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    Mourinho: "Vincere con il Venezia per essere padroni del nostro destino"


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Venezia, giornata numero 37 di Serie A.

    Ecco le sue parole.

    Teme che la finale di Tirana tolga la concentrazione ai suoi contro il Venezia e contro il Torino?

    “Spero di no, penso di no. Mi sembra che magari c’è gente che – anche interessata – che noi finiamo ottavi, con la speranza che noi vinciamo la finale, perché così sarebbe una cosa fantastica per il calcio italiano di avere otto squadre, in competizioni in Europa l’anno prossimo, però questo non si deve fare a costo di giustizia e di mancanza di rispetto per gente che lavoro tanto come noi. Io, per dire la verità, mancanza di concentrazione per le ultime due partite io penso di noi”.

    “Nella partita di Firenze eravamo una squadra stanca, la Fiorentina aveva un motore diverso dal nostro, con quella decisione poteva comunque vincere la partita, io sono d’accordo. Loro hanno giocato veramente bene. Però siamo un po’ stanchi di arbitri, arbitri nel var, di avere problemi dopo la nostra gara. Vengono puniti senza poter lavorare 3-4-5 settimane come è successo spesso”.

    “Perché questo dal potere è un modo di dire a noi: “Hanno sbagliato”. Però, mi chiedo, “hanno sbagliato”, “sono puniti”, ma dove sono i punti?” Dove sono i punti? È questo il problema. Se noi arriviamo a questo punto del campionato, con tutto aperto per arrivare dal quinto all’ottavo posto, io non voglio dire lo stesso che ha detto il PSV dopo che è finito il campionato all’Olanda”.

    “Io non voglio dire complimenti all’Ajax, agli arbitri e al Var. Non lo voglio dire. Io voglio finire quinto o sesto, è quello che voglio. In queste due partite faremo di tutto per finire quinti o sesti. È il nostro obiettivo. Sono le posizioni in cui siamo stati un po’ tutta la stagione. E no, non ho paura di mancanza di concentrazione”.

    La Roma è la squadra italiana che a fine stagione avrà giocato più partite, 55. Come si possono gestire le energie? Domani vedremo la squadra migliore possibile? E Mkhitaryan farà parte di questa gestione?

    “Mkhitaryan non c’è gestione, è infortunato. Non è che domani non lo facciamo giocare per prevenzione o per risparmiarlo o per non prendere rischi. In questo momento è un giocatore infortunato, non entra in questo tipo di gestrione. Non abbiamo la rosa per fare dei cambi drammatici nella gente che gioca”.

    “Non abbiamo il livello di esperienza, non abbiamo due giocatori molto simili per ruolo da poter dire faremo otto o nove cambi per gestire. No, noi dobbiamo vincere domani, dobbiamo vincere perché abbiamo bisogno di punti, perché è l’ultima partita in casa. E per andare all’ultima partita per essere padroni del nostro destino, senza stare ad aspettare altri risultati. Dobbiamo vincere con tutto il rispetto del nostro avversario”.

    “È possibile che loro si giochino il futuro, ma vogliamo vincere. Gestione minima. Faremo un paio di cambi domani, un paio di cambi diversi con il Torino. Di modo che due più due possano rompere la sequenza di tante partite. Però cambi molto grandi non possiamo farli”.

    Mkhitaryan è recuperabile per la finale?

    “Non lo so. Al momento, è completamente fuori”.

    Zalewski può essere uno dei simboli di questa squadra per come si è imposto in prima squadra?

    “Io non faccio una gran differenza di mentalità, di atteggiamento tra Zalewski e altri ragazzi giovani. La differenza che l’opportunità è arrivata per lui, è arrivata in modo consistente, è arrivata in un momento in cui la squadra necessitava di un’opzione per quella posizione lì. Lui era preparato per questa opportunità”.

    “Abbiamo deciso di metterlo in quella posizione lì quando perdevamo 2-0 in casa con il Verona. Senza Spinazzola, senza El Shaarawy, con il solo Vina che è un giocatore diverso, lui ha avuto l’opportunità in una situazione di rischio. Ed era preparato. Magari un altro potrà prendere allo stesso modo".

    "Penso che lui sia rappresentativo di quello che siamo noi, di quello che vogliamo noi, del nostro rapporto con la squadra Primavera con De Rossi, Vergine, Bruno Conti, Tiago è molto forte sulla creazione di questo tipo di rapporto. Quante volte questi ragazzi si allenano con noi. Nella prossima pre stagione prenderemo altri 3-4 per la nostra squadra, per farli crescere con noi. Zalewski rappresenta un caso di successo, molto positivo per noi”.

    In un’intervista a Sky Sport inglese, parlando anche della prossima stagione. Cosa serve alla Roma per fare il salto definitivo? Arriverà questo momento?

    “Penso di sì. L’organizzazione è importante, io penso che l’abbiamo. Stiamo crescendo a livello organizzativo. Se posso paragonare noi ad agosto con noi oggi, è stato fatto un gran lavoro. A tutti i livelli. Tempo. Il tempo è necessario, io ho altri due anni di contratto. Se parliamo di calciatori come Zalewski, giocatori che hanno bisogno di tempo. In altri club il club non è necessario, nemmeno esiste il tempo”.

    “Poi è una questione di qualità e quantità. Noi abbiamo sofferto quest’anno in determinati momenti anche con la questione quantità. L’altro giorno, dopo la partita con la Fiorentina, sono stato in diretta con un signore che faceva la domanda sulla differenza di verticalità, intensità. La differenza sono 140 km di calcio. Tu vedi quanti minuti hanno giocato i nostri giocatori. E questo si paga. È facile sapere quanti km hanno percorso in questa stagione Ibanez e Cristante, per dirne due. È quantità e qualità. Noi siamo consapevoli di questo”.

    “Io penso che mi devo scusare se non faccio interviste con voi. Ho fatto questa intervista con il giornalista inglese, con Gary che è un mio amico da tanti anni, per giustificare che lui è venuto qui”.

    “Questa è la verità. La proprietà vuole arrivare, io voglio arrivare. Se non fossi voluto arrivare, non sarei venuto qua. Abbiamo organizzazione, abbiamo tempo, abbiamo qualche talento, abbiamo la passione dei tifosi e a poco a poco dobbiamo continuare a migliorare. E vedremo cosa succederà la prossima estate. Ora, però abbiamo tre partite da giocare, basta parlare del prossimo anno”.

    In quali altri aspetti vede migliorata la squadra rispetto a quando è arrivato?

    “Non voglio parlare come se la stagione fosse finita. Non voglio fare analisi. Abbiamo tre partite da giocare. La prossima finale di Tirana, dal punto di vista emozionale, è una gara che non si gioca da tanto. Ma pure le altre due partite sono importanti per noi”.

    Domani sarà l’ultima all’Olimpico, un modo per ringraziare i tifosi per questa stagione.

    “Abbiamo deciso internamente che il minimo che possiamo fare è ringraziare i tifosi. Io posso ringraziare qui, i giocatori possono ringraziare sui social, ma a fine partita vanno ringraziati in campo. Loro ci hanno sostenuto in campo, noi dobbiamo ringraziarli lì".

    "Faremo un giro di campo per ringraziarli. È il minimo che possiamo fare. Al di là del risultato di domani, al di là del mio piede che Kumbulla ha distrutto ieri. Dobbiamo ringraziare la gente. Se possiamo farlo dopo una vittoria, lo faremo con il sorriso, ma dobbiamo farlo. I tifosi sono stati fantastici”.

    “Infine, anche se con un giorno di ritardo, volevo fare auguri al mister Zeman, per il suo compleanno di ieri”.