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    El Shaarawy: "Capisco le esigenze del mister, bisogna farsi trovare pronti"


    Le risposte dell’attaccante giallorosso alle domande dei giornalisti alla vigilia di Roma-CSKA Sofia

    In conferenza stampa alla vigilia di Roma-CSKA Sofia, prima giornata di UEFA Europa Conference League, oltre al tecnico José Mourinho ha parlato Stephan El Shaarawy.

    Queste sono state le risposte dell’attaccante giallorosso alle domande dei giornalisti.

    Sei sempre stato un punto di riferimento per la squadra: come ci si cala in questa nuova veste di giocatore che deve recuperare posizioni?

    “Non la vivo assolutamente con tanta pressione. Ho tanti anni di esperienza in Serie A e capisco quello che chiede il mister, quali sono le sue esigenze. Capisco che per competere ad alti livelli ci sia tanta competizione nei reparti e bisogna accettare le decisioni del mister. Come ho detto dopo la partita, l’attesa vale il prezzo. Nel senso che il gol che ho fatto è stato molto importante per me. Quindi, bisogna anche saper aspettare e farsi trovare sempre pronti. Questo è quello che penso e che mi ha contraddistinto negli anni”.

    Se tornassi indietro, rifaresti l’esperienza in Cina?

    “La Cina per me è un capitolo chiuso. Ho fatto un’esperienza, ho colto questa opportunità, ma il mio obiettivo era di tornare a Roma. Ci sono riuscito e ringrazio il direttore sportivo e il presidente per avermi riaccolto. Ora penso esclusivamente alla Roma, a fare bene qua, e certamente a riconquistare anche la Nazionale”.

    Quali sono le differenze tra la Roma che hai lasciato e quella che hai ritrovato? L’esperienza ti fa vedere diversamente l’ambiente romano?

    “Quando sono tornato, ho trovato una Roma molto forte a livello qualitativo. Aveva iniziato molto bene il campionato, poi si è un po’ persa sul finale di stagione. Però siamo ripartiti con un progetto fatto di giocatori esperienza e di elementi giovani con grande qualità. La Società ha investito tanto sull'allenatore, che ha grande esperienza, grande qualità - lo conosciamo tutti - che seguiamo molto. Sicuramente c'è molta aspettativa, ma questo non ci deve caricare di troppa pressione, bensì di determinazione ed entusiasmo, che è altro. Un entusiasmo che va alimentato. Va tenuto alto. Ci si riesce con le vittorie e con la determinazione. Come stiamo facendo".

    Quanta competizione sana c'è in questo spogliatoio ed è questa la formula per fare qualcosa id importante?

    "C'è tanta competizione. Per ambire a obiettivi importanti, ci deve essere ma non ci deve spaventare. Ci sono elementi giovani e altri di esperienza. L'obiettivo di ognuno deve essere lavorare con serietà e impegno, facendoci trovare sempre pronti. Ci saranno dei momenti in cui le cose non andranno bene. Siamo partiti bene, siamo partiti forte, ma dobbiamo tenere alta l'asticella. Perché momenti difficili arriveranno, lo sappiamo bene a Roma e quindi dobbiamo farci trovare pronti per reagire nella maniera giusta".

    Come cambia il modo di giocare della squadra con un attaccante come Abraham?

    “È molto giovane anche lui. Si è ambientato molto bene a Roma. È stato accolto nella maniera giusta ed è riuscito a integrarsi nel migliore dei modi. È un calciatore completo, ha molta tecnica, attacca la profondità, protegge palla. Per cui sicuramente nel nostro sistema di gioco è fondamentale e può darci una grossa mano”.

    Dopo la Cina, è stato più difficile ritrovare la condizione atletica o quella mentale?

    “Tutte e due. Ma di più quella atletica. Perché nell’anno in cui è scoppiato il Covid, siamo stati fermi sette mesi. Poi io sono rientrato in Italia, giocando solo con la Nazionale, senza allenarmi in una squadra italiana o in una cinese. Questa è stata la mia prima preparazione dopo tre anni, quindi a livello fisico dovevo carburare in un tempo maggiore. Ne ho discusso con il preparatore e abbiamo fatto una preparazione idonea. Ora mi sento molto bene, ma l'obiettivo è quello di continuare in questo modo”.