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    Mourinho: “Lo stadio sempre sold out è per noi una vittoria incredibile”


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Cremonese, gara valida per la seconda giornata di Serie A.

    La partita è in programma lunedì 22 agosto alle 18.30 allo stadio Olimpico (diretta Dazn).

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.


    Come arrivano a questa partita due nuovi come Matic e Wijnaldum? Poi, volevo un suo parere sull’ambiente: quella di domani sarà la nona partita di fila con il soldout. Non può essere una cosa normale, va commentata.

    “Partiamo dall'ultima. È incredibile, è incredibile. Questo per noi è una vittoria incredibile. La base di tutto è la passione dei tifosi per il club, ovviamente. Però noi sentiamo l’orgoglio di avere qualche responsabilità nella creazione di questa empatia, nello sviluppare questa passione della gente. È una cosa assolutamente fantastica”.

    “Penso lo sia per tutti noi, ma anche per tutto il calcio italiano in generale. Anche all’estero. La gente oggi guarda la Roma, le nostre partite all’Olimpico all’estero, ovviamente io che sono portoghese, inglese e spagnolo ho amici da tutte le parti, ed è una cosa che suscita un’impressione fantastica a tutti. Quell’immagine dei campi pieni è un’immagine molto collegata al calcio inglese, a prescindere dalla competizione. Ed è una cosa fantastica. È una motivazione in più per noi, ma anche una motivazione in più per i nostri avversari”.

    “Andiamo sulla Cremonese. Non la vedo come una squadra che lo scorso anno era in Serie B. Non la vedo così perché non gioca così, è una squadra con un’organizzazione definita, sa come vuole giocare, sa come vuole condizionare il gioco dell’avversario, ha giocatori di qualità, ha fatto investimenti importanti in altri elementi di qualità, guardate i due davanti, sono entrambi calciatori con storia, con potenziale elevato. Complimenti al loro allenatore, Massimiliano (Alvini, ndr)”.

    “È facile dire o scrivere che sarà una partita con tre punti in tasca. Noi non vogliamo leggerlo o sentirlo. Io rifiuto al cento per cento questa lettura. È una partita difficile. Quando si dice che noi lo scorso anno abbiamo perso troppi punti in casa, in gare in cui potevamo vincere, sono d’accordo. Però dire che è una partita già in tasca questa con la Cremonese, lo rifiuto al 100%. Matic e Wijnaldum stanno molto bene. Abbiamo avuto due settimane quasi uniche, complete, con cinque giorni di lavoro. Arrivati a questo punto avremo una partita ogni tre giorni. Anche questo bel regalo di giocare con il Monza solo due giorni dopo la partita con la Juventus”.

    “Le settime complete di lavoro sono finite, sono state importanti per chi come Gini è arrivato dopo. Nemanja no, Nemanja è arrivato come tutti, a inizio stagione. Abbiamo tutti a disposizione. Zalewski ha avuto qualche problema, però si è allenato ieri. Perfetto. El Shaarawy pure aveva avuto qualcosa, ma ora è perfetto. Siamo tutti. Darboe a parte, che è una storia triste e che ha tanto tempo davanti per recuperare. Siamo tutti a posto. Vogliamo vincere, vogliamo che la gente vada a casa felice”.

    L’eventuale arrivo di Belotti può servire a colmare quel gap in cui parlava nel post Salernitana-Roma?

    “In relazione alla partita di Salerno, l’obiettivo non era far capire alla società o al direttore Pinto che volevo un altro attaccante. Non era l’obiettivo. L’obiettivo era vincere la partita. In quel momento lì, quando in panchina non hai un giocatore uguale a quelli che hai in campo, che è una cosa ovvia, nessuno si può aspettare che Felix e Eldor siano al livello di Abraham, Zaniolo e Dybala. In quel momento lì, quando tu non hai questo privilegio, le forze che avevo in panchina erano la qualità, l’esperienza, scusate il francesismo, il savoir-faire di Nemanja e Gini. Sono entrati in campo e hanno controllato la partita loro due. Ovviamente, sarebbe stato meglio chiudere la partita con due o tre gol, ma abbiamo chiuso la partita in un altro modo, con le grandi capacità di questi giocatori”.

    “Se mi chiedi se io voglio un altro attaccante in rosa, io non ti rispondo. Il direttore Tiago lo sa. E come il direttore Tiago lo sa, io devo semplicemente aspettare con speranza che si possa fare. E se non si può fare andremo avanti con quello che noi abbiamo. Tu fai la domanda specifica su Belotti, io non ti rispondo niente. Io ho questa cosa etica di non dire niente, se non che è svincolato. Posso dire soltanto se è vero, se è vero, che vuole tanto venire alla Roma, a me piace tanto questo feeling di un giocatore che vuole tanto venire da noi. Se viene o non viene, io non ti posso dire perché non lo so. Aspettiamo e vediamo”.

    La soluzione di Pellegrini in mediana è un progetto di lavoro che porterà avanti anche in altre partite?

    “L’anno scorso in un determinato momento ho detto che mi sarebbe piaciuto avere tre Lorenzo in squadra. E l’ho detto in un momento in cui stava crescendo come giocatore. Ha ancora un’età per crescere, però in questo momento, quel giocatore di grande potenziale di sei o sette mesi fa, è diventato veramente un grande giocatore. Veramente un grande giocatore. Talmente grande che non può giocare solo in tre posizioni come dicevo, ma anche di più”.

    “Ha raggiunto una maturità veramente grande. Può giocare ovunque, a centrocampo, anche davanti nelle posizioni di Dybala o Nicolò. È un elemento di grande qualità e maturità. Per noi vale tanto. Se guardi la nostra squadra, nella posizione in cui giocano Dybala e Nicolò, non abbiamo tanto. Abbiamo loro due, più El Shaarawy, più Lorenzo. Sono questi quattro che abbiamo per giocare in queste posizioni”.

    “Per questo non ti posso dire che Lorenzo giocherà solo partite a centrocampo, ci saranno tante partite, sarà una maratona lunghissima, ma Lorenzo giocherà ovunque. E non sono io che sto forzando Lorenzo a fare qualcosa che non vuole in campo. Lui può giocare ovunque e questo per me, per noi, è un vantaggio molto importante”.

    Secondo lei è stato più difficile vincere a Roma dopo 14 anni un trofeo o è più difficile rivincere a Roma una seconda volta?

    “Sinceramente non lo so. La competizione che abbiamo vinto noi è una competizione europea non molto diversa da quella che giocheremo noi quest’anno. Forse sarà un po’ diversa nella fase a gironi dove non troveremo lo Zorya giusto per fare un esempio, ma poi quando si passerà alle fasi a eliminazioni diretta, sarà anche un pochino diversa dato che troveremo super potenze come Arsenal o United e qualche altra squadra retrocessa dalla Champions, ma non è una competizione molto diversa. Se abbiamo avuto la capacità, la voglia, la forza mentale di vincere lo scorso anno, dobbiamo mettere tutto su questa Europa League e vediamo dove possiamo arrivare. Le competizioni italiane sono molto difficili da vincere”.

    “Oggi, prima della fine del mercato, siamo una squadra con più potenziale dell’anno scorso. Il problema è che le altre possono dire esattamente lo stesso. Non è una situazione in cui la Roma è migliorata e le altre hanno peggiorato. No, non è così. Per il bene del calcio italiano, tutti hanno migliorato. Per noi che vogliamo migliorare la nostra posizione rispetto alla scorsa stagione, non sono buone notizie. Perché anche le altre hanno fatto investimenti e sono squadre con più qualità di prima. Vediamo se potremo vincere qualcosa”.

    Ogni anno di questo periodo Cristante sembra sempre partire indietro nelle valutazioni, ma poi gioca quasi sempre ed è tra i più utilizzati. Per lei che valore ha questo calciatore? E se questa squadra ha esigenza sempre di avere almeno uno tra Cristante e Matic in mediana per gli equilibri.

    “Cristante è importante, sì, a tutti i livelli. Importante come giocatore, importante come persona, importante per la stabilità che dà in campo e fuori. Cristante-Matic? Si può avere stabilità in campo anche senza loro, dipende dalla crescita di squadra e di giocatori di un altro profilo”.

    “Un Pellegrini due o tre anni fa non poteva dare questa stabilità giocando lì, oggi può. Gini può farlo. Vedo una squadra che può giocare con Gini e Lorenzo là in mezzo, senza problemi. Anche senza Matic o Cristante. Il problema è se la squadra è capace di essere compatta difensivamente. La possibilità di giocare con più o meno calciatori offensivi, è tutta una questione di empatia di squadra, di organizzazione, di equilibrio tattico. Vedo una squadra con maturità, che ti dà l’opportunità di giocare senza elementi teoricamente più difensivi o posizionali”.

    Quanto è importante che Zaniolo sia rimasto? E quanto c’è del suo merito che lui sia ancora qui? Sembra anche più leggere in campo, più agile: è cambiato qualcosa sugli allenamenti?

    “Zaniolo sta bene, sta molto bene. Sono d’accordo con te, fisicamente sembra molto agile, molto fresco. Per un giocatore che gioca come lui, che va come lui, è importante per resistere a 90 minuti di intensità di gioco. Il merito è suo, soprattutto, poi arriviamo noi come staff per allenarlo bene, per dargli motivazioni anche per allenarsi prima di farlo con la squadra o dopo, parlo di un allenamento più specifico, lui sta veramente molto bene”.

    “Per me è merito suo. Se rimane qua è una domanda per il direttore, per lui, non per me. Se mi chiedi se mi piacerebbe che restasse: sì, mi piacerebbe molto. Non lo nascondo. È oggi un giocatore molto importante per noi, molto più importante di prima”.