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Perotti: "Migliorerò con Di Francesco"


Al quarto giorno di ritiro è la volta dell'argentino in sala stampa. Ecco le sue parole nel corso della conferenza tenuta dopo l'allenamento della mattina in Val Rendena

Al quarto giorno di ritiro è la volta di Diego Perotti in sala stampa. Ecco le parole dell'argentino nel corso della conferenza tenuta dopo l'allenamento della mattina in Val Rendena.

Perotti

Ti abbiamo visto partire subito forte, quanto è importante trovare subito il ritmo?

“Per una stagione lunga come quella che viene dobbiamo essere tutti al cento per cento e dobbiamo allenarci bene: questo è dimostrato dal fatto che pure i ragazzi giovani stanno facendo molto bene”.

Di Francesco ti chiede di accentrarti spesso rispetto al tuo solito stile di gioco?

“Lui mi chiede di non essere sempre largo. Dovrò concentrarmi di più su questo aspetto, a me piace prendere palla e fare uno contro uno sulla linea. Mi chiede di accentrarmi, di giocare la palla tra le linee e di stare vicino all’attaccante. Tutto questo mi farà sicuramente crescere e migliorare nel mio modo di giocare. Farò sicuramente meglio per la squadra”.

Trovi delle analogie tra Spalletti e Di Francesco?

“Direi che è ancora presto per fare questo tipo di analisi, però finora ho vissuto degli allenamenti intensi, lui ci chiede molto la palla tra i piedi e di giocare veloce, senza tenerla troppo e perdere tempo, vuole che giochiamo in avanti. Per quello che ho visto ora e con il Sassuolo, è uno a cui piace molto attaccare e avere gli esterni alti. L’intensità che c’è in allenamento è simile a quella vista con Spalletti”.

In questo momento Monchi è strato impegnato anche in cessioni importanti, te che lo consoci cosa può portare in più rispetto a Sabatini costruzione squadra competitiva.

“Io per fortuna lo conosco molto bene, a Siviglia ha fatto acquisti incredibili, giocatori che non erano magari così conosciuti e lui li ha fatti diventare importanti per poi venderli a un prezzo maggiore rispetto a quelli d’acquisto. Ho molta fiducia in lui, credo che abbia bisogno di tempo. Questa città magari è diversa rispetto a Siviglia e c’è meno pazienza, ma se gli danno il tempo che lui ha bisogno farà una squadra competitiva, una rosa completa e sarà molto importante per quest’anno che comincia: sarà lunghissimo e abbiamo bisogno di una rosa forte. Ho molta fiducia in lui, lo conosco bene e so che farà acquisti giusti e importanti”.

Dopo la cessione di Rudiger alcuni dei tuoi compagni si sono espressi sui social. Tu che sei uno dei pochi titolari a Pinzolo, sei preoccupato o hai fiducia sulla Roma?

“Prima di tutto conosciamo tutti Radja, sappiamo come scherza, come è fatto. Non possiamo prenderlo alla lettera, sono scherzi che facciamo tra noi. Magari è sbagliato farlo pubblicamente, ma restano scherzi. Come ho detto, conosco bene Monchi e so casa può fare, è nuovo, è qui da poco tempo, non parla ancora la lunga, ha bisogno di tempo ma alla chiusura del mercato manca tanto e so che farà una squadra forte: c’è la Champions quest’anno, la competizione più importante al mondo e dobbiamo avere una rosa forte. Lui la farà, noi siamo tranquilli perché abbiamo già una squadra forte, ha fatto diversi acquisti come Karsdorp e Gonalons e sono sicuro che Monchi farà un bel mercato”.

Hai sempre detto che il gol al Genoa è il più importante della tua carriera. Ti sei reso conto che questa rete sposta molto nel futuro della Roma?

“Sono consapevole di cosa rappresenta il gol per la Champions, mi è successo lo stesso a Siviglia, era molto simile: al minuto 90 e siamo arrivati terzi in classifica. So quello che significa per la Società, non solo parlando di soldi: la Champions rappresenta tanto, giocare con Barcellona e Real Madrid è diverso. Abbiamo fatto un anno positivo, potevamo fare di più e vincere la Coppa Italia, arrivando in finale di Europa League. Alla fine abbiamo rischiato di non arrivare nemmeno secondi, nonostante avessimo battuto Milan e Juve nel finale di stagione: alla fine è stata una stagione molto positiva.

Monchi ha detto che sei stato il suo acquisto più difficile, è vero?

“Penso che Monchi abbia scherzato perché mi ha preso da una squadra di Serie C argentina con pochi soldi e sono arrivato alla primavera del Siviglia e dopo un anno e mezzo sono arrivato in prima squadra, non credo sia stato niente di eclatante il mio acquisto”.

Cosa manca per colmare il gap con la Juventus?

“Piano piano ci stiamo avvicinando, il mio primo anno quando sono arrivato eravamo 10-15 punti dietro, quest’anno soltanto quattro. Contro le partite con le squadre di metà classifica la Juve fa la differenza, non butta tanti punti in certe partite in cui il campo non è in un buono stato e tutti si chiudono. Sono quelli i punti che ci mancano. Quattro punti sembrano niente, ma tutto questo fa la differenza”.

Senti la concorrenza con El Shaarawy?

“Con Stephan abbiamo un bel rapporto anche se giochiamo nello stesso ruolo. Lui ha fatto un finale di stagione bellissimo e sia per lui sia per me avere questa concorrenza è positiva, vuol dire che non ti puoi mai rilassare, hai un compagno dietro che può prendere posto e penso che sia buono sia per noi sia per la squadra”.

A marzo sembravi deluso per la mancata convocazione in Nazionale. Pensi ai Mondiali del prossimo anno?

“Per uno che non va da quasi sei anni in Nazionale è difficile. Quando si cambia l’allenatore la speranza torna. Mi è successo di avere un brutto momento, mi ha chiamato il vecchio CT e mi ha detto che alla prossima sarei andato, invece non mi ha convocato e ci sono rimasto male. Io voglio fare una buona stagione qui e quindi potrei anche andare in Nazionale, ma non ho più le speranze di due o tre anni fa”.

Perché la scorsa stagione non hai giocato come quando sei arrivato?

“La scorsa stagione i primi sei mesi sono stato sempre titolare, poi dopo Natale mi sono fatto male con il Genoa e c’è stato un cambio di modulo che ha messo mono giocatori in attacco. La verità è che Radja è stato spostato più avanti, ha fatto tanti gol e partite strepitose. Questo ha fatto sì che giocassi meno, ma poi sono sempre entrato. Penso di aver giocato abbastanza e come a tutti mi farebbe piacere giocare titolare. Io devo pensare solo alla quadra, fare sempre bene, che siano 90 minuti o 10, credo di aver fatto abbastanza bene quando sono entrato. Ora che è arrivato il nuovo allenatore, dobbiamo tutti mostrare se siamo capaci di giocare e di essere in grado di far bene con la Roma”.

Sogni la numero 10 come Maradona?

“È un numero piaciuto da sempre, tutti i giocatori con questa maglia i miei preferiti. Penso che quella maglia però apparterrà sempre a Francesco e non so se qualcuno potrà indossarla, sarebbe un piacere ma non lo chiederò perché mi sembra una mancanza di rispetto”.

Avete pensato a un obiettivo minimo quest’anno? Vi preoccupano Inter, Milan e Napoli?

“Per la squadra che siamo dobbiamo puntare su tutto, non c’è da concentrarsi solo su una o due competizioni. Sarà stagione lunga dura difficile ma bella, di quelle che ogni giocatore vuole disputare. Gli altri si rinforzano, stanno facendo acquisti importanti e spero che questa possa essere una di quelle stagioni simili a quelle che guardavo quando ero piccolo e il calcio italiano era pieno di grandi calciatori”.

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