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    Mourinho: "L'apparentemente facile non esiste, dovremo giocare molto bene"


    Alla vigilia della trasferta con l’Empoli, il tecnico della Roma ha incontrato la stampa a Trigoria

    Alla vigilia della trasferta con l’Empoli, mister Mourinho ha incontrato la stampa a Trigoria.

    Ecco cosa ha detto il tecnico in conferenza.


    Che tipo di immaturità ha la squadra? Ha delle soluzioni?

    “Prima di tutto, un pensiero nostro e un abbraccio alla famiglia Di Marzio. Siamo con la famiglia. Tu ricordi benissimo i momenti in cui non siamo stati bene, per me è più facile parlare dei momenti belli che tu hai dimenticato, come i settanta minuti contro la Juve e anche come abbiamo giocato contro il Lecce. La partita con la Juve è lontana: nel calcio due settimane è tanto tempo. Penso che ne abbiamo parlato a sufficienza. Una cosa importante è che non ci nascondiamo nelle scuse, tra di noi ne abbiamo parlato tanto. Dopo la partita con il Lecce, ho già detto che la responsabilità principale del primo tempo (in Coppa Italia, ndr) è stata mia.

    Ho provato a spiegare - magari l’ho spiegato male - che quando uno pensa alla prossima gara e non a quella che sta giocando, di solito non aiuta la sua squadra. E io non ho aiutato la mia squadra. Quando la squadra è abituata a giocare in un certo modo, con due attaccanti o con un 10 dietro la punta di riferimento, e dopo si trova con tre giocatori di centrocampo, praticamente tutti sulla stessa linea e tutti con le stesse caratteristiche, la colpa è mia.

    Per fortuna avevo consapevolezza di questo anche prima della partita. E avevo in panchina dei giocatori che mi aiutavano a cambiare la dinamica del match. Per me, questa è la storia della partita con il Lecce”.

    A che punto è il recupero di Smalling? Il suo rientro può suggerirle un cambio di modulo?

    “Smalling sta bene. Magari non benissimo, ma sta bene. Si è allenato con la squadra qui a Trigoria per due giorni, venerdì e sabato. E giovedì si è allenato da solo. Ovviamente, si può dire che si sia allenato anche nei giorni in cui è rimasto a casa, anche se con tutti i limiti del caso. Sta bene. È disponibile. Se dovrà giocare, giocherà. Al momento abbiamo tutti e quattro i difensori centrali a disposizione, e tutti e quattro stanno giocando bene.

    Anche Marash (Kumbulla, ndr) che due mesi fa non godeva della mia fiducia totale, ora l’ha conquistata, con umiltà, con il lavoro, con l’apertura totale a critiche costruttive. Sono molto contento. Non mi ricordavo di avere mai avuto tutti e quattro i centrali a disposizione. Ho i cambi per giocare a tre, a quattro, a cinque… La domanda è buona, ma non voglio rispondere”.

    Abraham è entrato in 19 gol della Roma. Quanti margini di crescita ha, specie adesso che sta prendendo confidenza con le difese italiane? Dove può arrivare?

    “Dove possiamo arrivare noi con lui e dove lui con noi. Non sta facendo male. È la sua prima stagione, ha cambiato cultura calcistica e competizione. I numeri sono lì e sono senza rigori. E sono numeri che non tengono conto dei pali, che si sarebbero potuti trasformare in più gol. Però, onestamente mi aspetto di più. Ha spazio per migliorare non solo a livello numerico, ma anche qualitativo e in quell’area del gioco dove lui non era cresciuto tanto. Giocando adesso ogni partita, lavorando come sta lavorando, mi aspetto sempre di più. Ma torno all’inizio della risposta: dove possiamo arrivare noi con lui e dove lui con noi. Stiamo tutti insieme. Speriamo che la crescita dell’individualità si accompagni a quella della squadra”.

    Se togliamo Inter e Juventus, quante squadre in Italia hanno una rosa migliore della Roma, secondo lei?

    "In questa classifica - dove una squadra vince e poi perde, dove ci sono squadre che da quinte diventano ottave, e poi risalgono - penso che siamo lì. Chiaramente, le prime quattro del campionato hanno un potenziale strutturale, di rosa, di numeri e di esperienza che gli consente di stare là. Possiamo arrivare lì, ovviamente. Nella prossima stagione, evolvendoci a poco a poco, però con continuità, possiamo arrivare lì. Però, per me non ci sono dubbi, guardando ai tempi di costruzione di una squadra: siamo lì”.

    Il mercato è ancora aperto. Una settimana aveva detto che era chiuso: è ancora così? E in uscita ci saranno altri giocatori che partiranno?

    "Magari ho sbagliato quando ho detto che era chiuso: mi hanno intrepretato male o non mi sono spiegato bene. Il mercato è aperto fino al 31 gennaio. Se la domanda è se mi aspetto qualcosa di più, dico di no. Non me lo aspetto. Ma il mercato è aperto”.

    E sulle cessioni?

    “Dipende da come voi pensate alle cose. Sembra che una squadra, ogni volta che un giocatore va in panchina o che gioca di meno o che vive un determinato momento, la soluzione debba essere la sua cessione. Se è così, è complicato. Se ne parla sempre. Veretout è andato in panchina una volta e secondo voi è già in vendita. Perez viene sostituito al minuto 45 ed è già in uscita. Non è così. I quattro giocatori che sono andati via – Villar, Mayoral, Reynolds e Calafiori - erano parte di un progetto, di una strategia non dico di mercato ma della struttura della nostra squadra.

    Penso che la rosa che abbiamo adesso rimarrà fino alla fine del campionato. Infatti, abbiamo cambiato quattro giocatori che venivano impiegati pochissimo per due calciatori che in due partite hanno messo insieme più minuti di quei quattro in sei mesi. Sergio ha fatto 60 e 80 (minuti, ndr), Maitland ha fatto in totale 200 minuti: due giocatori in 15 giocatori hanno totalizzato più minuti di quei quattro. Questa è una strategia strutturale della rosa.

    Sergio ci dà delle opzioni a centrocampo, Maitland che dà una buona protezione a Karsdorp e a Vina. Questo ha migliorato la nostra rosa. Per questo ho sempre detto di essere contento. Una roba così si sarebbe potuta fare il 31 gennaio, e invece l’abbiamo fatta il 10 gennaio. E quanto agli altri giocatori di cui parlate: hanno tutti dei minuti. Peres ha giocato otto o nove volte da titolare. Abbiamo bisogno di rosa, non di gente che esce".

    Tornando sul gol segnato dal Lecce, quando Calabresi è partito, avrebbe dovuto essere preso da Maitland-Niles?

    "Prima di tutto diamo ‘credito’ al Lecce, che non ha avuto paura del due contro due sulla linea di centrocampo e che ci ha sorpreso. Perché lasciando due giocatori davanti, pensavamo che loro ne avrebbero lasciati tre. E loro hanno fatto molto, molto bene, avendo grande coraggio. Tante volte si guarda a chi ha sbagliato e si dimentica chi ha fatto molto bene. Loro hanno fatto molto bene. Poi, Mailtand doveva stare al limite dell'area, controllando quella zona lì e lui sarebbe dovuto entrare in area perché non c’era nessuno fuori. E non è entrato. Per me, è stato bravo il Lecce".

    Apparentemente, la gara di domani sembra facile: che partita dovrà fare la Roma? Ed El Shaarawy sarà del match?

    "El Shaarawy è convocato. Spinazzola e Pellegrini sono fuori. ‘Apparentemente’: tu sai quello che dici. L’apparentemente non esiste. Apparentemente, vedi Milan-Spezia. Apparentemente, guarda Inter-Empoli in Coppa: 2-2 dopo 90 minuti. Per fortuna, questo apparentemente della Serie A si sta avvicinando a quello della Premier League, e questo è molto buono. L'Empoli sta facendo una stagione fantastica, per essere una realtà che proviene dalla Serie B. E non solo per i risultati, non solo per i punti, non solo per la tranquillità di restare in Serie A, ma per qualità del gioco. Sta facendo un lavoro fantastico. Io tolgo subito l’apparentemente, perché sono sicuro che non sarà facile.

    Cosa dovremo fare per vincere? Dovremo giocare molto bene e basta. Se guardiamo i numeri, loro hanno una media gol fatti superiore a 2. Sono una squadra che segna, che sa giocare, che difende anche molto bene. Segnano praticamente in tutte le partite. Se non sbaglio, nelle ultime dieci solo una volta non hanno fatto gol. È una squadra in continuo miglioramento e che adesso gioca con l’ambizione di vincere, di finire il più in alto possibile in classifica.

    Queste squadre che si trovano tra l’Europa e la salvezza, giocano con grande tranquillità, rilassate, senza alcuna pressione. Ed è più facile giocare così. Per questo tolgo l’apparentemente: sarà una gara molto difficile”.

    Per principio di gioco, la gara di domani sarà simile a quella di Coppa Italia con il Lecce? E hai mai pensato che con quattro gol in più la Roma sarebbe molto vicina all'Atalanta o forse sopra?

    "Non credo. Il Lecce è una buona squadra ma è di Serie B. L’Empoli è di Serie A. C’è una distanza qualitativa. Dal punto di vista dei principi di gioco, magari ci sono dei punti comuni, ma giocano con sistemi tattici diversi. L'Empoli adesso ti crea sempre il dubbio se gioca con due attaccanti e un trequartista in un modulo a diamante, o con una sola punta e con due calciatori dietro. Ha questa variabilità nei suoi movimenti. Gioca sempre con la difesa a quattro e questa cosa mi sembra logica. Ma sempre con grande stabilità.

    Per me, è una buona squadra. E dal momento che non sono preoccupati dalla classifica, hanno sviluppato un gioco molto sereno. Andiamo lì con l’intenzione di cercare di fare un ciclo di vittorie, un ciclo positivo. L’intenzione è di andare lì per riuscire a centrare questa terza vittoria”.