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Mourinho: "Tre punti molto importanti, anche se non abbiamo giocato bene"


L'analisi del tecnico romanista dopo la vittoria dei giallorossi sullo Spezia

La Roma batte 2-0 lo Spezia e aggancia la Juventus al sesto posto. Questa è l’analisi di mister Mourinho dopo il match.

Nonostante il vantaggio, sbuffava: c’era qualcosa che la preoccupava della gestione del vantaggio?

“Mi preoccupava la mia squadra, mi preoccupava la partita che vedevo da fuori. Anche sul 2-0 non abbiamo mai avuto nel secondo tempo il controllo dell’incontro. Ovviamente, abbiamo avuto tanti problemi: quando esce Smalling, Cristante deve arretrare. E quando abbiamo questo tipo di problemi, la squadra soffre. E dalla panchina sentivo che anche sul 2-0 la partita non era chiusa.

Guardavo poi la mia panchina troppo giovane: in quel momento lì, per loro non è nemmeno facile entrare. Ci troviamo in un momento super difficile della stagione. Per questa ragione, prendere i tre punti è molto, molto importante anche se non abbiamo giocato bene”.

Come giudica l’espulsione di Felix?

“Preferisco non parlare dell’arbitro. Per me, ha fatto bene. Non ho visto nessuno dei due episodi che hanno portato alle ammonizioni e preferisco non dire nulla. Però, continuiamo ad avere questo record incredibile di gialli. Anche i gialli prima: Vina, Kumbulla… è troppo. Noi siamo una squadra naif, non siamo neanche aggressiva, però abbiamo il record di cartellini”.

Da quando è passato alla difesa a tre, ha fatto quattro clean sheet e prossimamente ci sarà il rientro di Spinazzola: è questa la sua difesa? Rimarrà a tre anche quando rientreranno i giocatori attualmente fuori, oppure è un modulo che sta adottando per necessità?

“Quella di riavere tutti i giocatori disponibili è una grande questione, perché partita dopo partita si perde sempre qualcuno. Lei parla di Spinazzola: io non posso neppure dirti se lo riavremo a gennaio o a febbraio, perché non lo so neanche io. Per chiedere di uscire al minuto 60/65, con il risultato ancora in bilico, Smalling avrà sicuramente qualcosa.

Abbiamo sempre qualche problema ed è difficile per me pensare di costruire qualcosa di stabile. Partita dopo partita, devo pensare di costruire una squadra con i giocatori disponibili. In questo momento è così. Siamo in difficoltà. Anche oggi recuperiamo Mancini per la prossima, ma perdiamo Smalling e Felix. C’è sempre qualche problema che mi porta a essere un allenatore di emergenza, e non di pianificazione”.

Quanti gol ha Abraham nelle gambe? La sensazione è che a volte voglia fare la cosa troppo bella.

“Nel primo tempo, sono d’accordo: tanto Tammy quanto Borja hanno sentito, magari, che ci fossero spazio e tempo per giocare. Ma come dicevo ai giocatori, a Fantasy Football giocate in ritiro, non qui. Qui l'obiettivo è giocare semplice, è scegliere bene, decisioni veloci, obiettività. La squadra si è persa un po' in questo, ha perso troppe palle facili. E anche la gente allo stadio, che va solo ringraziato perché la gente viene in ogni partita, ha avuto qualche reazione frustrata. E siamo noi che abbiamo portato la partita nella direzione in cui è finita. Siamo noi i responsabili.

Tammy fa un lavoro fantastico per la squadra, continua la sua lotta difficile con i pali, è un calciatore troppo importante per il nostro gioco e lo abbiamo percepito ogni volta che non ha giocato, per esempio con l’Inter. Ma come squadra - lei ha ragione - dobbiamo essere cattivi. Per esempio, sul gol di Felix: avevamo bisogno di quello. Sul 2-0, con la partita ancora aperta, contropiede e bum: 3-0 e andiamo a casa. Abbiamo bisogno di questa obiettività”.

Cosa vi siete detti con Thiago Motta?

“Ho iniziato ad allenare nel 2000 e in questo momento ho già tanti ex giocatori che ora sono allenatori. La verità è che soffro con loro: ogni fine settimana guardo i risultati e soffro un po’ con loro. E quando hanno fatto una carriera di altissimo livello come nel caso di Thiago, penso che abbiano bisogno di tanta forza per allenare giocatori che non sono della loro stessa qualità.

E anche io devo: Inter, Real Madrid, Chelsea… ho avuto le migliori rose del mondo e anche io ho bisogno di forza per lottare contro qualche frustrazione. Però, siamo innamorati del calcio: Thiago mi ha confermato che gli piace tanto fare l’allenatore, è un ragazzo molto intelligente e ha avuto tanti allenatori di qualità, tante esperienze di qualità in tre campionati diversi - Francia, Spagna e Italia - ha una grande formazione e un grande futuro da allenatore. Sicuramente, in questa stagione deve soffrire per raggiungere i suoi obiettivi. Io sono con loro: con lui, con Stankovic, e con Sheva. Sono con tutti quelli che sono stati miei giocatori”.

Ci può spiegare cosa intende per "ho bisogno di forza anche io"?

“Perché sono abituato a soffrire di meno in panchina. Per esempio, nel Real Madrid se perdevo 1-0 al minuto 15, sapevo che sarebbe finita 5-1. Adesso, sul 2-0 soffro in panchina aspettando che l'arbitro fischi”.