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    Le parole di Tiago Pinto in conferenza stampa


    Il General Manager dell’Area Sportiva della Roma, Tiago Pinto, ha incontrato i giornalisti al termine della sessione invernale di mercato

    Queste sono state le sue parole in conferenza stampa.


    Dopo Roma-Empoli, Mourinho ha detto “Potevo andare via ma sono rimasto”. La Società ha avuto la percezione di questo rischio a dicembre? Ed è soddisfatto di quanto ricavato dalla vendita di Nicolò Zaniolo?

    “Innanzitutto, chiedo scusa per il ritardo con cui vi abbiamo informato della conferenza stampa, ma penso che non fosse difficile capire che fino alla fine eravamo in mezzo a una trattativa che dovevamo chiudere.

    In merito alla prima domanda, eravamo consapevoli di quello che stava succedendo, ma ci fa ovviamente piacere il fatto che lui abbia deciso di continuare, perché significa che crede nel progetto. E tutte le altre considerazioni sono cose delle quali parliamo tra noi, come anche il mister ha detto pubblicamente. Questi sono temi che riguardano il Club.

    Su Zaniolo e sul modo in cui è finita questa trattativa, mi conoscete, non mi nascondo dalle mie responsabilità: penso che, se mi fai questa domanda, se pensavo di prendere più soldi per Zaniolo, la risposta è sì. E la prova è che, una settimana fa, avevamo un’offerta considerevolmente più grande.

    Ma con tutto quello che è successo, siamo arrivati a questa soluzione. Che comunque non è male per nessuna delle parti. Se mi domandi se io sia veramente contento, la risposta è che non lo sarò mai. Se mi chiedi se non fosse stato possibile fare meglio, ho dei dubbi”.

    Dopo Roma-Empoli Mourinho ha detto che se avessero giocato i titolari anche con la Cremonese non avrebbero battuto l’Empoli. I tifosi spesso si chiedono, nella campagna acquisti della Roma, i giocatori sono concordati? Tutti hanno il placet dell’allenatore?

    “Anche questa è una grande domanda: penso che siano tante domande in una sola. La prima cosa che voglio dire è che, anche se spesso si cerca il conflitto tra me e l’allenatore, ed è normale per te pescare delle parti (di dichiarazioni, ndr) dalle quali emerga questo conflitto, noi lavoriamo ogni giorno per il bene della Roma. Pranziamo tutti i giorni insieme. Per cui, non sarà questa conferenza stampa a dare l’idea che noi giochiamo per squadre diverse.

    Poi, non è la prima volta che lo dico, e lo ripeto: non è una coincidenza che nelle ultime tre, quattro stagioni, la squadra campione d’Italia è poi uscita dalla competizione europea presto. Io penso che noi, e oggi parlo da italiano, avremo tanto lavoro da fare sul calendario, per tutelare le squadre che giocano in Europa. E vediamo quello che succede con Atalanta e Fiorentina quando giocano o no in Europa. Questo è un tema che va oltre il tema della rosa a cui arrivo. Quindi, direi che in Italia, con un campionato così competitivo, non è semplicissimo fare tutte queste partite, perché ci sono 38 giornate e, spesso, le gare infrasettimanali comportano dei problemi.

    Sul tema dei giocatori presi, credo che nell’intervista fatta a gennaio sono stato chiaro su questa cosa: io cerco sempre, dal primo giorno, di creare una sintonia sui calciatori presi. Ovviamente, nessuno di noi può dire che abbiamo tutti i giocatori che vogliamo. Perché tutti noi conosciamo i limiti della Roma, tutti conosciamo i paletti ai quali siamo costretti, ma non abbiamo preso un giocatore senza l’opinione dell’allenatore.

    Io cerco sempre di avere questa atmosfera ‘consensuale’, ma questo è diverso dal dire che Mourinho o Tiago Pinto ha tutti i calciatori che vuole. Perché non è così, perché noi oggi non siamo in grado di fare questo tipo di mercato.

    Ma per andare ancora più a fondo della domanda, io non ho paura davanti a voi ad assumermi tutta la responsabilità per i giocatori che non hanno fatto bene nella Roma. Per semplificare il vostro lavoro: tutti i calciatori che non hanno fatto bene sono al 100% responsabilità mia. Per cui, noi abbiamo delle nostre condizioni, dei paletti che conoscete, cerchiamo di fare un lavoro fatto bene, con me, con gli scout, con l’allenatore e, ovviamente, io, come entità massima, quando le cose non vanno bene mi prendo tutta la responsabilità.

    Forse io ho una visione diversa da voi, perché ci sono calciatori presi per fare la differenza e ci sono calciatori presi per fare le riserve e altri per una prospettiva di quattro, cinque anni. E questo spesso non viene valutato. Ovviamente, la valutazione dei giornalisti e dei tifosi viene fatta ogni settimana.

    Ma, per essere chiari, io non voglio nascondermi dietro a nulla. Voi parlate spesso di Vina e Shomurodov: sono al 100% responsabilità mia”.

    È soddisfatto di come si è chiuso il mercato di gennaio con le difficoltà che ci sono state? Se Zaniolo fosse stato ceduto con il mercato aperto in entrata sarebbe stato sostituito visto che essendo partito anche Shomurodov forse alla Roma manca qualche risorsa in attacco, non potendo giocare Solbakken in Europa.

    “Rispondendo obiettivamente, se sono soddisfatto dico di no. In tutte le altre finestre di mercato sono venuto qui e con fiducia ho detto che sentivo che la squadra era migliorata. Oggi, non mi posso nascondere e non posso dire lo stesso. Abbiamo perso tre giocatori e ne abbiamo presi due. Tutti noi ci aspettiamo che il recupero di Gini possa diventare un rinforzo che non aspettavamo. Mi assumo la responsabilità di non poter dire quello che ho detto nelle precedenti finestre di mercato.

    Ma ci sono altre due cose da dire, la prima è l’effetto Zaniolo, una situazione abbastanza difficile da gestire. Con i paletti che abbiamo, se lo avessimo venduto avremmo trovato una soluzione, che era stata individuata, che avrebbe fatto piacere a tutti e che avrebbe fatto crescere la squadra, una risorsa importante ma non siamo riusciti a fare quello che volevamo. Con i paletti che dobbiamo rispettare è diventata una sessione più difficile.

    Mi dispiace molto della situazione di Solbakken ma ci permette di far capire che questa storia del FFP non è uno scherzo, ma una cosa reale. Non mi voglio nascondere, penso che il FFP sia importante per la sostenibilità dei club come la Roma. Ma ovviamente fare mercato così è difficile. Con quello che era l’offerta che tutti sapete del Bournemouth avremmo potuto fare un mercato importante per rendere la squadra più forte.

    Non ci siamo riusciti, me ne prendo la responsabilità, ma c’erano anche cose che io non potevo cambiare. Ma sono sincero, sulla prima domanda dico che non sono totalmente soddisfatto, ma sulla seconda e sull’ultima dico che per me il mercato ha un’importanza del 20-30%.

    Mi fido al 100% di allenatore, staff e giocatori che abbiamo. Abbiamo una strada da percorrere e le condizioni per fare bene fino alla fine”.

    Quindi se Zaniolo avesse accettato l’offerta inglese in tempo di mercato aperto, sarebbe arrivata un’altra risorsa?

    “Sì, non voglio dire chi, per rispetto suo e del club che lo ha preso ma sì. Abbiamo cercato tutto in tempi stretti. Dal momento in cui Nicolò ha deciso di andare via c’erano ancora 15 giorni di mercato ma non voglio spendere tutta la conferenza stampa parlando di Nicolò. Dal momento in cui un giocatore che era amato come lui in questa la città, prende la decisione di non volersi più allenare e giocare per la Roma penso che alla fine siamo riusciti a sistemare le cose come dovevamo fare”.

    Ci sono due calciatori con il contratto in scadenza a giugno, Smalling ed El Shaarawy. Com’è la situazione? C’è la volontà di andare avanti con entrambi?

    “Su El Shaarawy voglio fare una battuta: ci sono dei momenti in cui pare che non l’ho ripreso io ed altri nei quali non sono stato io. Ora che sta facendo bene, non sono stato io (Tiago Pinto ride, ndr). Sono due situazioni diverse perché la situazione contrattuale è differente. Chris ha fino a maggio il diritto di dire cosa vuole fare e con Stephan è il contrario, il diritto ce l’ha il Club.

    Penso che tutti e due i calciatori stiano facendo molto bene. Abbiamo dei contatti con il procuratore di Chris sulla voglia di continuare insieme, ma penso che tutti capiscano che il mercato è finito purtroppo solo oggi, e da adesso abbiamo più tempo per sistemare le cose. Ma non dimenticare anche la parola che ha il calciatore nella vicenda, non è solo responsabilità nostra. Penso che sia chiaro a tutti che la volontà è di proseguire insieme. Poi, vedremo cosa accadrà”.

    Finora ha ripetuto per tre volte la parola ‘paletti’ sul Fair Play Finanziario e che è nella stessa squadra di José Mourinho. Poi però sentendo ciò che dice l’allenatore sul mercato e vedo delle differenze. Ci può spiegare le strategie dei prossimi anni del mercato della Roma? Si dovrà fare di necessità virtù?

    “Per un direttore sportivo, sarebbe stato più semplice prendere i giocatori. Non è bello per la mia immagine ogni volta dovermi riferire ai paletti, al Financial Fair Play o dire di non volermi nascondere. Dico questo perché lo sento, e perché non ho dubbi sul fatto che fra tre, quattro anni, la Roma sarà un Club più solido rispetto a oggi. Avrà un potere diverso sul mercato, che oggi non ha. Ma noi dobbiamo fare questo percorso. Per forza. Non c’è un altro modo.

    Per cui, quando parlo del Financial Fair Play e dei paletti, non lo faccio per nascondermi o per giustificare il mio lavoro: io sono il primo a dire che questo lavoro va fatto. Perché nel momento in cui vado via dalla Roma, più che i messaggi sui Social io voglio avere la certezza di avere lasciato la Roma in una situazione migliore rispetto a come l’ho trovata.

    E se noi facciamo le cose che stiamo facendo, senza perdere ambizione, perché non possiamo dimenticare che abbiamo vinto un titolo e siamo terzi: non stiamo lavorando per la salvezza. Ma dobbiamo seguire questa strada.

    Secondo punto, avete visto che in tutta Italia non si è fatto nulla sul mercato di gennaio. Non è soltanto un tema della Roma: lo è del calcio italiano. Purtroppo, oggi è molto difficile competere con la Premier League. Per cui, quando tu mi chiedi se in futuro la Roma avrà la capacità di mettersi davanti ad altri Club, sarà sempre difficile. Perché tu oggi vedi che in Premier qualunque Club dal 10° posto in giù ha più potere economico di qualsiasi società italiana.

    Ma io ho la convinzione che, se facciamo bene questo lavoro con la Proprietà e con la UEFA, avremo la capacità di avere una squadra che può competere per qualcosa di importante, che gioca la Champions e che può scegliere i calciatori che vuole prendere. Ma, in questo momento, dobbiamo fare questa strada”.

    Mourinho è consapevole di tutto questo?

    “Lui è stato il primo, quando parla del mercato, quando fa le considerazioni che ha fatto. Quando volete infiammare questa conflittualità, è perché lui sa di questi paletti. Io non sono contrario alla motivazione che c’è dietro questi paletti, ma è chiaro che li dobbiamo seguire.

    Per cui - ripeto - non voglio parlare ancora di Nicolò, ma chiaramente il rifiuto del Bournemouth è una situazione che ci ha messo in difficoltà anche in relazione a quel piano strategico, perché noi sappiamo chiaramente che dobbiamo raggiungere determinati obiettivi, e con quell’offerta saremmo stati più vicini ad arrivarci.

    Ma, ripeto, anche per le qualità tecniche e umane dell’allenatore e dei giocatori, noi stiamo riuscendo a raggiungere questo piano della UEFA, ma anche in campo siamo riusciti a fare qualcosa. Non abbiamo vinto lo Scudetto, ma non è neanche che non abbiamo vinto nulla.

    Per la mia immagine sarebbe stato più facile lamentarmi, cercare scuse, e prendere dei calciatori, ma io sono qui per fare il bene della Roma. E il giorno in cui andrò via, sono certo che la lascerò meglio di come l’ho trovata”.

    La scorsa estate la rosa della Roma abbondava di esterni e quest’anno, arrivati a gennaio, la pattuglia si è assottigliata, tra gli infortuni di Spinazzola, la questione Karsdorp, la cessione di Vina. Avete ritenuto di star bene così, con gli esterni che attualmente sono in rosa, oppure anche in questo caso c’entrano i paletti del Fair Play Finanziario?

    “Sai perfettamente il modo in cui la squadra gioca. Nel ruolo di cui hai parlato avevamo Spinazzola, Zalewski, Vina e anche El Shaarawy. Dall’altra parte avevamo Celik e Ricky (Karsdorp, ndr) e Ricky è qua. Poi sai che davanti giochiamo in un modo diverso, cioè non con gli esterni aperti: in quello spazio abbiamo Dybala, Pellegrini, Volpato e Solbakken. Non penso che ci sia una mancanza di esterni come hai detto.

    Sul tema Vina: l’ho riconosciuto pubblicamente a fine mercato, ci mancava un difensore centrale perché giochiamo a tre, noi ne avevamo soltanto quattro e lui era un giocatore che poteva darci una mano in quel ruolo.

    Per cercare di riprendere il valore di mercato di Vina e allo stesso tempo per cercare di riequilibrare un pochino la squadra, siamo riusciti a mandarlo in prestito e portare da noi in prestito un difensore centrale con caratteristiche diverse che ci può dare la mano e, sotto questo aspetto equilibrare la squadra. Non penso che ci manchi qualcuno”.

    Karsdorp quindi è a disposizione?

    “Penso che a breve capiremo questa situazione, ma dopo la fine del mercato Ricky è rimasto qua. L’allenatore ha anche parlato un po’ pubblicamente della situazione e, come ho sempre detto, gli interessi della Roma sono più importanti e, sicuramente, a breve si capirà se lui sarà a disposizione”.

    Lei è l’unica voce della Società con cui ci possiamo relazionare, perché con il Presidente non abbiamo mai avuto una conferenza stampa. Le faccio una domanda che forse dovrei fare al Presidente: perché Mourinho ha chiesto un incontro con la Proprietà, se avete modo di organizzarlo, e se c’è la possibilità o il timore che lui possa lasciare, se la Roma non raggiunge la Champions?

    “Sul tema della Proprietà, sul fatto di parlare o no, la cosa che si deve sottolineare è sono tutti gli investimenti fatti in due anni e mezzo, tutto il lavoro che fanno ogni giorno per rendere la Roma più solida e più forte. È dal primo giorno che hanno detto che loro amano più lavorare che parlare. Non vedo in questo un aspetto da criticare. E io vi posso dire che il più delle volte, io parlo perché sono obbligato. Ovviamente, abbiamo anche il dovere di spiegare alle persone quello che facciamo, e per questo organizziamo queste conferenze stampa.

    Sul tema dell’incontro con l’allenatore, non ricordo che lui lo abbia chiesto pubblicamente. Noi abbiamo tutti un rapporto buono, parliamo spesso: José Mourinho è José Mourinho, non è un allenatore qualsiasi, e non ha bisogno di chiedere pubblicamente un incontro. Ripeto, capisco che oggi magari questo sia un tema che voi cercate, perché è un tema, ma c’è un rapporto che noi abbiamo e ci sono altri posti per discutere di queste situazioni, non qua.

    Sul tema della Champions, né io, né Mourinho, né la squadra abbiamo bisogno di una pressione extra. Sappiamo tutti che, nel mondo del calcio, giocare in Champions oppure no è una cosa diversa. Ma la squadra, fino ad adesso, compete per vincere tutte le partite. A fine stagione faremo i conti. Non mi va di dire che al 100%, se andiamo in Champions si verifica lo scenario A e, se non ci andiamo, si verifica lo scenario B. Ci sono tante variabili nel mezzo, che possono cambiare.

    Ci dispiace ovviamente per la Coppa Italia, ma secondo me la squadra sta facendo bene, i giocatori stanno lavorando bene, hanno un atteggiamento giusto, motivati dall’allenatore. E non hanno bisogno di più pressione che derivi dal fatto che, se andremo in Champions, avremo un futuro felice, altrimenti andremo tutti a casa. Il calcio non è così”.

    Tornando a Zaniolo: visto che in estate lei ha detto che uno dei primi appuntamenti in agenda in estate era il rinnovo di Zaniolo. Cosa non è andato? C’è mai stato un incontro? È stata una questione di richieste troppo alte del giocatore? La richiesta di cessione e metà gennaio del calciatore è stata un fulmine a ciel sereno oppure queste richieste erano già state fatte in estate e poi non si sono concretizzate?

    “Con tutta l’umiltà che posso avere, se qualcuno dopo tutto quello che è successo a gennaio o che è successo prima, pensa che è andato via per la mancanza del rinnovo allora è perché qualcosa non va bene nel giudizio che abbiamo (sul tema, ndr). Perché, ripeto, Nicolò è stato amato da questa città come pochi giocatori. Quando arriva al punto di rifiutare di vestire la maglia della Roma, di non voler giocare per la Roma, è una cosa che va oltre qualsiasi trattativa o rinnovo.

    Ma non mi nascondo dalla domanda che hai fatto. Se guardi la Serie A e se guardi le squadre più importanti, quanti giocatori importanti sono usciti a parametro zero delle grandi squadre? Senza nominarli, ce ne sono stati tanti. Alla Roma, per fortuna, non ce ne sono stati tanti così importanti.

    Ovviamente quando cominci a parlare di rinnovo, c’è sempre una trattativa da fare. C’è la richiesta del giocatore, il lavoro dell’agente, quello che vuole fare il club e anche il rendimento in campo. E, ovviamente, anche se abbiamo un buon rapporto e continuiamo ad avere un buon rapporto con il procuratore, non ci siamo mai messi d’accordo su questi punti.

    Per finire faccio un esempio: anche io potrei pensare di guadagnare X, magari mi credo molto bravo e penso di dover guadagnare X. Ma se un giorno vado via dalla Roma e gli unici club che fanno l’offerta per me sono Bournemouth e Galatasaray, magari dobbiamo pensare che c’è qualcosa che non va.

    Ripeto, io voglio rispettare tutte le persone, accetto tutte le critiche al mio lavoro, si parla tanto dei rinnovi, uno rinnova o un altro non rinnova: è sempre lo stesso il tema dei contratti. Ma dopo tutto quello che è successo con Nicolò, crearsi la storia che siamo arrivati qua perché mancava il rinnovo… non riesco a spiegarlo meglio”.

    Cosa l’ha delusa di più del comportamento di Zaniolo? E c’è mai stata la possibilità di arrivare a Ziyech?

    “La storia dei club la fanno l’allenatore e i giocatori. Io non voglio dire adesso che tutti i problemi della Roma sono stati creati da Nicolò. Ovviamente io, come magari tutti i tifosi della Roma, siamo rimasti un po’ delusi dall’atteggiamento. Ma ora c’è un’altra pagina davanti: la Roma è più grande di me, di Zaniolo, di tutti. E questa è la cosa più importante.

    Non volevo passare tutta la conferenza stampa a parlare di Nicolò, perché ormai si conoscono tutte le dinamiche. Su Ziyech, visto che non sono bravo a dire le bugie, è vero che avevamo parlato con i suoi procuratori e con il Chelsea. Non era quel giocatore di cui avevo parlato prima, ma era una delle ipotesi. Mi dispiace anche quello che gli è successo all’ultimo minuto del mercato, perché è stata una situazione difficile per lui, ma è vero che quelli che ci hanno beccato a fare la riunione con i procuratori di Ziyech hanno avuto ragione”.