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    De Rossi: “Abbiamo bisogno di punti, siamo convinti di potercela fare”


    Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Juventus, giornata numero 35 di Serie A.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.


    Partita che ha avuto un grande dispendio di energia fisica e i giorni di recupero non sono molti: a che punto è la gestione delle forze?

    “Siamo al punto iniziale, anche se manca poco, siamo alla fase iniziale. Oggi dobbiamo fare altre analisi della condizione fisica, valutare qualche problemino che ci siamo portati dietro dall’ultima partita. Quando giochi giovedì/domenica è abbastanza tosta prepararla come contenuti tattici-tecnici, sia a livello fisico per rientrare in condizione. Ma questa è una squadra abituata a fare percorsi lunghi in Europa negli ultimi anni. Abbiamo ancora poche partite, poco tempo sempre per preparare le sfide, ma questo è il bello e il brutto di arrivare in fondo in Europa. Le valuteremo oggi queste condizioni, abbiamo solo chiacchierato ieri. Il primo giorno, con la sconfitta, c’è anche l’aspetto emotivo che ti porta a sentire qualche dolore in più, quando vinci il giorno dopo stanno tutti bene e vogliono giocare, oggi analizzeremo in maniera più accurata quello che è successo, anche se non dovrebbero esserci infortuni veri e propri”.

    Allegri fa parte dei tecnici così detti “risultatisti”. Come si affronta la Juventus?

    “Intanto, per quello che riguarda Allegri, lo si affronta con grande rispetto per un allenatore che ha fatto la storia del calcio italiano e che continua a guidare una squadra a livelli alti. Peraltro, provo simpatia per lui perché giocava con mio padre. Mio padre mi raccontava di quando questo ragazzo giovane, molto promettente, giocava con lui. E quindi ho sempre seguito il suo percorso con simpatia. Risultatisti e giochisti non commento più, già mi sono espresso, per me è un tema che non esiste. Alleno da pochi mesi e mi rendo conto quanto sia difficile vincere una partita, arrivare in fondo ad una competizione.

    Non potrei mai avere meno del rispetto che ho per allenatori come lui, Mourinho, Ancelotti: hanno fatto la storia del calcio e continuano ad allenare ad alti livelli. La Juventus si affronta come le altre squadre, con un bel po’ di preparazione, di conoscenza, devi sempre avere chiaro in mente chi hai di fronte. È una squadra che ha avuto un periodo non positivissimo di risultati, ha alternato partite molto buone – tipo con la Lazio in Coppa Italia all’andata – a partite dove ha sofferto parecchio. È una squadra che vorrà mettere il punto sul discorso Champions League. Noi abbiamo bisogno di punti, siamo convinti di potercela fare, anche perché giochiamo in casa, abbiamo bisogno di una prova eccezionale dei nostri giocatori, ma anche dei nostri tifosi. Abbiamo bisogno che continuino a spingerci per altre 4-5 partite. Per arrivare in fondo con loro, spalla a spalla, come è sempre stato”.

    Come sta Dybala? Può essere della gara? La partita di domani potrebbe portare la Roma a meno due dal Bologna e a meno tre dalla Juventus.

    “Guarda, a volte mi nascondo un pochino. Mi piace non dare troppe notizie sulla formazione. Ma questa volta non lo so davvero come stanno i ragazzi, li vado ad incontrare tra qualche ora. Faremo un allenamento non troppo pesante, di preparazione alla partita su quello che andremo ad affrontare e andremo a fare, domani mattina ci prenderemo un’altra mezzoretta per fare una rifinitura – che di solito non facciamo – ma che questa volta ce la prenderemo e ce lo possiamo permettere avendo i campi qui a Trigoria.

    Faremo le ultime due o tre cose. Mi tengo il riserbo anche con loro per dirgli la formazione. Paulo, comunque, al di là del fatto che sia un ex, sta benissimo. È triste per la sconfitta come tutti. Ha corso parecchio, fisicamente sta dando delle risposte importanti, è il giocatore che più mi sta stupendo dal punto di vista fisico, dal punto di vista tecnico lo conosciamo, abbiamo visto tutti quanti quello che ha combinato in questi mesi”.

    La Roma ha fatto 18 punti su 33 dopo l’Europa League: è chiaro che questa competizione, non solo per la Roma, diventa una grande fatica, oltre che una grande tentazione. In questo momento, dopo la partita di andata contro il Leverkusen che un po’ compromette la qualificazione, si sceglie? Si cambiano le priorità, anche per la gestione dei calciatori?

    “La frase “un po’ compromette” vuol dire che non è compromesso niente. Sicuramente più difficile di quanto non lo fosse già, era già un’impresa molto difficile. Ora dovremo andare a fare un risultato già complicato di per sé, contro una squadra che in 47 partite non ha mai perso. Sappiamo che sarà un’impresa molto tosta, ma possiamo farla. Le abbiamo fatte noi con la Roma, le hanno fatte altri. Ha vinto l’Atalanta 3-0 a Liverpool poche settimane fa, nel calcio tutto può essere, anche nella partita di andata se alcuni episodi della prima mezzora fossero girati al contrario, si sarebbe aperto un altro scenario.

    E anche al ritorno, facendo un gol nella prima mezzora, chissà a cosa potremmo andare incontro. È un sogno per noi, è un sogno per i nostri tifosi, percepiamo quanto loro ci tengano, non ci possiamo permettere di fare ragionamenti strani, dovremo gestire le forze perché anche il campionato è importante per noi, dobbiamo arrivare nei posti che valgono la Champions League. Faremo delle scelte, non potranno giocare gli stessi undici di giovedì e gli stessi undici con il Bayer in Gemania. Ma non molliamo nessuno dei due obiettivi”.

    Un ricordo delle sue partite contro la Juventus? Ne ricorda una in particolare?

    “Ne ho giocate veramente tante. Non me l’aspettavo questa domanda. Una volta abbiamo giocato una partita al Delle Alpi, eravamo sotto nel risultato, entrai nella ripresa e segnò il gol del 2-2 finale Zebina. Ero ancora molto giovane, ero in quella fase in cui i risultati contro squadre forti mi sembravano importanti e un sogno. Ricordo un 3-2 in Coppa Italia sempre a Torino sotto la neve in cui vincemmo e al ritorno perdemmo 1-0 in casa, ma passammo comunque il turno.

    Tanti episodi, tante partite perse anche quelli. Ho bei ricordi. Forse il più negativo, dopo una sconfitta nel 2009, perdemmo contro la Juventus di Felipe Melo e Diego, io segnai un gol, ma dopo la partita si dimise Spalletti. Quella settimana fu tanto tosta per noi. Questi sono i ricordi. Ne possiamo citare tante, io non ho una grandissima memoria. Però è sicuramente un grande avversario da sfidare, è bello sfidarlo all’Olimpico, sappiamo che ci tengono i tifosi e perché c’è una posta in palio che per noi è altissima”.

    Ripensando alla partita di giovedì, ho letto delle analisi dove si parlava di una lezione di calcio del Bayer Leverkusen. Volevo sapere la tua opinione in merito. E capire per la partita di domani se c’è la possibilità di fare un turnover ragionato con le alternative a disposizione.

    “Per quanto riguarda la prima parte della domanda, io ho letto lezione di calcio mia a Pioli a Milano. Ed è stata una partita equilibratissima. E nel fine partita vi ho detto che è stata una partita equilibratissima. Ho letto “De Rossi ammazza De Zerbi, 4-0” e io dopo la partita ho detto che non c’erano 4 gol di differenza tra noi e loro nonostante avessimo giocato una grande gara. Ho letto “De Rossi ingabbia Tudor” dopo l’1-0 al derby, al termine di una bella partita, giocata bene, meritando di vincere, ma equilibrata.

    Questo lavoro non mi cambierà, finora non mi ha cambiato. Non verrò qui a tessermi le lodi da solo, a gonfiarmi il petto quando vedo che le partite sono più equilibrate di quello che sono. E vedo che all’esterno c’è una gestione di analisi della partita molto poco tecnica. Non te (riferito al giornalista Daniele Lo Monaco, ndr), perché con te ci confrontiamo ogni tanto tecnicamente e tatticamente, ma il risultato orienta tantissimo. A volte offusca, a volte dà l’assist al giornalista che dire quello che vorrebbe dire.

    Quando vuole esaltare me e massacrare Pioli perché a Milano l’ho visto in conferenza quanta voglia ci fosse di andare addosso al mister, fare passare un 1-0 in trasferta: bellissimo eh, una grande partita abbiamo fatto, ma una lezione di calcio perché abbiamo spostato El Shaarawy da destra a sinistra, non ci vuole lo scienziato del giorno.

    È così, il calcio, gli articoli, sono orientati dal risultato. Alcuni perché lo vogliono fare, altri perché non hanno gli strumenti per analizzare e conoscere un pochino più a fondo al calcio. Lo dico con la presunzione di chi il calcio lo conosce, ma senza offesa.

    Se io analizzo un film dico che quel film mi è piaciuto, se mi è piaciuto un attore o un’attrice. Mia moglie, magari, mi dà un dettaglio sulla fotografia che io neanche ho percepito. Il calcio è così, il vento del risultato spinge e orienta. E magari a volte dà la forza a chi per tre mesi non vedeva l’ora di scrivere che ero stato surclassato da un allenatore. Poi, detto ciò, l’allenatore dell’altra squadra è molto forte, l’ha preparata molto bene, hanno avuto dei momenti in cui hanno giocato bene, sono molti forti, ma per la prima mezzora forse ho visto meglio la mia squadra.

    Poi forse il gol ci ha dato una mazzata, anche per la maniera in cui abbiamo subito gol, e dobbiamo lavorare su questo. Si può prendere gol, ma non perdere l’ordine e le distanze in campo. Fino alla fine abbiamo provato a fare dei gol e io sono non solo contento, ma orgoglioso della prova che hanno fatto i miei giocatori. Tutti, anche quelli che hanno sbagliato e fatto degli errori. Per quello che riguarda le alternative, ci sono, ce le abbiamo, io faccio delle scelte.

    Considero alcuni dei nostri giocatori indispensabili per lo stato di forma e il tipo di squadra che abbiamo adesso. Una squadra costruita in una certa maniera, con pochi giocatori che saltano l’uomo, che vanno in velocità, che hanno quell’uno contro uno devastante che magari possiamo vedere in diversi elementi del Bayer Leverkusen per citarne una. Quindi, che ne so, Dybala finché sta in piedi lo faccio giocare. Pur non essendo veloce come Frimpong, per esempio, è uno che con la sua classe, le sue giocate, può creare superiorità. Taglia le pressioni avversarie, può creare un gol in un centimetro quadrato da un momento all’altro.

    Non è il fatto che le riserve o le alternative non siano all’altezza, ma vedo dei giocatori talmente forti, con delle caratteristiche talmente spiccate, che magari insisto un po’ troppo. A fine anno vedremo se ho fatto bene o meno bene”.

    Ci sono le potenzialità e le basi per avviare un progetto sul modello del Bayer Leverkusen, vedendo che lei è subentrato in corsa come Xabi Alonso lo scorso anno? 

    “Assolutamente sì. Ho parlato con i presidenti non più tardi di ieri. Tu hai parlato di modello ed è la parola che ho usato io. Una squadra che non ha mai vinto niente in Germania, non stiamo parlando del Real o del PSG. Una squadra che non aveva mai vinto e aveva sempre rivenduto giocatori per alimentarsi.

    Però ha lavorato in una direzione giusta, corretta. Quando parlo di modello dico anche le caratteristiche fisiche di gamba, tecniche, di individualità che andrò a richiedere a giugno. Ma questo è abbastanza prematuro. La squadra che ho io, come ho sempre detto, ci può permettere di arrivare in fondo. Tra prestazioni, che io mi ricordo, media punti, disponibilità, presenze in campo negli allenamenti, nelle partite, minutaggio, io questa rosa qui la devo rispettare. Poi il fatto che a giugno si possa cambiare con alcune caratteristiche è perché ogni allenatore vuole avere caratteristiche nella sua rosa, ma questo non significa che quelli del Leverkusen sono tutti i più forti dei nostri. Significa che l’essere abituati a fare sempre l’uno contro uno in fase offensiva e vincerlo, e farlo in fase difensiva e vincerlo, è una caratteristica che a me piace molto nelle squadre. Non a caso, tra i giovani della Primavera, uno che tengo sempre con me è Joao Costa, che è un giocatore che deve fare tanta strada, ma quando entra in campo dribbla tutti, tira in porta, è sfrontato, ha una gamba importante. Quindi, parlo di caratteristiche, non che vorrei i giocatori del Leverkusen e che non mi piacciono i miei.

    I miei fino ad oggi mi hanno portato qui, hanno fatto delle cose che io non dimentico, clamorose. Gli chiederò uno sforzo incredibile nelle ultime cinque gare, poi non io, ma qualsiasi allenatore che andrà a programmare la stagione prossima, richiederà determinate qualità nella propria campagna di mercato”.