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“Non credo che ci siano segreti nel mio lavoro, non ci sono formule magiche, altrimenti le avrei vendute. Non esistono due club identici, ciascuno ha una propria fisionomia. Il mio segreto mi è stato chiesto più volte in Spagna e ho sempre dato una risposta poco originale: il lavoro.
“Cosa vuol dire il lavoro? Non solo acquistare calciatori e vedere partite. Io credo che i tifosi della Roma meritino che i propri sogni vengano realizzati e tutti dobbiamo aiutare il club, tutti. Se non andiamo nella stessa direzione non raggiungiamo i nostri obiettivi. Tutti dobbiamo lavorare e col tempo imparerete a conoscermi. Il mio obiettivo è quello riunire tutti, da Pallotta a Monchi, passando per ogni singolo dipendente, per raggiungere lo stesso obiettivo: questo è il primo passo per riuscire a vincere”.
Monchi è arrivato alla Roma dopo aver passato 17 anni da direttore sportivo Siviglia, club che in questo arco temporale ha conquistato nove trofei, tra i l'Europa League/Coppa UEFA per ben cinque volte.
“La Roma è ambiziosa da cima a fondo”, ha risposto Monchi riguardo il finale di stagione che attende i giallorossi. “Evidentemente l’ingresso in Champions ci darebbe l’accesso a degli introiti, ma il denaro non è tutto, aiuta ma non è tutto. Dobbiamo preoccuparci di trovare l’accesso alla Champions per il prestigio, per la crescita del marchio Roma e per riuscire ad attirare i calciatori importanti. Questa preoccupazione non è legata al denaro: al denaro si può supplire con il lavoro, ma noi proveremo a raggiungere quell’obiettivo per il prestigio e qualora non ci riuscissimo ci rimboccheremo le maniche e ci metteremo al lavoro”.
“Elaboreremo la strategia migliore per ottenere quei successi sportivi. Il problema maggiore nel nostro lavoro non è vendere, ma comprare male. Tutti insieme lavoreremo per una strategia condivisa e idonea per ottenere i successi”.
“Credete che io sia venuto qui e abbia lasciato casa mia per non vincere?”
- Monchi
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