IT
  • EN
  • Home Notizie

    Mourinho: "La Roma dà sempre il massimo"


    Queste sono le parole di Mister Mourinho dopo il successo della Roma sul Genoa in Coppa Italia

    La volontà della Roma di fare sua la partita è stata evidente. Forse un po’ troppa fatica, fino al lampo di Dybala.

    “La Roma dà sempre il massimo e per questo provo affetto per i miei ragazzi. Ho imparato da bambino – e io non sono un bambino: la prossima settimana farò 60 anni - che, quando dai il massimo, non sei obbligato a dare di più".

    “Poi puoi giocare bene, benissimo o non tanto bene, ma quando dai il massimo…".

    “Un giocatore che dà il massimo ha sempre il mio affetto. Per questo, l’unica cosa che è mi è dispiaciuta è qualche fischio a Zaniolo".

    “Però, quando hai una persona che prende uno stipendio dalla Roma e, davanti ai microfoni, muove una critica a un giocatore, apre la porta (ai fischi, ndr), perché ovviamente la gente sente queste persone che hanno una storia nel Club. La mia storia è piccola, ma magari la gente mi sente: per favore, non fischiate i miei giocatori, perché danno tutto quello che hanno. Non hanno di più, non danno di più”.

    Tornando alla partita, facevo riferimento alla luce di Dybala, che arriva dopo un momento di difficoltà di Pellegrini. Ci può dare un aggiornamento su Pellegrini?

    “Abbiamo qualche problema con Lorenzo, che vedremo domani. Ovviamente volevo risparmiare tutti e due, però Alberto (Gilardino, ndr) mi ha regalato una partita difficile. E dopo, con il problema di Lorenzo, volevo fare di tutto per non andare ai supplementari".

    “Avrei potuto mettere un ragazzino – Volpato, Tahirovic – ma ho deciso di inserire Paulo, e sono questi i giocatori che fanno bravi gli allenatori. Ci sono allenatori bravissimi perché hanno giocatori bravissimi. Ovviamente c’è stato un lavoro di squadra, ovviamente c’è stato un controllo di squadra della partita e i tre dietro ci hanno dato grande sicurezza, però poi Paulo è un’altra cosa: è un profumo diverso”.

    Sui fatti in autostrada tra i tifosi di Roma e Napoli, che idea si è fatto?

    “Io sono un allenatore, alleno, e secondo qualcuno alleno male. Io alleno”.

    Il direttore sportivo ha detto che per la zona Champions avete tutto: è d’accordo?

    “Il direttore è il direttore. Non mi sembra che un allenatore debba commentare le parole di un direttore. Se sono d’accordo o no, non devo commentarlo pubblicamente”.

    Lei non parla da due mesi. È contento in questo momento?

    “Contento o meno contento, do sempre il massimo. Questo è quello che importa, quello che è importante per il tifoso della Roma, per il direttore sportivo della Roma, per i proprietari.

    “Se non parlo da due mesi è perché sono stato squalificato per due partite, non parlo mai quando sono squalificato, oggi posso parlare e parlo. Approfitto di questa opportunità per ringraziare il presidente della federazione portoghese: quello che mi ha detto mi ha reso orgoglioso, il Portogallo è il mio paese, mi ha detto che avrebbe fatto di tutto per avermi, che ero non la sua prima scelta ma la sua unica scelta”.

    “Ma io sono qui, e do tutto per la Roma”.