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    Diawara: “Non vedevo l’ora di rivedere i miei compagni”


    Come stai?

    “Sto vivendo con un po’ di stress questo periodo un po’ come tutti, ho rispettato le regole, non vedo l’ora che si sblocchi tutto”.

    Hai seguito le iniziative di Roma Cares in questo periodo?

    “La Roma ha preso delle bellissime iniziative, le grandi squadre devono agire così. Il calcio è lo sport più seguito al mondo ed è giusto che dia il proprio contributo nel sociale”.

    Che effetto ti ha fatto tornare a Trigoria? Come ti senti?

    “Mi sento bene, non vedevo l’ora di tornare dentro al campo e di rivedere i compagni, anche se per il momento solo a distanza”.

    Qual è la cosa che ti mancava di più?

    “Rivedere i compagni. Siamo abituati a vederci tutti i giorni ed è normale affezionarsi. Non poterci vedere più da un momento all’altro è brutto”.

    Come stava andando la tua stagione? Gradualmente ti eri preso un posto da titolare…

    “Venivo da un anno in cui avevo giocato poco a Napoli. Sapevo che avrei avuto la mia opportunità e che avrei dovuto dare il 100%, anche di più. Sono tornato prima, poco dopo la Coppa d’Africa per stare con i miei compagni, sapevo che avendo continuità non avrei deluso i tifosi giallorossi. Ho capito bene cosa vuole il Mister da me e dai centrocampisti e mi sono inserito bene. Ci chiede di posizionarci bene con il corpo, di aiutare i centrali di difesa, di uscire palla a terra, un gioco divertente che a me piace”.

    Il tuo numero di maglia è lo stesso di Yaya Touré: ci racconti cosa rappresenta lui per il calcio africano?

    “Yaya Touré è stato un grandissimo giocatore, un simbolo per tutti noi, uno dei centrocampisti africani più importanti di sempre, mi piaceva tantissimo la sua tranquillità palla al piede”.

    Cosa ti aspetti dal possibile ritorno del campionato?

    “Credo che sarà un nuovo inizio dopo questo stop forzato. Ci siamo allenati a casa e dobbiamo avere la forza di ricominciare, di andare a mille e non perdere di vista il nostro obiettivo: arrivare tra le prime quattro”.