le parti a lavorare, se proseguirò questo lavoro”.

Il Genoa è una squadra fisica e combattiva, sta pensando quindi alla formazione anche tenendo conto di questo dettaglio?

“La formazione è quella, ci sono uno o due dubbi. È una squadra di sostanza e anche nell’ultima partita del 2016 ha fatto vedere che ha raggiunto un livello di qualità importante. È ripartita bene dopo quella sconfitta contro la Juventus. Siamo una squadra forte e lo abbiamo evidenziato. Questa deve essere una base sulla quale costruirci sopra. Bisogna saper scegliere. Le partite importanti sono tutte, quelle importantissime sono poche e a volte non è facile andarle a preparare, noi dobbiamo riuscirci”.

Rizzoli torna dopo un po’ ad arbitrare la Roma, che ne pensa?

“Noi abbiamo uno strumento efficace per parlare di certe cose, facciamo delle riunioni con gli arbitri in cui loro cercano di spiegare quello che è successo nel campionato scorso. In quella riunione io ho trovato tutte le spiegazioni e le risposte che cercavo. Io sono a posto, abbiamo molti internazionali in campo domani e c’è assoluta attenzione nei nostri confronti. Io sono molto contento che ci siano questi arbitri di grandissima qualità.

Da Bruno Peres si aspettava un rendimento migliore? C’è bisogno di spronarlo e motivarlo?

“È un grane calciatore. Ha questa qualità di tecnica e velocità di resistenza. Come ruolo lo mettiamo più a suo agio come quinto, così ha più libertà di attaccare senza pensare troppo alla fase difensiva, in cui non è forte come Rudiger. Però ha altre qualità e caratteristiche. A me non sembra stia facendo male, credo stia facendo bene. Ovviamente se un calciatore causa un gol avversario ci si pone più attenzione, ma se si analizzano tutte le caratteristiche di un calciatore si vede che lui sa coprire bene la fascia e sa portare su tanti palloni. Fa parte di quella squadra forte di cui parlavo. È un calciatore forte”.

Vuole fare un commento sulle parole di Tavecchio? Secondo lui Roma e Napoli non hanno la stessa mentalità e cultura della vittoria delle squadre del nord.

Per avere la cultura della vittoria bisogna aver vinto. Sono diversi anni che non vinciamo niente qui. È difficile vedere se la nostra cultura e il nostro modo di lavorare è corretto o se manca ancora qualcosa. Non avendo vinto non abbiamo la possibilità di fare una considerazione profonda. Noi stiamo lavorando bene. Abbiamo una società che investe nelle strutture e che è molto attenta sul mercato. Bisogna essere bravi a pensare anche di crescere, non solo di vincere. Non serve una squadra usa e getta, bisogna lavorare anche in prospettiva, sul futuro. Ora i cinesi stanno investendo molto, bisogna confrontarsi con loro? No. Quella è una scorciatoia per il successo. Per sopperire al confronto finanziario che loro stanno proponendo bisogna lavorare in prospettiva, con i nostri giovani”.