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    Mancini: "Orgoglioso di vestire questa maglia"


    Ecco le parole di Gianluca Mancini nella sua prima conferenza stampa da giocatore della Roma.

    Ecco le parole di Gianluca Mancini nella sua prima conferenza stampa da giocatore della Roma.

    Dal punto di vista tattico cosa ti ha chiesto Fonseca in questi giorni? Quale compagno ti ha impressionato di più in questi allenamenti?

    “Il mister mi ha parlato e mi ha detto un po’ delle situazioni tattiche che vuole sviluppare in campo, soprattutto a livello difensivo: ci vuole alti, a pressare, con grande circolazione di palla, impostando il gioco dal basso. Tanti compagni mi hanno impressionato, perché la rosa è forte. Kolarov mi faceva impressione da avversario, ma in allenamento mi ha stupito ancora di più”.

    Anche se sei molto giovane ti senti di essere arrivato alla tua maturazione tecnica e agonistica?

    “No, sono molto giovane, ho ancora molta strada da fare e sono solo agli inizi. L’anno scorso ho fatto un buon campionato ma c’è tanto tempo per migliorarmi coni miei compagni e con il nuovo mister”.

    In cosa senti di dover migliorare di più?

    “In tante cose, nella rapidità, nelle marcature, nella zona e nella marcatura a uomo. Ho delle caratteristiche in cui mi sento a mio agio, in altre so che invece devo migliorare molto”.

    Non ti sei incrociato con De Rossi: per un giovane come te, che ha 23 anni, la carriera di Daniele cosa rappresenta?

    “La carriera di De Rossi non la devo raccontare io, lo seguivo da quando avevo dieci anni. Ha vinto il Mondiale e ha fatto cose straordinarie. Essere nel club in cui lui ha passato la vita sportiva è un motivo di orgoglio per onorare al meglio la maglia”:

    A gennaio eri stato vicino alla Roma, sei rimasto a Bergamo per quale motivo?

    “A gennaio ci sono state delle chiacchierate, ma poco di concreto. Trasferirmi a metà stagione non era mia intenzione anche per rispetto all’Atalanta: volevo rimanere lì e finire la stagione in quel club”.

    Spinazzola ci ha detto che Fonseca gli ricorda Gasperini. Tu che lo conosci, ci sono dei punti di contatto?

    “Ho fatto 5 allenamenti qui, ma dall’inizio posso dire che qualcosa ce la rivedo anche io. Ognuno ha le sue idee di calcio diverse, uno chiede una cosa e Fonseca altre. Ma come intensità e dispendio fisico ci vedo molti punti in comune”.

    Hai avuto un dubbio nel passare dall’Atalanta alla Roma?

    “A Bergamo ho passato due anni bellissimi. Quando il mio procuratore mi ha chiamato per parlare della Roma non ho avuto nessun dubbio, è stato un motivo di orgoglio che ha ripagato i tanti sacrifici fatti quando ho iniziato a giocare”.

    Spesso i giocatori che vanno dall’Atalanta alle altre squadre spesso sono in difficoltà: ci hai pensato a questo fattore? È Gasperini che tiene i giocatori per mano e poi quando vanno da altre parti si smarriscono?

    “Mister Gasperini ti prepara al meglio, eravamo un blocco unico che scendeva in campo alla perfezione. Non so come farò, so solo che darò il massimo per questa maglia e per gestire questi risultati”.

    Cosa chiede Fonseca ai suoi difensori?

    “Ho fatto ancora pochi allenamenti, ma ci chiede pressing e di stare alti con la linea. Senza paura. In Italia siamo abituati a scappare indietro sempre, ma lui ci chiede di rimanere alti Man mano che vado avanti capirò qualcosa in più”.

    Hai già chiamato mister Gasperini dicendogli cosa si sta perdendo qui a Roma?

    “No, ci siamo sentiti solo per farci un in bocca al lupo a vicenda”.

    Cosa ti piace di più della filosofia di gioco di Fonseca? Senti di avere la giusta personalità per fare da subito il titolare?

    “Quello che mi piace dal mister è il fatto che non ha paura di giocare la palla dal basso. Anche a me piace il calcio aggressivo e alto, sono doti che ho. Le pressioni nel mondo del calcio ci devono essere, ma sono quelle giuste e positive. Faccio il mestiere più bello al mondo e gioco in una squadra fantastica, queste sono solo pressioni positive”.

    Il cambiamento da difesa a tre a difesa a quattro è difficile o è solo una leggenda metropolitana?

    “Dalla difesa a tre a quella quattro ho avuto la fortuna di farlo in Nazionale, sono abituato a giocare a quattro. Agli inizi ci può essere qualcosa che non va, ma sta a me capire cosa vuole il mister”.

    Qual è il tuo compagno di reparto ideale?

    “Sono tutti forti, Juan Jesus e Fazio sono grandissimi giocatori e posso solo imparare osservandoli”.