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Juan Jesus: “In partita si vedono i frutti dell’allenamento”

Juan Jesus: “In partita si vedono i frutti dell’allenamento”

Quello che facciamo in allenamento si vede in partita. Siamo tutti giocatori di qualità. Vermaelen ha un passaggio molto preciso, Fazio è un mostro di testa, Rudiger ha una forza incredibile, Manolas è velocissimo. Tutti i centrali sono di qualità e anche la squadra ci dà una mano con De Rossi, Paredes, Strootman. Così i tre davanti si possono divertire. Diciamo che li lasciamo tranquilli di poter fare quello che vogliono

“Quello che facciamo in allenamento si vede in partita. Siamo tutti giocatori di qualità. Vermaelen ha un passaggio molto preciso, Fazio è un mostro di testa, Ruediger ha una forza incredibile, Manolas è velocissimo. Tutti i centrali sono di qualità e anche la squadra ci dà una mano con De Rossi, Paredes, Strootman. Così i tre davanti si possono divertire. Diciamo che li lasciamo tranquilli di poter fare quello che vogliono”.

Juan Jesus è intervenuto a Roma Radio all’indomani della vittoria contro il Torino, partita in cui è stato protagonista per 90 minuti.

“Sono un po’ stanco come sempre dopo le partite perché è difficile dormire. Ma sono felice per la partita di ieri. Quando si vince la fatica si sente meno. Sei contento. L'allegria dentro il corpo fa dimenticare la fatica”.

Come prepara un difensore la partite e in particolare il duello con un particolare attaccante?

“Io di solito metto sempre il video dei migliori momenti degli attaccanti avversari per scoprire i loro movimenti. Guardo, studio i vari Callejon, Higuain, Candreva, Belotti. Poi diventa tutto più facile perché mi alleno col più forte di tutti. Perché Dzeko è grosso, grande, ma molto mobile. Studiare gli avversari è importante perché vedendoli anche dai video magari già sai il movimento che farà in partita. Faccio altri esempi: Maccarone dell'Empoli è uno che ha esperienza e fa sempre i movimenti giusti, ho dimenticato Icardi che invece se gli lasci un solo centimetro ti punisce. E ancora Immobile, Felipe Anderson e Keita, sono tanti gli attaccanti di qualità che ti possono creare problemi. Ci sono tanti attaccanti bravi e quindi è meglio studiare per non andare in difficoltà”.

Meglio la difesa a tre o a quattro?

“A tre stiamo facendo bene quindi lasciamola così”.

Quella di ieri era una partita sulla carta complicata. Ma avete dimostrato la volontà di chiuderla subito. State cercando di dare molto fin dall'inizio.

“Noi pensiamo sempre a fare il meglio, non solo di segnare subito. Dobbiamo fare il nostro lavoro per la Roma e per questo campionato che credo sia divertente perché tante squadre stanno giocando bene. Certo che se facciamo gol prima è meglio perché poi noi giochiamo più tranquilli, gli avversari si scoprono e noi ne possiamo approfittare”.

La Roma con Juan Jesus in campo non ha mai perso a dispetto dello scetticismo di inizio anno.

“Io lavoro tranquillo, sono un ragazzo umile. Non ascolto le voci sul mio conto. So quanto valgo e quanto la Roma si fida di me. Così piano piano ho dimostrato quello che sono. Chi ha parlato prima ha parlato troppo presto. Non sono un tipo permaloso. Se parli male di me è una tua opinione, io prendo le critiche per migliorare. Poi ci metto del mio per far ricredere chi mi critica. Quest’anno ho cambiato città e squadra, quando è così all’inizio è sempre difficile inserirsi. Poi per me è andata benissimo perché accanto a me ho il mio procuratore, che non è solo un procuratore ma un amico. E ho mia moglie. Nei momenti difficili loro mi hanno aiutato”.

Ora c’è la trasferta di Milan contro la tua ex squadra. Quando te ne sei andato attraverso i social ha mandato un bel messaggio.

“Sì, l’Inter è stata la mia prima squadra in Europa, quando sono arrivato avevo solo 20 anni. Mi hanno accolto molto bene. Mi manca la gente comune che lavorava lì, come la donna delle pulizie. Quella è stata la mia famiglia in Europa per qualche anno”.

Inter-Roma sarà una partita speciale per te.

“Sì, lì ho giocato circa 140 partite, ma adesso difendo la Roma e sono molto contento”.

Senti ancora qualcuno dell'Inter?

“Sento sempre Miranda ed Eder, i brasiliani. Ma anche Carrizo che è mio amico. Miranda mi ha scritto ieri che sarà squalificato, ci teneva a giocarla questa sfida. Vorrà dire che ci sentiremo dopo la partita”.

Ora inizia il ciclo più importante.

“Sì e prima di tutto c’è il Villarreal che è una squadra molto forte. Non è che adesso visto che abbiamo vinto 4-0 non lo sono più. Dobbiamo continuare a fare quello che stiamo facendo. Non dobbiamo rilassarci, basta vedere cosa successe al Milan qualche anno fa. Nel calcio ogni partita è una storia”.

Tu sei stato allenato da Falcao.

“Sì quando ero professionista da appena sei mesi. Lui è una persona fantastica, umile. Come giocatore poi è la storia a parlare per lui”.

E come allenatore come è?

“Lui vuole portare in Brasile un po’ quello che è il calcio in Europa. Ma in Brasile è più difficile perché è un Paese immenso, si fanno viaggi lunghissimi. Quindi soffrivamo un po’ la stanchezza e non siamo stati capaci di capire le sue idee”.