Le parole di Eusebio Di Francesco alla vigilia di Sampdoria-Roma, recupero della terza giornata del girone di andata.
“Due parole prima di cominciare, sul mercato e le varie voci che ci sono al riguardo. Attualmente tutti i giocatori convocati sono a disposizione e disponibili per la partita che si terrà fra 36 ore e che per noi è importantissima. Devo cercare di preparare al meglio tutti i ragazzi, compresi quelli di cui si parla molto. È ovvio che poi si può valutare l’aspetto psicologico del calciatore, ma in questo momento il mio primo pensiero è quello di preparare la partita al meglio. Attualmente tutti i giocatori a disposizione sono della Roma e basta. Poi oggi, domani o dopodomani il Direttore ha detto che ascolteremo tutto e prenderemo in considerazione quello che arriva dall’esterno. Il mio pensiero, però, è solo quello di preparare la partita di domani”.
La Roma è stata a due facce contro l’Inter, che risposte si è dato per quei venti minuti finali?
“Bisogna fare delle valutazioni. Siamo stati meno incisivi dell’Inter anche se abbiamo avuto spesso il predominio del gioco, ma negli ultimi 20 metri dobbiamo essere più determinati. Quando recuperi 16 o 17 palloni devi finalizzare al meglio certe situazioni. E noi, purtroppo, non le abbiamo sfruttate. Pensare a una squadra che mantenga il ritmo per 90 minuti senza gli avversari è impossibile. È stata sottolineata la prova del nostro portiere che è stata veramente importante. Finora però non era mai stato impensierito così, come lo è stato per esempio Handanovic in altre sfide, anche se secondo me Alisson è straordinario nell’interpretazione del ruolo che ha. Per domani dobbiamo anche fare valutazioni anche fisiche che potremmo portarci dietro anche in questa partita”.
La Samp è una squadra in forma: quali sono le insidie?
“La Samp ha dimostrato di avere idee e identità ben precise. Ha la capacità di andare spesso in verticale e di attaccare la porta con tanta facilità. Non so se ci sarà Quagliarella che è in uno stato di forma straordinario. Loro possono crearci difficoltà ma noi possiamo fare lo stesso. Marassi non è mai un campo facile, è una partita insidiosa e magari tutto quello che c’è intorno a noi a livello di voci non ci aiuta a preparare la partita. Io dovrò avere la forza di concentrami solo su questo, come ho fatto con l’Inter. Se i ragazzi non avessero avuto la testa giusta non avrebbero giocato a San SIro 70 minuti con intensità e con il pensiero costante di andare a prendere i nerazzurri nella loro metà campo”.
Dzeko domani parte titolare?
“Oggi come oggi sì, è normale che poi le valutazioni mentali devo farle anche assieme al giocatore. Ancora non ho parlato con lui, ho voluto lasciarlo tranquillo. Ma io devo preparare al meglio questa partita contando su di lui. È una valutazione che farò assieme al ragazzo. Io ritengo che sia corretto pensare a una cosa: se è della Roma, un giocatore deve scendere in campo. Se è nostro, può giocare, dopo aver valutato tutti gli altri aspetti”.
La situazione di De Rossi è migliorata?
“È in grande dubbio. Proveremo ancora oggi, anche se difficilmente lo recupereremo per la sfida di domani, ci abbiamo provato ma credo sia difficile averlo a diposizione.
Cosa perderebbe la Roma senza Dzeko? Nel caso in cui partisse sarebbe più utile un esterno di attacco per dare più spazio a Schick e Defrel oppure un esterno difensivo?
“Parliamo di un qualcosa che in questo momento non esiste. Ovviamente certe valutazioni vanno sempre fatte. Questa squadra ha giocatori che sanno interpretare il ruolo di centravanti come Schick e Defrel, ma attualmente io come allenatore devo pensare a Dzeko. La scelta potrebbe ovviamente ricadere sia su un esterno sia un centravanti puro”.
Cosa dirà ai calciatori per stimolarli?
“Queste sono considerazioni da fare tra oggi e domani. Dovrò far leva sulla professionalità di tanti giocatori. Non dobbiamo dare alibi ai calciatori. Queste situazioni si affrontano a testa alta con grande serietà e con una grande personalità da parte di tutti”.
El Shaarawy e Gerson come stanno?
“Sono tutte valutazioni che faremo tra oggi e domani. Non siamo in un momento ottimale dal punto di vista della condizione fisica in mezzo al campo. Ho difficoltà, tanti giocatori non sono al top o sono usciti dal campo che non erano in condizione. Questo potrebbe anche modificare il mio assetto e modo di pensare perché potrei non avere tanti giocatori a disposizione”.
Cosa è successo quando la squadra è passata a cinque? Non sei riuscito a trasmettere la cattiveria necessaria in quel frangente di partita?
“Non è il sistema di gioco che fa la mentalità di una squadra: conta solo l’atteggiamento dei calciatori che accorciano sulla palla. Nel gol è successo che eravamo sempre troppo distanti dal pallone, a prescindere dal numero degli uomini. Abbiamo mollato e io mi auguro e penso che non sia stato un aspetto mentale, ma soprattutto un calo fisico dei giocatori in mezzo al campo. Il gol lo abbiamo preso in una situazione in cui ho rinforzato la linea difensiva. Spesso si va a puntare il dito su chi è entrato, ma non aver avuto l possibilità di avere un centrocampista di ruolo in panchina non mi ha permesso di fare scelte che ci avrebbero evitato di abbassarci troppo. Ci era anche successo con il 4-3-3 di stare troppo dietro, perché loro dovevano osare per arrivare a pareggiare. Bisogna essere più lucidi in certe situazioni”.
Sei d’accordo con le scelte della Società o che devi semplicemente accettare?
“Io non scappo e certe situazioni le devo affrontare. Ci sono momenti per cui gli allenatori non possono mettere il becco, parlo di scelte di calciatori o di situazioni societarie. Io ho scelto di allenare la Roma e lo farò al meglio, qualsiasi cosa accada”
Ha parlato con Schick? Si aspetta un salto di qualità da un gicoatore come lui?
“Schick per me è il presente e c’è anche Defrel che può fare questo ruolo. Deve fare le cose con più cattiveria e determinazione, in questo lui deve crescere e migliorare. Ieri si è visto il gol che ha fatto da fuori are e magari questo si può ripetere con maggior continuità per fargli trovare fiducia nei propri mezzi”.
Le hanno mai chiesto di non far giocare un calciatore per il momento delicato di mercato?
“Tutto può succedere, ma io ho scelto sempre in autonomia la formazione. Questa è stata la mia forza e lo sarà sempre. Sceglierò solo io se farlo giocare o meno: gli altri non mi daranno mai niente. Se dovesse giocare o no sarebbe una scelta mia e basta”.
Giocherà di nuovo Strootman in quel ruolo di centrale davanti alla difesa? Può avere un futuro o è una situazione momentanea?
“Se lo è creato il suo futuro, non è la prima volta che lo provo lì. Con la SPAL e in altre occasioni lo ha già fatto. Quando non abbiamo a disposizione i centrali di centrocampo può farlo. Lui lo ha interpretato come piace a me il ruolo. Però deve verticalizzare le palle di più, ma a livello di posizione e di continuità mi è piaciuto. E potrebbe essere riproposto lì anche in gare successive”.
La Roma di oggi senza Dzeko ed Emerson riuscirebbe ad affrontare e superare lo Shakhtar?
“Noi giochiamo tutte le partite con un desiderio: vincere ovunque. Lo abbiamo già dimostrato ma dobbiamo ritrovare la continuità e la compattezza di squadra che ho rivisto con l’Inter. Ho rivisto un po’ di Roma che piace a me e questo è l’aspetto più importante. Mi auguro che pian piano questo aspetto cresca di più e spero di ritrovare lo spirito della gara dimostrato con l’Inter. Tutto questo ci aiuterà ad affrontare al meglio una squadra come lo Shakhtar”.
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