Eusebio Di Francesco ha incontrato i media in conferenza stampa alla vigilia di Atalanta-Roma, prima sfida del campionato gialloroso per la stagione 2017-18 . Ecco tutte le parole del tecnico.
Quali sono i suoi obiettivi alla vigilia di questa stagione?
“Di partire forte, cercando di fare un’ottima prestazione a Bergamo. La prestazione di Vigo non mi è piaciuta per niente sotto tutti i punti di vista e dopo la tournée il Spagna in cui i risultati sono venuti meno, voglio dalla mia squadra una grane prestazione, dobbiamo mettere in campo tanta determinazione. Affronteremo una squadra di grande fisicità e che sa quello che fa. Tra i nostri obiettivi generali, poi, c’è quello di migliorarsi ogni giorno”.
Che avversario si aspetta di affrontare domani?
“Ho visto che scendono in campo come se non avessero mai smesso di giocare insieme, come se non fosse mai finito il campionato dell’anno scorso per la convinzione che mettono in campo. Bergamo è un campo ostico, sarà una partita difficilissima, hanno voglia di far bene e di imporre il loro pensiero di calcio e il loro gioco”.
Chi metterebbe nelle prime due file del campionato?
“Lascio ai giornalisti questo tipo di giudizi. Da addetto ai lavori guardo alla mia squadra, sicuramente il campionato sarà più competitivo perché delle squadre sono nettamente migliorate. Ci sarà meno stacco tra le prime e le seconde, squadre che gli anni scorsi finivano dietro quest’anno si sono rinforzate, come Milan e Inter”.
Chi giocherà accanto a Manolas come centrale di difesa?
“A me non piace parlare della formazione e dire chi giocherà domani come coppia centrale. Dico solo che le partite vanno preparate in un certo modo dal punto di vista dell’attenzione. Dobbiamo essere tutti uniti, si parla troppo di reparti ma a me piace esaltare il collettivo e non il singolo giocatore. Serve il blocco squadra. È logico che ci sono giocatori più in forma di altri, ma il singolo viene esaltato dalla squadra, questa è la mia mentalità”.
Si sta avvicinando il rientro di Florenzi: come lo intende far giocare? Potrebbe essere lui il rinforzo per il ruolo di esterno alto?
“Questo non è il momento adatto per parlare di marcato, nella nostra testa c’è solo l’Atalanta: questo è il nostro obiettivo. Il mercato finisce fra 12 giorni, spesso voi conoscete più nomi di me. Florenzi potrebbe essere ovviamente il valore aggiunto, non è ancora nelle condizioni di poter essere convocato: lo valuterò in vista dell’Inter, ma deve lavorare e mettersi in forma dal punto di vista fisico e metabolico. Ha tanta voglia di fare e di lavorare, mi auguro di averlo presto con noi, come Karsdorp: ci sono giocatori non sono al top che potranno darci delle alternative. Nelle due amichevoli non abbiamo avuto la possibilità di far recuperare i giocatori avendo partite così ravvicinate”.
Aveva parlato della necessità di aggiungere un centrale: è ancora della stessa idea?
“Io sono molto contento di allenare questi calciatori al momento, mi aspetto grandissime prestazioni dai miei difensori e da tutta la squadra, voglio risposte importanti. In dodici giorni di mercato può succedere tutto. Non voglio parlare di un centrale o di altri. Questo è il momento di fortificare questa squadra, voglio essere positivo: pensare che questa squadra possa fare non bene, benissimo. Devo essere contento di avere questi giocatori a disposizione, ovviamene poi non siamo sciocchi e faremo le nostre valutazioni dopo queste due gare”.
L’amichevole di Vigo ha forse cambiato l’opinione pubblica sul lavoro che è stato fatto? C’è chi ha paura che la Roma possa finire quinta o sesta.
“La colpa di quei trenta minuti è solo mia. Mi assumo tutte le responsabilità e ora devo dimostrare che la squadra non è quella. Siamo a Roma, le valutazioni si fanno dritte per dritte e io lo so. Lo capisco, perché ho fatto determinate scelte, ho cercato di tutelare calciatori che non potevano giocare partite ravvicinate in questo momento della stagione. A nessuno fa piacere giocare come abbiamo fatto in quei trenta minuti, la colpa me la prendo io. Dico solo che spetta a noi cambiare i giudizi, in campo dobbiamo dare delle risposte: abbiamo l’occasione per dimostrare che non siamo quelli lì. Io sono dato per integralista, mentre sono una persona che legge, scruta, cerca da imparare e di vedere. Io però ho delle idee, non posso scimmiottare gli altri, voglio portare avanti le mie idee di calcio e non quelle di altri: sono stato presto per questo. Il campo darà le sue risposte. Speriamo che si parlerà già da domani sera in maniera differente della Roma”.
Qualche calciatore ti ha colpito più di altri?
“Non voglio parlare di singoli. Tutte le caratteristiche dei giocatori devono essere esaltate dal collettivo. Se c’è uno che ha potenzialità enormi e che secondo me può fare ancora meglio è Nainggolan, nelle due fasi può dare ancora di più e immaginate quello che potrebbe fare. Mi ha sorpreso nei testo che abbiamo fatto”.
Sperava di essere così all’inizio del campionato? Oppure manca qualcosa e ci sono state delle cose che non hanno funzionato.
“Nel discorso generale dico che anche dagli errori di impara, servono anche le cose negative per poter migliorare. È stato il momento giusto: meglio sbagliare tanto nel precampionato che in campionato. Oggi si inizia a fare sul serio, se si abbassa il margine di errore si diventa una squadra importante. Io sono convinto di una cosa: non vince chi non sbaglia, vince chi sbaglia meno e noi dobbiamo sbagliare meno da tutti i punti di vista”.
Per De Rossi sarà il suo primo anno da Capitano, vuole sottolineare qualcosa in vista della stagione che sta per iniziare?
“Di De Rossi ne ho già parlato in passato, mi aspetto che sia il leader e l’emblema della squadra, il desiderio che ha di mettersi a disposizione del collettivo.
A molti preoccupa il suo integralismo. Lei pensa solo al 4-3-3 oppure ha un piano b? Sta studiano qualcosa di diverso?
“Serve intelligenza. Quando uno inizia un lavoro cerca di dare certezze. Spesso un allenatore se vince viene considerato intelligente perché cambia tanto quando vince, mentre se perde viene considerato stupido perché cambia troppo. Se c’è qualcosa da modificare si vedrà nel corso della stagione. Mi sembra assurdo parlare del 4-3-3 che è un sistema che a me ha dato tanto e anche alla Roma. Vi fossilizzate sui numeri e non sul concetto di calcio dinamico. C’è tanto da lavorare ma mi sembra assurdo parlare di qualcosa da mettere in discussione. È psicologia, ognuno se interpellato magari darebbe una formazione differente, ma qui scelgo io. Il nostro sarà un 4-3-3 non statico, ma dinamico, a seconda delle squadre che affronteremo: dipende dai momenti della stagione. Nel mio passato in tante occasioni ho cambiato. Perché dovrei cambiare dopo soli 30 minuti di Vigo?”.
Che ne pensa del ruolo di Totti?
“Totti lavora al mio fianco e questo è un motivo di orgoglio e soddisfazione: ci sono molto legato e averlo vicino ci può fare molto bene, conoscendo così bene la Roma e il sistema Roma. Sono felicissimo di averlo vicino a me da stasera, partirà con noi”.
Quanto manca per vedere la vera Roma di Di Francesco al top?
“Mi auguro arrivi il prima possibile, è normale che dobbiamo migliorare in tante cose nelle due fasi. C’è tanta disponibilità e la voglia di mettere in pratica quello che chiedo. Certe volte lo fanno anche con esasperazione, dobbiamo trovare equilibrio in quello che chiedo. Non voglio togliere qualità ai ragazzi, voglio esaltarli tutti insieme in un sistema di gioco organizzato. Poi nella vita può riuscire tutto o niente, il pensiero è positivo rispetto a quello che ho visto in questi giorni, togliendo i maledetti 30 minuti di Vigo in cui ci sarebbe voluto un timeout”.
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