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    Mourinho: "Giochiamo undici contro undici, più i nostri sessantamila"


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Real Betis, matchday 3 di Europa League.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.


    Come sta Dybala? E che difficoltà si aspetta?

    “Dybala bene, gioca. La difficoltà sarà quello di giocare contro una squadra di qualità, con un’identità precisa, con una filosofia propria, guidata da un grande allenatore, di esperienza, una squadra che ha vinto in Spagna, ed è difficile se non sei tra le tre squadre top della Liga, giocatori con esperienza e tanti di loro nazionali. Partita difficile, ma partita difficile anche per loro”.

    Undici contro undici, più sessantamila. E spero che i sessantamila facciano il loro. Anche perché al ritorno, nello stadio a Siviglia, i loro tifosi giocheranno tanto. È uno stadio fantastico nell’appoggio alla squadra. Mi fido dei miei undici, mi fido di chi sta in panchina con me, mi fido tanto dei sessantamila”.

    In merito alla posizione di Zalewski: lo vede anche dietro le punte oltre che sulla fascia?

    “Zalewski sa giocare in diverse posizioni. La formazione sua la conoscete meglio voi, ma si è trasformato in questo giocatore. È bravo in questa posizione, anche in nazionale gioca in questa posizione, ed è una nazionale di livello alto, lui si sente a suo agio e la squadra si sente a proprio agio con le sue caratteristiche.

    È un giocatore molto importante per noi. Se gioca o non gioca dall’inizio, non cambia niente: è un giocatore molto importante per noi”.

    Dovesse vincere domani, per lei sarebbe la 107esima in Europa. E sarebbe l’allenatore ad aver vinto più partite nelle coppe europee. Questo per le rappresenta uno stimolo in più?

    “Non è uno stimolo in più. Sono orgoglioso delle mie 106. Quando arriva la 107, se domani o alla prossima, non lo so, sempre orgoglioso della mia carriera. Queste sono cose per passare tempo quando finisco la carriera. Quando finirò, avrò tanto da pensare e da ricordare.

    In questo momento mi interessa vincere la prossima. Sempre la prossima. La prossima è domani. Sarà sicuramente difficile. È una partita di livello alto, molto alto. Voglio vincere semplicemente perché abbiamo bisogno di punti. Ne abbiamo solo tre e non bastano”.

    Una partita da vincere si può giocare anche con due centravanti insieme come Abraham e Belotti?

    “I giocatori bravi possono giocare insieme, non è mai un problema. Spetta agli allenatori trovare il modo di farli giocare insieme. Per dare un esempio, all’inizio – per tanti di voi – principalmente per quei fenomeni che parlano alla radio e non vengono mai qui, sembrava quasi impossibile per loro che Zaniolo, Dybala, Pellegrini, Abraham potessero giocare insieme.

    Purtroppo, con un infortunio di qua e uno di là, lo abbiamo fatto poche volte. E quando lo abbiamo fatto, la cosa ha funzionato bene. Belotti e Tammy sono due giocatori bravi. Giocare insieme è una questione di noi allenatori trovare il modo, il momento di farlo, svilupparlo a poco a poco, ma sicuramente per una squadra giocare contro una buona Roma, perché servirà una buona Roma, con Tammy e Belotti insieme non è facile.

    È un’opportunità? Ogni partita è un’opportunità. Io non voglio dire chi gioca domani, principalmente quando non ci sono dubbi per la squadra avversaria. In questo caso il Betis ha tantissime scelte che può fare. Veramente non lo so chi ci sarà di loro. E come il mio collega non dirà la formazione, io non voglio fare diversamente. Cosa ho detto: undici contro undici, più sessantamila”.

    Zaniolo in Europa ha una media realizzativa più alta. È soltanto un caso?

    “Lui è un giocatore di cui gli avversari si preoccupano, su questo non c’è dubbio. Non è un giocatore egoista, anche se a volte giocando prende delle decisioni individuali. Di prendere palla e attaccare i giocatori. Ma non è un giocatore egoista, non pensa a se stesso. Non risparmia energia per averla in fase di realizzazione.

    Dà tutto per la squadra, lavora tanto per la squadra, anche dal punto di vista difensivo. E un giocatore che lavora tanto come lui, è normale che non segni 20 gol in una stagione. È un giocatore veramente importante per noi, non mi stanco di ripeterlo.

    Per me, se segna di meno o di più, non è drammatico. Se ha segnato di più in Europa piuttosto che in Serie A, a parte Leicester e Betis, magari le squadre hanno un livello superiore. Ovviamente, Betis, Leicester sono di livello altissimo, ma sicuramente in Serie A abbiamo affrontato partite più complicate”.

    Quanto è importante per la crescita mentale della squadra aver fatto quattro punti tra Juventus e Inter? E quanto c’è della sua mentalità nelle parole di Mancini dopo il gol di Dybala a Milano?

    “I quattro punti che abbiamo preso con Inter e Juventus, paragonandoli allo scorso anno, abbiamo perso quattro punti con Udinese e Atalanta. Lo scorso anno pareggio a Udine e vittoria all’Olimpico con l’Atalanta. In questo caso, in modo pragmatico, non abbiamo guadagnato niente e perso niente. Ma dal punto di vista emozionale, è importante. È un feeling diverso farlo contro top club, in stadi importanti.

    Abbiamo parlato prima della partita di questo. Per esempio, dalla sconfitta contro l’Atalanta, ne siamo usciti con la sensazione di superiorità. Abbiamo perso, però siamo stati superiori. Abbiamo giocato con fiducia, molto bene. Con l’Inter ho messo sul tavolo questa questione, possiamo vincere e possiamo perdere, ma uscire dallo stadio con la sensazione di essere alla pari con l’avversario, non inferiore.

    Dobbiamo uscire con la sensazione di superiorità. I giocatori hanno preso questo con due mani, hanno fatto un’ottima partita. Sono punti che portano qualcosa in più. Il Mancio è un trascinatore, uno con voce, uno che sa parlare al momento giusto. Contentissimo per i ragazzi”.

    Come sta Pellegrini? E se può raccontare come è stato vivere la partita dal pullman?

    “Non ero su un pullman. Se stai su un pullman a San Siro vai sotto, io non volevo stare sotto, ma in un altro posto. Ero in un van, un bel van. Mi piaceva sentire il rumore dello stadio da quella posizione, si capiva quando era gol dell’Inter, quando era gol della Roma, quando era quasi gol, anche senza guardare la partita bene. Dove preferisco stare? In panchina sei lì, vederla dal van è peggio, è più dura.

    Pellegrini vediamo. Ci dobbiamo allenare. Dobbiamo sentire anche lui. Lui sa che la partita è fondamentale per noi. Lo conosco perfettamente, Lorenzo: se lui dice no, è no. Se lui dice: “Sono disponibile”, mi fido. Con lui non c’è perdita di tempo, la fiducia è altissima. Aspetto lui. In questo caso più che aspettare il dipartimento medico, aspetto lui. La sua parola per me decide tutto”.