Questa mattina l’Amministratore delegato del club, Umberto Gandini, è intervenuto ai microfoni di Radio Rai, nella trasmissione ‘Radio anch’io Sport’, parlando del momento della Roma, degli obiettivi stagionali, della questione stadio e non solo.
Leggi qui di seguito tutte le sue parole.
La Roma è a meno sette dalla Juve e non molla…
“Assolutamente no, la Roma sta bene, la rincorsa è costante e continua, la Juve sta facendo un campionato straordinario, siamo a meno 7, mancano tante giornate, continuiamo fiduciosi sulla nostra strada, quella del campionato e quella delle altre competizioni”.
Come è stato il passaggio dal Milan alla Roma?
“Ottimo, per la buona volontà dei miei collaboratori e per le aspettative, avere una squadra che fa bene ha poi aiutato. Per me è una situazione esaltante, con l’opportunità di dare un contributo importante a una società che punta a essere un riferimento in Europa”.
I tifosi sono un po’ preoccupati che si debba fare a meno di un pezzo importante: lei può garantire che la Roma ambirà a vincere come ambiscono i tifosi?
“Ringrazio i tifosi per la passione straordinaria, ma ambisce anche Pallotta. La squadra è competitiva, non ho difficoltà a confermare che lo sarà anche in futuro. Abbiamo un’ossatura importante, basti pensare a Szczesny, Fazio, Nainggolan e Dzeko”.
Quale traguardo dei tre in cui la Roma è in corsa ti darebbe più soddisfazione?
“Posso scegliere tutti? Penso che vincere l’Europa League sia più importante e difficile di come viene dipinta. Sarebbe una coppa europea che manca al palmares di questa società e in generale all’Italia. L’obiettivo è quello di essere competitivi su tutti i fronti: abbiamo le semifinali di Coppa Italia, il turno eliminatorio con il Villarreal, c’è la rincorsa alla Juve… stiamo entrando in un momento topico, ricco di impegni importanti, per tutti”.
Veniamo alla questione stadio. Sappiamo che la società è in attesa strategica: possiamo dire che un barlume di luce si vede?
“Ottimisti lo siamo sempre stati, sicuri che il progetto sia da guardare con attenzione e fiduciosi nel dialogo con l’amministrazione. L’Italia in Europa è il Paese con gli stadi più vecchi. Il problema stadi, la frequentazione, è l’argomento principale che il sistema deve affrontare”.
Pallotta punta sullo stadio, non solo per i benefici economici, ma per il reale supporto del pubblico alla squadra: è un passaggio importantissimo per la Roma?
“In Italia abbiamo l’esempio dello Juventus Stadium, noi stiamo facendo il nostro all’Olimpico, ma abbiamo questioni legate alla mobilità, alla logistica. Tutte le grandi squadre europee stanno pensando a grandi progetti, perfino Real e Barcellona. Il City è cresciuto con il nuovo stadio. Non è solo una questione di ricavi, ma di fruizione migliore. Oggi il prodotto calcio è fruibile quasi solo dalla tv. Sicuramente la strada da intraprendere è portare a una fruizione che dia piacere e gioia”.
Il futuro di Spalletti?
“Il dialogo è costante e trasparente. Più di quello che ha detto lui e che abbiamo detto non penso che posso aggiungere: l’obiettivo è proseguire insieme più a lungo possibile. Lui vuole fare risultati importanti, c’è la stessa visione: ci vedremo e parleremo dei presupposti”.
La comunicazione ha fatto un salto di qualità clamoroso: come avete gestito il caso Nainggolan, come lo avete smorzato?
“Con il dialogo e l’applicazione delle professionalità che ci sono in società. Nainggolan ha espresso opinioni personali, non mi sembra esista il reato di opinioni in Italia. La circostanza privata è diventata pubblica in modo inqualificabile. Oggi purtroppo siamo tutti reporter. Tutti dovremmo imparare a stare attenti alle comunicazioni in pubblico. E’ diventato più difficile. Nella situazione specifica, in privato si possono esprimere i concetti, poi se fraudolentemente vengono messi in pubblico…”.
A suo parere a chi è paragonabile Spalletti?
“Luciano è Luciano Spalletti. Non riesco a esprimere un paragone. Ha la forte attitudine al comando di Capello, ha la protezione della squadra di Ancelotti, ha la tattica di Allegri. Però è Spalletti con il suo modo di essere e la sua voglia di stupire. E’ un grande interprete della professione”.
Sullo stadio, oltre che farlo poi bisogna riempirlo: è possibile riproporre qualcosa di simile ai 70 mila spettatori di una volta, che immagino non ci saranno più?
“Indubbiamente ci siano tante circostanze che ti portano a pensare che stadi da 70 mila posti siano anacronistici. Real e Barca forse hanno beneficiato dei risultati straordinari che hanno avuto. Un nuovo impianto porta pubblico, curiosità. E si tratta di offrire servizi e connettività. Noi vogliamo riportare il grande pubblico a seguire la squadra. I risultati e il nostro gioco sono già un richiamo”.
Che ci dice del settore giovanile, altro fiore all'occhiello del club?
“Abbiamo uno dei migliori settori giovanili in Italia, se non il migliore. Abbiamo la nostra Under 19 Campione d’Italia. Il problema che abbiamo noi a Roma come tutti in Italia è di non avere un campionato di passaggio per i giocatori che non sono ancora pronti per il grande palcoscenico. Stiamo lavorando in Lega, speriamo di trovare un ammortizzatore”.
Quando Totti smetterà, quale ruolo avrà?
“Totti è un giocatore della Roma, ha un contratto, toccherà a lui decidere. Ha già un accordo per entrare a far parte dei quadri dirigenziali, è impossibile pensarlo fuori dalla Roma. E’ un’icona del calcio italiano e mondiale, non lo devo certificare io”.
Che ci dice di De Rossi?
“E’ in conversazione con la società, anche lui avrà un posto nella Roma”.
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